Dopo aver visto le novità Canon, presentate durante il 2022, abbiamo deciso di fare un’intervista con Stefano Catalani: Product Specialist della divisione ITCG di Canon Italia; per parlare degli aspetti tecnici dei nuovi prodotti e non solo. Nell’ultima parte del 2022 è stata presentata la Canon EOS R6 Mark II. Quali sono le principali novità rispetto al modello precedente?
Canon R6 è la macchina che davvero ha consacrato il sistema EOS R. Canon ha voluto aggiornare il modello e regalarle ancora qualcosina in più. Iniziamo chiaramente dalla risoluzione, perché siamo passati dai 20 megapixel del sensore della R6, ereditato dalla Canon EOS-1D X Mark III, a un nuovo sensore, progettato appositamente per questa macchina, da 24 megapixel. Potrebbe sulla carta non sembrare una cifra che porta una rivoluzione in questo segmento, però chiaramente già in percentuale, c’è un aumento del 20% di risoluzione e in più le attività di lancio che abbiamo fatto con gli Ambassador e Content Creator ci hanno dimostrato, da subito, quanto questi 24 megapixel siano di altissima qualità. Anche quando c’è bisogno di fare un crop della fotografia, i 24 megapixel sono sicuramente più che sufficienti, a maggior ragione quando vado ad utilizzare ottiche RF che garantiscono – già nel file RAW o eventualmente il jpeg registrato in camera – un file veramente di qualità molto alta.

Inoltre, abbiamo praticamente raddoppiato il numero di scatti disponibili con l’otturatore elettronico, perché siamo passati da 20 a 40, quindi in questo momento abbiamo, con Canon EOS R6 Mark II, la macchina con la raffica più veloce, addirittura superiore a quella di Canon EOS R3. R6 Mark II eredita da EOS R3, il sistema di autofocus, quindi con il tracking sempre disponibile, indipendentemente dal tipo di punto di messa a fuoco che si va a scegliere, con copertura totale, praticamente 100% in orizzontale e in verticale, cui si aggiungono anche delle novità. Abbiamo, infatti, nuovi soggetti – come cavalli, treni e aerei – che il sistema è in grado di riconoscere grazie all’utilizzo del tracking aiutato dall’intelligenza artificiale Deep Learning. Oltre a tutto questo, c’è la possibilità di andare a selezionare nel menu dedicato all’autofocus, il riconoscimento automatico. Quindi, nel caso in cui io non voglia dedicare troppo tempo a customizzare i menu, posso sfruttare la modalità auto e la macchina riconosce da sé i soggetti e li insegue in maniera completamente automatica. Abbiamo reintrodotto una tecnologia che era già presente in precedenza, come in Canon EOS 5DS R: la funzione AI Focus, una via di mezzo tra AF One Shot e Servo, nel senso che partendo dalla modalità One Shot, grazie al tracking sempre attivo e disponibile, se la macchina si accorge che il soggetto si sta muovendo, continua a tenerne traccia all’interno del fotogramma. Questo è molto importante, secondo me, per quella tipologia di fotografia dove il fotografo vuole essere assolutamente certo al 120% del fuoco, ma non vuole perdere il momento, nel momento in cui magari il soggetto si sposta in maniera imprevista. Altre novità: sicuramente l’introduzione della slitta multifunzione, l’abbiamo vista per la prima volta su R5C, R3 e le nuove mirrorless APS-C, che accompagna l’introduzione anche del nuovo Flash Canon Speedlite EL-5, il primo flash di Canon che va a sfruttare appieno questa slitta digitale assieme agli altri accessori che sono stati introdotti da R5 C o in particolar modo da R3 in poi.

Abbiamo anche rivisto leggermente il layout dei pulsanti: abbiamo spostato il tasto di accensione sul lato destro, mentre sul lato sinistro è stato spostato lo switch da foto a video, con un sistema molto più intuitivo e più rapido da azionare. Sono stati sistemati anche quei dettagli di Canon EOS R6 che sono importanti per gli utenti ibridi che rapidamente volevano passare da foto a video e magari mantenere le stesse impostazioni di esposizione manuale; la possibilità di avere le modalità custom sia in modalità foto che video. Esempio: il fotografo matrimonialista che in assoluta rapidità e precisione deve poter passare da una modalità all’altra. E visto che parlavamo di video, sicuramente una grossa novità che per la prima volta vediamo su una mirrorless che nasce come macchina fotografica, è il False Color, quindi uno strumento di valutazione dell’esposizione molto preciso e accurato, che va a utilizzare in pieno il display orientabile della macchina fotografica. Ultimissima cosa che vorrei citare, visto che si parla di prodotti ibridi, prodotti sempre più integrati all’interno di sistemi anche connessi a Internet, la possibilità, tramite protocollo UVC/UVC, di avere tramite connessione USB-C la macchina pronta allo streaming. Andiamo a bypassare cavi, connettività e quant’altro, utilizzando un cavo USB-C, la macchina viene rilevata come webcam ed è possibile anche utilizzare l’audio direttamente dalla fotocamera col microfono opzionale.
Ti faccio una domanda che ultimamente sto rivolgendo a tutti i marchi. Gli amanti della fotografia per potersi esprimere al meglio hanno sempre optato per il sensore Full Frame e Canon ha da sempre fornito un prodotto adatto alle diverse esigenze. Gli anni Venti del duemila sembrano indicare una strada diversa, dove i sensori APS-C, ormai con grandi risoluzioni, come la Canon R7, sembrano un’alternativa più funzionale. È così? Dov’è la differenza tra le due soluzioni?
Funzionale? Sicuramente. Direi che sono due sistemi con le loro peculiarità, ma che possono coesistere tranquillamente. Canon da sempre ha supportato il mondo imaging col sensore APS-C, tant’è che una delle primissime macchine digitali del sistema EOS è stata una APS-C. Abbiamo continuato a supportarlo con le reflex, con le mirrorless del sistema EOS M e adesso, appunto, stiamo facendo confluire sempre di più tutti questi vari mondi con l’innesto RF. Per quanto riguarda le grandi risoluzioni, sicuramente Canon EOS R7, ma una risoluzione simile l’abbiamo già vista su Canon EOS 90D e con Canon M6 Mark II, questo per dire che non siamo nuovi a portare grandi risoluzioni sul sistema APS-C. Chiaramente sono macchine che hanno dei pregi: un prezzo sicuramente più abbordabile per chi comincia rispetto al mondo full frame, gli ingombri e i pesi molto ridotti, per chi vuole una fotocamera leggera da poter portare nello zaino senza che diventi un peso ulteriore o eccessivo. Dall’altro lato parlavo di coesistenza tra i due sistemi, perché ci sono anche fotografi che volutamente cercano il fattore crop della APS-C. Da quando abbiamo annunciato Canon R7, abbiamo visto tantissimi fotografi naturalisti che magari avevano già Canon R5 o R3 e che hanno voluto affiancare a queste macchine full frame una Canon R7 per via della risoluzione, la possibilità di croppare in post-produzione e il fattore di moltiplicazione 1.6x utilizzando lenti full frame RF e avere una portata maggiore. Se invece vogliamo parlare di differenza tra le due soluzioni, a livello di gamma dinamica, a livello di rapporto segnale rumore ad alti ISO, il sensore full frame ha e avrà sempre, per sue caratteristiche fisiche di costruzione, dei vantaggi. Oltre al fatto che il fotografo, ad esempio ritrattista, vuole ottenere ancora di più dalle ottiche ad ampia apertura di Canon, come l’obiettivo RF 85mm F1.2 L USM che, grazie al sensore full frame, può dare una percezione maggiore della profondità di campo. Però, ripeto, abbiamo sempre supportato il formato APS-C e continueremo a farlo in futuro, vediamo questa differenza ipotetica di utilizzo, ma allo stesso tempo anche una coesistenza tra i due sistemi.
Sei stato molto esauriente e c’è un’altra cosa che mi ha molto incuriosito. Ultimamente gli utenti hanno potuto apprezzare un’ulteriore attenzione da parte di Canon nel supporto, il firmware più elaborato. Due prodotti di recente hanno beneficiato di un aggiornamento che ha introdotto funzionalità che di fatto hanno ridato loro lo status di novità: la Canon R3 e la C70. Cosa è cambiato in meglio?
Certamente queste nuove generazioni di prodotti, con processori molto capaci, hanno permesso agli ingegneri di Canon di poter implementare nel tempo più funzioni e di conseguenza poter garantire anche una longevità maggiore del prodotto. Tu mi chiedi giustamente di R3 e C70, però io vorrei fare anche un passettino indietro. Quando abbiamo annunciato la R3, con il suo sistema di messa a fuoco capace di rilevare i soggetti – penso alle automobili o le moto da corsa, fino ad arrivare al solo casco del pilota – ecco che questa caratteristica è stata trasferita anche su Canon R5 e R6, macchine di un anno più vecchie, con un semplice aggiornamento firmware messo a disposizione gratuitamente agli utenti Canon. Penso anche a quando abbiamo annunciato Canon R5 C, dove, tramite aggiornamento firmware di C70, la macchina ha guadagnato il formato Cinema RAW Light, che invece in precedenza non era disponibile. Questo passaggio ha reso molto contenti gli utenti di C70 che avevano creduto nel progetto di Canon di portare l’innesto RF nel mondo cinema EOS. Altrimenti, chiaramente, sarebbero potuti rimanere un pochino scontenti nel momento in cui Canon R5 C, un prodotto nuovo e posizionato in una fascia prodotto inferiore rispetto a Canon C70, potesse registrare il RAW e C70 no.
Per rispondere, invece, alla tua domanda, parliamo del nuovo firmware di Canon C70. Le caratteristiche principali che mi vengono in mente sono sicuramente il supporto dell’autofocus con il rilevamento del viso e dell’occhio, anche quando siamo in Fast e Slow Motion. Per esempio, a 120 fotogrammi al secondo, ecco che l’autofocus continua a rilevare, inseguire volti e occhi. Abbiamo poi aggiunto la possibilità di andare a registrare in 4K XF-AVC Intra-Frame (ALL-I) fino a 60 fotogrammi al secondo. Anche qui un piccolo aggiornamento, ma comunque molto richiesto. Inoltre, per andare a sfruttare al meglio i quattro canali audio di cui dispone Canon C70, è stata introdotta la visualizzazione in contemporanea dei livelli audio di tutti e quattro i canali, mentre prima era possibile visualizzarne solamente due alla volta. Altra cosa molto importante, è stato introdotto anche il protocollo Canon XC, per garantire facilità di trasmissione per lo streaming. Il protocollo Canon XC consente anche di poter controllare la macchina da remoto con il controller PTZ e di andare a creare un unico ambiente dove coesistono diversi prodotti di Canon (Cinema EOS e PTZ) che possono essere appunto gestiti da remoto con un unico controller.

Per quanto riguarda gli aggiornamenti firmware di Canon EOS R3, anche in questo caso per lo streaming è stato introdotto il protocollo RTP, un protocollo diverso perché è diversa anche la tipologia di utilizzo della macchina. È stato introdotto il video in Full HD fino a 240 fotogrammi al secondo, uno strumento molto interessante, soprattutto per la tipologia di macchina che è EOS R3. Inoltre, la possibilità di andare a visionare la risultante del composit del Focus Stacking, per avere sia tutte le foto singole con i diversi punti di messa a fuoco, ma anche ottenere, praticamente in tempo reale, un jpeg con la somma di tutte queste varie zone di fuoco. In conclusione, un High Speed a 195 fotogrammi al secondo, fino a 50 foto, ideale per esempio per la fotografia di azione, magari controllata, o all’utilizzo in studio con luci continue dove si vuole fare la fotografia del momento esatto di un’esplosione e quindi i 30 fotogrammi al secondo sono, per così dire, pochi, mentre ora la macchina ha a disposizione fino a 195 fotogrammi al secondo. Per la modalità video è stato introdotto anche il timelapse. E ancora, un aggiornamento introdotto in parallelo anche su Canon R5 e R6, per correggere quello che in inglese si chiama Wobble, cioè un effetto un po’ gelatinoso, diciamo così, sui bordi del fotogramma, che era visibile soprattutto in ambito Vlogging, quindi con la videocamera molto vicina al soggetto e magari uno sfondo molto lontano e inquadrato con un grandangolo. In precedenza, gli angoli di questo tipo di inquadratura sembravano un po’ muoversi indipendentemente dal soggetto, ora questa feature va a correggere il problema.
Vorrei chiederti, se puoi rispondere ovviamente, in molti vorrebbero saperlo, c’è il rischio che in futuro i firmware possano diventare a pagamento?
La strada che ha intrapreso Canon credo che difficilmente possa andare in direzioni diverse. Anni fa abbiamo avuto alcuni aggiornamenti firmware a pagamento, ma estremamente specifici per esempio l’aggiunta di Canon Log 3 sul modello 5D Mark III. Tutti gli aggiornamenti software su Canon R5, R6, R3, C70 sono stati gratuiti, così pure quelli nella storia delle reflex; dunque, ritengo che non ci saranno cambiamenti in tal senso.
Un filmmaker ha una tecnologia in più, offerta da Canon, per esprimere la sua creatività: le telecamere PTZ. Come si inseriscono nel flusso di lavoro questi dispositivi e quali sono le caratteristiche che li rendono indispensabili?
Faccio una breve premessa per contestualizzare i nostri prodotti PTZ: Canon è entrata in questo mercato da poco tempo, ma lo ha fatto con prodotti già collaudati, perché buona parte di queste tecnologie era già presenti in altri prodotti dell’offerta Canon. Le nostre PTZ sono una fusione di tecnologia tra il video pro e le network Camera che Canon già produceva. Quindi, da un lato abbiamo potuto contare sulla possibilità di avere dei movimenti PTZ di estrema precisione, sulla possibilità di avere camere remotate (gestibili da remoto) e il controllo in contemporanea di più camere, sia con il controller fisico che abbiamo lanciato insieme alle prime PTZ, ma anche via browser, perché tutte queste PTZ hanno anche la porta LAN. Dall’altro lato, abbiamo introdotto anche tutta la tecnologia video delle camere ENG, quindi sensori sicuramente più grandi rispetto alle networking Camera, possibilità di registrare in 4K, alcune di queste macchine hanno addirittura un autofocus tramite tecnologia dual pixel e il processore video Digic DV 6 e DV 7 che sono proprio tipici delle macchine cinema EOS o delle macchine ENG. Per quanto riguarda l’integrazione di queste camere all’interno del workflow video, bisogna partire dal presupposto che, essendo prodotti Canon, la colorimetria, la scienza colore, è sempre la stessa; la possibilità di avere il 4K per tutte le macchine con un 4:2:2 10 bit è sicuramente un’opzione molto interessante. Addirittura, due di queste, CR-N500 e CR-X500 e in futuro anche altre macchine, hanno il Canon Log-3, qualcosa che non si era mai visto su una macchina PTZ. Tre prodotti su cinque hanno il dual pixel autofocus, quindi, anche in questo caso, assolutamente sicuri che la messa a fuoco sia estremamente precisa. Filtri ND integrati che sono un must per il videomaker, ed infatti sono presenti già a partire da C70 nella lineup Cinema EOS.



Quest’anno abbiamo annunciato aggiornamenti firmware anche per le videocamere C300 e C500, più un accessorio che permette una miglior integrazione in un ambiente broadcast. Negli aggiornamenti firmware, per esempio, la possibilità di vedere sul monitor della Camera quello che la regia sta mandando in onda, indipendentemente da quello che la camera sta riprendendo; la possibilità di avere il tally, cioè sapere che quella camera in quel momento è in onda. Tutti aspetti che rispondono a un mondo che sta cambiando, un mondo che è sempre più ibrido; possibilità di integrare soluzioni che nativamente avrebbero degli impieghi un po’ più specifici, per farle lavorare insieme, perché potremmo utilizzare e introdurre anche R5 C che fa parte della gamma Cinema EOS, ma anche R5, R3, R6 Mark II e poi appunto andare a sfruttare le peculiarità delle PTZ.
La PTZ può essere remotata e alimentata tramite PoE, quindi con il cavo LAN che porta anche l’alimentazione, e il fatto che la macchina è pensata anche per essere appesa a testa in giù, essendo leggera, è possibile posizionarla in posti dove normalmente una C100, una C500 o anche una C70 non possono essere installate. Inoltre, c’è la possibilità di sfruttare tutti quelli che sono i protocolli di streaming, per esempio l’SRT, il FreeD o il protocollo proprietario Canon XC.
Federico Emmi