Don’t just take, give.
Fujifilm
Fujifilm ci ha fatto provare la sua nuova macchina per foto istantanee: la Instax Wide 400. (sarà nei negozi a partire da metà Luglio)
Per la presentazione ha fatto le cose in grande (forse dovremmo scrivere “in Wide”?) portandoci prima in giro in battello sui navigli di Milano e poi a una mostra fotografica di foto scattate con la Instax Wide 300.
La macchina ha indubbie qualità e pochissimi difetti. Andremo a descriverveli; alcuni li abbiamo scoperti durante la presentazione.
I NAVIGLI: la funzionalità
I Navigli milanesi sono un capolavoro di ingegneria idraulica e costituiscono un sistema di canali artificiali che ha rivestito un ruolo fondamentale nello sviluppo economico e sociale di Milano per molti secoli. Il più antico e importante è il Naviglio Grande, la cui costruzione iniziò nel XII secolo per scopi irrigui e di trasporto. Nel corso del tempo, il sistema si ampliò con la realizzazione di altri canali come il Naviglio Pavese, il Naviglio Martesana e il Naviglio di Bereguardo, creando una rete di vie d’acqua che collegava Milano ai principali fiumi e laghi della Lombardia.
I Navigli furono essenziali per il trasporto di merci e passeggeri, contribuendo significativamente alla crescita commerciale e industriale di Milano. Un ruolo cruciale dei Navigli, in particolare del Naviglio Grande, fu il trasporto delle pietre utilizzate per la costruzione del Duomo di Milano. I blocchi di marmo provenienti dalle cave di Candoglia, sul Lago Maggiore, venivano trasportati lungo il Ticino e poi sul Naviglio Grande fino al centro di Milano. Questo trasporto era esentato da dazi, come stabilito da un decreto di Gian Galeazzo Visconti nel 1386, per favorire l’edificazione della cattedrale.
Lungo le sponde dei Navigli sorsero numerose attività produttive come mulini, segherie e lavanderie. Nel XIX secolo i Navigli raggiunsero il massimo splendore, diventando anche luoghi di svago e socialità per i milanesi. Tuttavia, con l’avvento di nuovi mezzi di trasporto, persero gradualmente la loro funzione originaria. Negli anni ’30 del Novecento, molti tratti urbani furono coperti per far posto a nuove strade. Dagli anni ’80 è iniziato un processo di rivalutazione e recupero dei Navigli come patrimonio storico e culturale della città. Oggi le aree dei Navigli, in particolare la Darsena e i quartieri circostanti, sono tra le zone più vivaci e caratteristiche di Milano, ricche di locali, ristoranti e botteghe artigiane che attirano sia milanesi che turisti.
La Instax Wide 400 svolge il suo compito in maniera egregia come lo svolgevano i canali milanesi: è funzionale, semplice, immediata. Facilissima da usare e ancor più facile risulta cambiare le pellicole. Non si vede la progettazione, tecnologia e studio che ci sono dietro, ma si sentono, una macchina che chiunque può usare. L’uso infatti è reso estremamente semplice e intuitivo grazie all’esposizione automatica e al controllo automatico del flash. È una scelta voluta della Fujifilm, che probabilmente scontenterà i fotografi più esigenti, ma che andrebbe anche contro alla natura “istantanea” e d’immediatezza, di questo tipo di macchine fotografiche. Per scattare basta accendere la macchina ruotando l’obiettivo e inquadrando soggetti da 90cm a 3 metri. Continuando a ruotare l’obiettivo si attiva la modalità Paesaggio che consente di fotografare scene oltre i 3 metri di distanza.

I canali sono sicuramente belli da fotografare, ma abbiamo un minimo “stressato” la macchina che, come tutte le macchine fotografiche istantanee, ha la tendenza a desaturare e scurire le immagini. Il risultato è comunque piacevole e ci ha permesso di scattare una foto non convenzionale. È chiaramente una scelta.

La macchina dato il formato wide (Dimensioni immagine: 62mm x 99mm) è adatta anche e soprattutto a fotografare panorami. C’è da dire però che qui si trova forse l’unico vero “problema” che riscontriamo: il peso e le dimensioni. La Instax Wide 400 pesa 616 g (senza batteria, cinghia, cartuccia di pellicola e obiettivo primi piani) quindi non ci sentiremmo, ad esempio, di portarcela dietro in una escursione in montagna. Per la spiaggia, se siete stanziali (anche “spiaggiati” sotto l’ombrellone come un balenottero) è perfetta. Pensiamo che la Fujifilm, nel suo catalogo Instax, abbia molte altre camere perfette se vogliate arrampicarvi leggeri come stambecchi sulle Cime di Lavaredo o sul Monte Bianco.

Certo non avrete foto del formato che offre la Wide 400, ma le marmotte non scapperanno, sentendo la vostra eco di piccole lamentele per la stanchezza della salita.
Comunque nulla vi vieta di utilizzare il formato Wide per fotografare qualcosa di inaspettato: il letto/la casa di un barbone che vive sotto il ponte della Darsena. Purtroppo la ridente e fiorente Milano è anche questo, ma questa macchina fotografica ci è stata utile per catturare una cosa unica che ricorderemo a lungo.

Poi siamo scesi dal battello e abbiamo fatto un giro della parte storica: il vicolo dei Lavandai.
Il vicolo prende il nome da un lavatoio pubblico, ancora in gran parte intatto, utilizzato dall’Ottocento fino agli anni ’50 del Novecento. Originariamente chiamato “Vicol de Bugandee” (da “bugada”, bucato), questo luogo racconta una storia affascinante del lavoro e della vita quotidiana milanese.
“Lavandai” e non “lavandaie” in quanto inizialmente gli addetti al lavaggio dei panni, soprattutto delle famiglie ricche e abbienti di Milano, erano uomini, organizzati nella Confraternita Lavandai di Milano sin dal XVIII secolo. Il loro santo patrono, Sant’Antonio da Padova, ha un altare dedicato nella vicina chiesa di Santa Maria delle Grazie al Naviglio.
Qui abbiamo avuto, vuole il caso, la possibilità di provare la Wide 400 in un contesto differente:
Lo shooting per un servizio fotografico di moda.


Non ci siamo fatti intimidire dalla macchina professionale dei fotografi e abbiamo scattato anche noi una foto alla modella. Scatti chiesti ma quasi rubati, sia da metter in conto.
Poco più avanti dei muratori stavano risistemando la tettoia sotto alla quale si lavavano i panni:

Come si può notare il formato Wide assolve più che bene alla sua funzione permettendo di comporre lo scatto.
La mostra e poi la riscoperta del cuore della Instax Wide 400
Le istantanee hanno come i navigli la capacità unica di facilitare lo scambio e la condivisione di foto sul momento; qualche volta anche foto non piacevoli ma da conservare.
La condivisione, ovvero quello che riteniamo essere il pregio maggiore della Wide 400, è emersa in maniera massiccia dopo che siamo andati a vedere la mostra.
In un primo momento siamo andati ad Art Studio Finestreria per l’anteprima della mostra “NO BALL GAMES” di Enrico Rassu. La mostra è composta di foto scattate con INSTAX WIDE 300.
“No Ball Games” è un progetto fotografico nato dall’esperienza personale di Enrico Rassu. Il titolo, ispirato ai cartelli di divieto nelle case popolari londinesi, diventa simbolo di ribellione creativa contro le restrizioni sociali. Dopo un anno difficile nel 2020, Rassu sceglie di concentrarsi esclusivamente sulla fotografia istantanea, attratto dalla sua capacità di catturare l’immediatezza della società contemporanea e delle sue sottoculture. Dal 2021 al 2023, il fotografo documenta un’ampia gamma di soggetti: dai suoi conoscenti ad artisti, da incontri casuali a momenti intimi. Il suo obiettivo si concentra anche sulle realtà urbane e artistiche, creando un ritratto variegato della vita moderna. Il progetto incarna la filosofia personale di Rassu: la ricerca della propria strada e l’espressione libera, nonostante le imposizioni sociali. Attraverso le sue istantanee, l’artista incoraggia a mantenere il coraggio di essere autentici, trasformando un divieto in un’affermazione di libertà creativa.

Ma “No Ball Games” è anche altro:
- Proiezioni cinematografiche: Tre cortometraggi realizzati dai registi Ivano Atzori, Simone Peluso e Olmo Parenti, offrendo le loro interpretazioni personali del tema.
- Installazione interattiva: Un’opera del collettivo Throw Up che invita i partecipanti a lasciare la propria firma su una parete di compensato.
- Musica dal vivo: DJ set curato da One Shot.
- Merchandising: Collaborazione con Propaganda per la creazione di t-shirt esclusive.
- Residenza artistica: Uno spazio allestito come home studio, sotto la direzione artistica di Lvnar, ospiterà per tre giorni un’esperienza open mic. Qui, artisti e visitatori potranno esprimersi liberamente attraverso pensieri o performance musicali.
Questo evento poliedrico mira a creare un’esperienza immersiva che celebra diverse forme di espressione artistica, in linea con lo spirito del progetto di Rassu.
La presentazione del progetto ha chiamato a raccolta la comunità rap milanese e lombarda e ci ha dato la possibilità di utilizzare ancora, divertendoci, la Wide 400. Ci siamo quasi subito dimenticati della mostra, interessati dalle facce e persone presenti.

Non potevamo non fotografarlo, dato che lo riteniamo un soggetto interessante, e soprattutto non potevamo non fare una cosa che la Wide 400 ci permette di fare: scattare due istantanee e regalargliene una. In questo modo si è creato subito un canale privilegiato di scambio e interazione tra noi e il soggetto che ci ha raccontato di sé.

La macchina permette, dato il formato, di fotografare agevolmente gruppi di persone. Avremmo sicuramente potuto fotografare anche tutte le persone presenti e inquadrarle senza problemi. Anche con questo gruppo familiare (Babbo con figlia e figlio), abbiamo potuto instaurare un dialogo. La “grandezza” della macchina permette subito di essere notati ed essere connotati e la gente, tranne pochi, si sente subito coinvolta e stimolata a farsi fotografare.



Come si può vedere la Instax Wide 400 è perfetta per fotografare persone e gruppi di persone. Il formato ampio permette di inscrivere anche le persone in un contesto. E l’istantanea è ampia, grande.
La Instax Wide 400 ha anche un timer (da 2 a 10 secondi) che ci permette di fare le foto insieme alle persone con cui stiamo. Una funzione forse non troppo utilizzata ma sicuramente gradita. Inoltre la Fujifilm fornisce un pezzettino di plastica che vi permette di inclinare la camera e non impazzire a cercare qualcosa per avere il giusto angolo. (la macchina è comunque compatibile con i cavalletti)

Un’ultima cosa: la Fujifilm fornisce con questa camera anche un obiettivo opzionale per i primi piani, con cui si possono scattare foto a una distanza di 40 cm. L’obiettivo ha anche un piccolo specchietto che può essere utilizzato per scattarsi i selfie.

Conclusioni
La Instax Wide 400 è la macchina fotografica istantanea perfetta per contesti in cui si debbano fotografare persone e soprattutto gruppi di persone. La riteniamo ideale per matrimoni, eventi, eventi aziendali, feste di compleanno… Immaginate un matrimonio in cui è anche la sposa che fotografa gli amici e parenti o un compleanno dove ci si scatta una foto di gruppo con gli amici. Ci pare importante rimarcare come spesso ci siamo dimenticati quanto il supporto fisico abbia una sua importanza, e regalare immediatamente una foto o avere una foto da mettere in un diario, su un frigorifero o sotto a un monitor in ufficio ci renda più felici e in “comunione” con gli altri.
La Fujifilm grazie alla Instax Wide 400 ci permette di riallacciare, rinfrancare, riottenere quella fisicità e contatti che forse un poco si sono persi con il digitale. Abbiamo migliaia di foto sui nostri cellulari e sui nostri computer ma spesso non hanno per noi lo stesso valore che può avere un’instantanea.
Infine, per un fotografo interessato alle persone poi le Instax permettono di creare un “First Contact” (un primo contatto) fotografando il soggetto e regalandogli la foto. È una modalità molto carina per coinvolgere e chiedere se ci sia interesse e disponibilità, per scattare delle foto in studio o con altre tipologie di macchine fotografiche.
Ringraziamo Fujifilm di averci fatto partecipare all’evento.