Il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce
dentro sé stesso alla scoperta di chi veramente egli è.
Jung
Spesso la Sincronicità Junghiana opera in modi molto meno nascosti e stupefacenti di quanto ci potremmo aspettare.
Ma cos’è la “Sincronicità”?
La sincronicità è un concetto introdotto dallo psicologo svizzero Carl Gustav Jung per descrivere quella particolare coincidenza di eventi che sembra andare al di là della mera casualità e che suggerisce l’esistenza di legami significativi sottostanti. Secondo Jung, la sincronicità si riferisce a quei casi in cui degli eventi apparentemente scollegati mostrano di avere un nesso, un significato comune sotteso, come se fossero in qualche modo collegati da una sorta di “principio di connessione non causale”. Jung vedeva la sincronicità come un fenomeno che trascende le normali nozioni di spazio, tempo e causalità materiale, suggerendo l’esistenza di un ordine sottostante al mondo fenomenico, una sorta di “realtà ulteriore” che connette tutti gli eventi in un tutto coerente e significativo. Gli esempi classici di sincronicità includono sogni premonitori, coincidenze significative, numeri ricorrenti, pensieri o eventi che sembrano “risuonare” gli uni con gli altri in modi inspiegabili ma percepiti come profondi e carichi di significato. La sincronicità ha avuto una certa influenza nella psicologia analitica di Jung e in alcune tradizioni spirituali ed esoteriche, presentandosi come un intrigante fenomeno al confine tra psiche, materia e realtà ultima delle cose.
Cosa c’entra la Sincronicità con “12 Steps”?
La Taschen ha stampato 12 Steps seguendo una sua linea editoriale che tratta di simboli, miti e archetipi. In questo libro ci sono richiami a molti altri libri famosi.
La psicoterapeuta junghiana Kikan Massara ha adottato un approccio non convenzionale alla realizzazione di questo libro in quanto il libro stesso diventa strumento per veicolare quello che ci è scritto dentro e lo fa affiancando alla parte scritta, alla parola, al linguaggio, una parte non scritta che utilizza le immagini. Nel capitolo introduttivo “Symbolic Perception” si descrive la natura del libro stesso come tentativo di conciliare una comunicazione verbale e quella non verbale per permettere al lettore/visore di conoscere e allo stesso tempo intuire. Inoltre spesso ci sono anche delle massime di pensatori che riassumono i concetti ma allo stesso tempo li rendono diversi. Un ulteriore modo di fruizione.
La Trappola della Dipendenza: ovvero la mancanza di spiritualità
mette in evidenza come con la nascita del linguaggio e ancor più con la nascita della filosofia socratica e platonica, quindi con la nascita del pensiero greco che fonda la nostra civiltà, sia avvenuta una frattura che ha causato una perdita del contatto con lo spirituale, inteso come stato caotico e non logico, che fa parte della natura umana. La filosofia greca si è elevata sopra il mito, ma ha perso anche qualcosa nella sua elevazione. Questo mi ha ricordato, in un contesto sincronico, il testo Sexual Personae (Sexual personae. Arte e decadenza da Nefertiti a Emily Dickinson, Editore Luiss) della femminista Camille Paglia che analizzava tutta l’arte occidentale sotto la luce del conflitto tra apollineo e dionisiaco (o meglio ancora “ctonio” termine derivante dal greco antico κθόνιος (khthonios), che significa “sotterraneo”, “delle profondità della terra”.)
La nostra arte è un’eterna conflittualità tra queste due parti distinte che si presentano, combattono tra loro, si cercano di unire e molto altro. Un esempio di artista per la Paglia è ad esempio William Blake e le sue poesie. E proprio un’immagine di un dipinto di Blake è presente in “12 Steps”.
Quindi per la Massara la nostra civiltà è una civiltà alla ricerca di una perduta spiritualità. C’è da notare come questo libro sia interessante più che altro per noi Occidentali, discendenti del pensiero greco. Per un Giapponese la dualità non esiste. La mancanza di spiritualità crea IL Problema: la Dipendenza (Addiction)
Gli Alcolisti Anonimi (AA) sono una comunità di auto-aiuto nata nel 1935 a Akron, Ohio, per aiutare le persone a uscire dalla dipendenza dall’alcol. Il movimento è stato fondato da Bill Wilson, un imprenditore di New York, e dal dottor Bob Smith, un chirurgo di Akron. Il libro “Le 12 Tradizioni” di AA venne pubblicato per la prima volta nel 1952 ed è diventato il testo fondamentale del programma di recupero degli Alcolisti Anonimi. Il libro delinea le “12 tradizioni” che sono principi guida per il funzionamento del gruppo e per preservare la sua unità e scopo primario, affrontando questioni come: l’unità, l’anonimato, l’autosufficienza, la non affiliazione con altre cause e il principio di “attrazione rather than promotion” (attrazione piuttosto che promozione).
Il libro più famoso tuttavia è “Le 12 Fasi” (Twelve Steps), pubblicato per la prima volta nel 1939. Questo libro descrive il programma spirituale di recupero degli AA, strutturato appunto nelle 12 fasi o “passi”:
1) Ammettere la propria impotenza di fronte all’alcol
2) Giungere a credere che un Potere più grande può ridarci la ragione
3) Decidere di rimettere la propria volontà e la propria vita nelle mani di Dio
4) Fare un inventario morale profondo e senza paura
5) Ammettere innanzi a Dio, a se stessi e ad un’altra persona la vera natura dei propri errori
6) Essere interamente pronti ad abbandonarsi affinché Dio possa eliminare tutti questi difetti
7) Umilmente chiedere a Lui di liberarci dalle nostre mancanze
8) Fare una lista di tutte le persone verso cui siamo stati ingiusti
9) Fare ammenda verso queste persone, ovunque possibile
10) Continuare con l’ammissione dei propri errori
11) Ricercare tramite la preghiera e la meditazione di migliorare la nostra cosciente comunione con Dio
12) Avendo avuto un’esperienza spirituale, cercare di portare il messaggio agli altri e di mettere in pratica questi principi.
Questi 12 “passi” mirano a promuovere un cambiamento radicale a livello spirituale ed etico nella vita dell’alcolista, liberandolo dalla dipendenza attraverso l’ammissione dei propri limiti, l’abbandono dell’ego e l’affidamento ad un Potere Superiore. Il libro e il programma degli AA hanno avuto un’enorme influenza, ispirando movimenti di recupero simili per altre dipendenze come Narcotici Anonimi, Giocatori Anonimi ecc. La filosofia alla base rappresenta uno dei primi approcci al trattamento delle dipendenze come malattie spirituali oltre che fisiche. Kikan Massara ci descrive tutta la formazione dell’associazione degli Alcolisti Anonimi, con molta dovizia di particolari sulle vite dei suoi fondatori, e i loro contatti con Jung. Inoltre ci sono dodici brevi capitoli ognuno dei quali è dedicato a uno dei “Twelve Steps”. Via via poi il discorso si amplia non alla sola dipendenza da alcool ma a qualsiasi tipo di dipendenza: droga, lavoro, affetti… qualsiasi cosa che non sia bilanciata nella nostra vita. Quello che si evince è il nostro tentativo di colmare la perdita della componente spirituale con dei palliativi che non fanno altro che poi crearci ulteriori problemi. Un grosso problema è il punto 3 ovvero “Decidere di rimettere la propria volontà e la propria vita nelle mani di Dio” in quanto molte persone non accettano la parola Dio. Ma bisogna anche pensare che il libro fu pubblicato nel 1939. Chi lo scrisse era religioso come la quasi totalità degli americani. Oggi il termine viene inteso come una forza esterna da sé che può essere l’universo, l’umanità…Poi che un ateo abbia problemi con qualcosa di spirituale è implicito credo. Tuttavia questa Forza può nella sua accezione più ampia qualcosa accettabile anche da un ateo. Potrebbe a esempio credere alle leggi scientifiche. Credo che la comunità umana sia tuttavia preferibile. Ma ognuno compie le sue scelte.
Questa Forza è descritta anche in un libro che trae ispirazione da “Twelve Steps” degli A.A. ma che si rivolge a un pubblico del tutto particolare. Il libro è The Artist’s Way di Julia Cameron (1992) (La via dell’artista. Come ascoltare e far crescere l’artista che è in noi, 1993, Editore Londanesi) ed è un libro che cerca di avvicinare il lettore alla sua parte artistica; troppo spesso ritenuta non esistente. Attraverso 12 settimane di analisi su sé stessi ma soprattutto di “compiti” da cercare di fare, la Cameron aiuta il suo lettore a superare quei blocchi che la società e la famiglia ci crea. È un libro che consiglio a tutti i nostri lettori; soprattutto quando si ha un blocco creativo.
Il Capitolo su JUNG
Con un salto logico o istintivo Massara dopo i 12 Steps degli Alcolisti Anonimi introduce la figura di Jung e il percorso da lui intrapreso, che lo portò molto lontano da Freud, per cercare di comprendere inizialmente una serie di incubi che lo affliggevano tutte le notti. Jung compie un viaggio alla ricerca della sua spiritualità e ne esce vittorioso. Per Jung, la via verso la piena realizzazione spirituale passa attraverso l’esplorazione e l’integrazione delle diverse componenti della psiche umana. Questo processo è ciò che Jung definiva “individuazione”. Potremmo definirla una riunione tra logica e intuizione, tra materialismo e spiritualità. La Shadow o Ombra rappresenta il lato oscuro, istintivo e rimosso della nostra psiche. Riconoscere e abbracciare la propria Ombra è un passo cruciale per intraprendere un cammino spirituale autentico. Solo accettando i nostri lati oscuri e negativi possiamo evitare di proiettarli inconsciamente sugli altri e sul mondo.
La Persona, d’altro canto, rappresenta la maschera sociale che indossiamo, la nostra immagine pubblica modellata dalle aspettative esterne. Il rischio è identificarsi eccessivamente con la Persona, perdendo il contatto con la nostra vera natura interiore. La ricerca spirituale richiede di andare oltre la Persona per scoprire la nostra autenticità più profonda. E qui vorrei ricordare ancora il titolo del libro di Camilla Paglia: “Sexual Personae”. Gli Archetipi svolgono un ruolo fondamentale in questo processo. Essi sono immagini e modelli primordiali radicati nell’inconscio collettivo dell’umanità e guidano inconsciamente molti dei nostri comportamenti e esperienze. Archetipi come l’Anima/Animus, la Grande Madre, il Vecchio Saggio rappresentano potenti forze psichiche che dobbiamo imparare a comprendere e integrare nella nostra coscienza.
Il viaggio spirituale implica un confronto con questi archetipi, un dialogo interiore con le forze archetipiche che plasmano la nostra psiche. Solo conoscendoli e accogliendoli possiamo trascendere le identificazioni parziali e accedere a una visione più olistica e completa del nostro Sé. L’individuazione, secondo Jung, è proprio il processo di integrazione dell’Ombra, della Persona autentica e degli Archetipi in un’unità coerente. È un cammino di conoscenza di sé che conduce a una maggiore totalità psicologica e spirituale. Abbracciare la Shadow significa confrontarsi con i propri lati oscuri e imparare ad accettarli. Conoscere la propria autentica Persona oltre la maschera sociale. Dialogare con gli Archetipi che forgiano la psiche dall’interno. Solo attraverso questo arduo lavoro interiore si può raggiungere una vera illuminazione e trascendenza spirituale secondo Jung.
La ricerca spirituale è quindi inscindibile dalla ricerca psicologica di individuazione. Un’indagine della psiche che conduce all’integrazione di tutte le sue diverse sfaccettature, comprese le ombre, in un’unità superiore di coscienza eAutoConoscenza. Non c’entra nulla, ma proprio per il suo essere illogico ha un suo significato: anche Marx, creatore del materialismo storico, ha degli scritti in cui afferma la necessità di una ricerca “spirituale”. Uno spunto interessante QUI
Se volete potete trovare il vostro archetipo QUI
I MITI
I Miti sono una parte fondante di tutte le civiltà e ognuna a i suoi. Poi ci sono dei punti di comune e di contatto. Lo studioso più importante per i miti è James George Frazer che nel suo Il Ramo d’Oro (1915) (Il ramo d’oro. Studio della magia e la religione, Bollati Boringhieri) raccoglie lo scibile tutto sui miti. È un volume monumentale e uno dei testi fondanti l’antropologia culturale.
Questo libro è le fondamenta per un libro quasi più importante:
L’Eroe dai Mille Volti di Joseph Campbell (1949) (L’Eroe dai Mille Volti, Editore Lindau) Questo libro esplora miti e folklore di diverse culture, identificando temi ricorrenti e modelli narrativi che Campbell ha definito il “monomito” o il “Viaggio dell’Eroe”.
Il Viaggio dell’Eroe, secondo Campbell, si compone di dodici fasi tipiche:
- Il Mondo Ordinario: La storia inizia nel mondo ordinario, dove l’eroe vive una vita familiare.
- La Chiamata all’Avventura: L’eroe riceve una chiamata all’avventura che sconvolge la sua vita ordinaria e lo spinge fuori dalla sua zona di comfort.
- Rifiuto della Chiamata: Inizialmente, l’eroe potrebbe rifiutare la chiamata a causa di paura o dubbi.
- Incontro con il Mentore: L’eroe incontra un mentore che gli fornisce guida, formazione e supporto.
- Attraversare la Soglia: L’eroe si impegna nel viaggio e attraversa la soglia verso il mondo sconosciuto.
- Prove, Alleati e Nemici: L’eroe affronta una serie di prove, sfide e ostacoli. Incontra alleati che lo aiutano nella sua ricerca e nemici che cercano di ostacolarlo.
- Avvicinamento alla Caverna Interiore: L’eroe si avvicina alla caverna interiore, che rappresenta la sfida o la prova più grande.
- La Prova: L’eroe supera la prova, affrontando le sue paure più profonde e le sfide più grandi.
- Ricompensa (Impadronirsi della Spada): L’eroe emerge vittorioso dalla prova, avendo ottenuto la ricompensa o il tesoro che cercava.
- La Via del Ritorno: L’eroe inizia il viaggio di ritorno verso il mondo ordinario, ma con la ricompensa o la conoscenza appena acquisita.
- Resurrezione: L’eroe affronta una sfida o una prova finale sulla via del ritorno.
- Ritorno con l’Elisir: L’eroe ritorna nel mondo ordinario, trasformato dal suo viaggio, e porta con sé l'”elisir” (la ricompensa o la conoscenza) per il bene della sua comunità.
Come avrete letto e notato: le fasi sono 12 come i passi. Sincronicità.
È stato un libro fondamentale per scrivere la sceneggiatura di questo film:
Star Wars (1997)
in cui stranamente il protagonista fa affidamento a una forza misteriosa.
La nuova Ricerca
Massara alla fine del suo viaggio auspica alla creazione di nuovi miti dell’umanità che riportino la spiritualità nelle nostre vite, il che è auspicabile. Tuttavia, quest’ultimo capitolo è il più debole perché ancorato a delle idee della Massara che portano in loro alcune problematicità non risolte. La critica al patriarcato e la ricerca di un suo superamento è condivisibile, ma non viene posta nessuna critica o difesa al capitalismo che del patriarcato è l’espressione massima. Il capitalismo può essere visto come la massima espressione di quel razionalismo asettico e calcolante che ha causato la “perdita di anima” nella civiltà occidentale a partire dai Greci. Una visione del mondo puramente materiale, meccanicistica e riduzionista che mercifica persino la sfera interiore e spirituale dell’essere umano. Inoltre, questo libro è stato scritto pensando solo agli occidentali e ci sarebbe da riflettere quanto anche le scelte iconografiche e visive siano state scelte per una mente occidentale. La percezione da parte di altre culture potrebbe essere diversa; ma anche interessante.
Conclusioni
“12 STEPS” è un libro che vale la pena vedere e leggere. Un libro che può aiutarci a comprendere anche la Fotografia vedendola come un bilanciamento di tecnica ed emozione. Il libro ci insegna quanto il parlare all’irrazionale del nostro pubblico sia necessario. Spero che questo libro crei anche in voi momenti di sincronicità e vi aiuti. Aspettando che nuovi miti collettivi emergano.
Nota: “12 STEPS” non è disponibile in italiano, ma sono in inglese, francese, tedesco e spagnolo.
The 12 Steps. Symbols, Myths, and Archetypes of Recovery
Copertina rigida, rilegata in quarto, 17 x 24 cm, 1.51 kg, 384 pagine, 30€