Andrea Morico, fotografie di un istante.

Spesso in fotografia si cerca di superare il limite della fissità delle immagini proponendo opere che comunichino il movimento, il divenire, il fluire del tempo, lasciando magari in chi le osserva una domanda su cosa sia accaduto negli istanti successivi allo scatto.

Andrea Morico, fotografo marchigiano che già ci aveva emozionato 7 anni fa con il suo lavoro sulla Piana di Castelluccio (lavoro quanto mai attuale dopo il triste martirio subito da quelle splendide terre durante il recente terremoto), non è fra quei fotografi votati alla trasmissione del movimento; i suoi scatti infatti incarnano pienamente il pensiero di Dorothea Lange, secondo la quale la fotografia estrae un istante dal tempo, alterando la vita costringendola a fermarsi.

La prima impressione che si ha osservando l’opera di Andrea, di cui riportiamo alcuni scatti, è proprio quella di un tempo ritrovato, di quella calma che manca sempre di più alle nostre esistenze. Che sia un paesaggio, un orizzonte, gli occhi di un animale o le spalle di un passante, ogni immagine comunica un senso di pausa, di riflessione. I soggetti sono ben studiati e l’illuminazione è perfetta, in alcuni casi sembra di essere in quel luogo e in quel momento insieme all’autore.

In controtendenza rispetto alla pratica, importantissima ma non obbligatoria, di raccontare una storia attraverso più immagini, le fotografie di Andrea Morico vivono ognuna di vita propria, bastano a sé stesse e raccontano comunque un singolo momento, una brevissima storia; lo sguardo è trattenuto, non si scorrono velocemente ma si resta a guardarle immaginando come sarebbe stato essere lì in quell’istante, con una punta di invidia nei confronti del fotografo e della sua tecnica che funziona così bene.

Confrontando le immagini di questo articolo con quelle proposteci 7 anni fa si nota fortunatamente un minore utilizzo di forti saturazioni e contrasti, per quanto ancora presenti e a volte difficilmente evitabili nella fotografia di paesaggio così condizionata dal tipo di pellicole utilizzate in passato dai paesaggisti. Le  tenui gradazioni della neve, dei tramonti, la resa dei toni notturni del cielo e della terra sono sicuramente gli aspetti fotografici più interessanti e meglio riusciti, a perfetto complemento dell’istante catturato.

È possibile ammirare altre sue opere nella pagina Flickr, attraverso la quale si riesce a scendere ancora più a fondo nel rapporto con il fotografo e con la sua opera a volte intimistica, a volte universale, ma sempre ragionata, attenta ed espressiva.

Silvio Villa