La terra dei Khalsa – Un reportage di Massimo Podio

Il massacro dei Sikh del 1984 rappresenta uno degli eventi più tragici e controversi nella storia contemporanea dell’India. In seguito all’assassinio della Primo Ministro Indira Gandhi da parte delle sue guardie del corpo sikh, l’intera comunità sikh fu bersaglio di una violenta ondata di pogrom, orchestrati e alimentati da sentimenti di vendetta e odio. Migliaia di persone persero la vita in quei giorni di orrore, lasciando un segno indelebile nella memoria collettiva e generando profonde cicatrici che ancora oggi influenzano le dinamiche sociali e politiche del Paese, sollevando interrogativi sulla giustizia, i diritti umani e la convivenza tra comunità diverse. Massimo Podio, già ospite di questo Magazine, a quaranta anni da questi eventi ci propone un reportage che ci racconta la vita ed il ricordo, vivissimo, della comunità Sikh di quella parte di litorale laziale tra Anzio e Lavinio che quest’anno rievoca e denuncia con ancora maggior fervore uno dei periodi più bui della storia dell’India.


Nel 2024 cade il quarantennale del massacro in cui migliaia di fedeli sikh furono vittime nella loro stessa terra d’origine, l’India. 

La loro comunità fu presa di mira per la sua religione e la sua identità culturale distinte dalla religione predominante, l’induismo, per molti aspetti incluso il rifiuto del sistema delle caste; i sikh nutrono inoltre  l’ambizione di fondare nel territorio ove oggi sorge il Punjab, un nuovo Stato, il Khalistan (la Terra dei Khālsā), dall’ordine cavalleresco fondato nel 1699.

3 giugno 1984, nello stato indiano del Punjab, culla del sikhismo, l’allora primo ministro Indira Gandhi avvia un’operazione militare nota come “Blue Star” con lo scopo di eliminare i militanti rivoluzionari sikh che si erano asserragliati all’interno del Tempio d’Oro di Amristar, in cui erano presenti migliaia di fedeli riuniti in occasione di un’importante festività. I militanti resistettero per ore mettendo in seria difficoltà i regolari. Alla fine degli scontri persero la vita migliaia di fedeli, la maggior parte estranei all’attività dei militanti rivoluzionari, e un centinaio di soldati regolari.

Il 31 ottobre di quello stesso anno il Primo Ministro Indira Gandhi fu assassinata da due sikh che lavoravano come sue guardie del corpo. Da lì in poi i rapporti con il governo indiano si deteriorarono sempre di più e nel 2024 a quarant’anni dai fatti di Amristar, i moltissimi indiani di fede sikh espatriati, vivono seguendo la loro fede e le loro tradizioni e continuano a operare per ottenere una loro terra dove poter vivere in pace i propri valori.

In Italia i sikh contano oltre 50.000 membri. A sud di Roma, tra Anzio e Lavinio un migliaio di loro prosperano dagli anni ’80 ben integrati nella comunità locale che li ha accettati per la loro riconosciuta moralità e operosità. 

Il Gurdwara Gobind Sar Sahib è il luogo di culto in cui i sikh della zona si riuniscono per la preghiera. La condivisione dei beni è ritenuta una parte importante della vita quotidiana e viene espressa simbolicamente attraverso i pasti della congregazione in cui viene superata ogni distinzione di genere e classe sociale: ogni domenica, il loro giorno sacro, arrivano dai paesi e dalle campagne con ogni mezzo: automobili, scooter, le immancabili biciclette e naturalmente il piccolo treno regionale che unisce i paesini della zona e ferma alla stazione ferroviaria che si trova a poche centinaia di metri dal Tempio. 

Il Gurdwara è anche il luogo deputato a conservare e tramandare la loro storia e le loro tradizioni culturali ai figli che durante la settimana frequentano la scuola dell’obbligo e la domenica quella della comunità preposta, quest’ultima, a instillare loro la lingua madre, i valori e le tradizioni di quella terra a oltre 5.000 Km da casa.

L’autore

Nato a Venezia nel 1962, Massimo Podio vive e lavora a Roma dal 1968. È sposato con Maria Beatrice e ha due figlie, Giulia e Arianna. Dopo aver esplorato la fotografia analogica nei circoli romani L’Immagine e L’Associazione Fotografica Tempo Reale, dal 2010 si dedica alla fotografia digitale e al reportage, formandosi al WSP di Roma, culminando con il Laboratorio Avanzato di Reportage di Fausto Podavini.

Ha realizzato diversi progetti fotografici autofinanziati e senza scopo di lucro, usando la fotografia come mezzo per osservare e comprendere la realtà circostante, spesso trascurata o mal interpretata dai luoghi comuni o da interessi commerciali. Si è concentrato principalmente su contesti di disagio sociale e degrado.

Tra il 2021 e il 2022 ha creato il progetto che nel 2023 sarebbe diventato la campagna antifumo degli Istituti fisioterapici Ospitalieri – Istituto Tumori Regina Elena e Istituto Dermatologico San Gallicano. Tra il 2023 e il 2024 ha realizzato un reportage sul quarantennale dell’eccidio dei sikh del 1984 perpetrato dal Governo Indiano.

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