Anche il 2015 è iniziato, ma che dico, è quasi a metà e le macchine fotografiche digitali, sì, quelle che anni fa hanno “sostituito” le vecchie macchine a pellicola nel 2015 come sono? Ovviamente super accessoriate, super automatiche, super megapixel equipaggiate, sempre più piccole leggere e potenti. Fino ad un anno fa circa la mia attrezzatura fotografica era estremamente al passo coi tempi, con le novità, poi è successo qualcosa, qualcosa che ha estremamente cambiato il mio modo di vedere la fotografia e gli strumenti che servono per scattare le foto.. La mia storia che racconterò in questo articolo inizia con un viaggio..
Durante un giorno libero, uno di quei giorni in cui non lavori, mentre cerchi di trasformare una giornata anonima in una giornata “particolare”, ho guardato la mia Nikon D300 circondata da obiettivi, lenti, lentini, telecomandi con filo e adattatori di ogni genere, mi sono chiesto quand’era stata l’ultima volta che l’avevo utilizzata, l’ultima volta che utilizzandola non avevo avuto il mal di schiena nel portarmi dietro l’80-200 f2.8 o che tornando a casa ero strafelice delle foto scattate. Come mai era successo prima ho visto tutta la mia attrezzatura come qualcosa di costosamente inutile, ho quindi optato per trasformare quella mia giornata nella giornata in cui avrei rivoluzionato la mia attrezzatura fotografica. Dopo una mattinata passata su internet per verificare le scorte dei negozi vicini alla sera il mio scaffale era praticamente vuoto rispetto al mattino ed accanto alla mia Sony A7 c’era una nuova arrivata, una Leica M8 usata del 2006 con un summicron F2 retrattile del 1955, stregato dalla “leggenda” del marchio dalle voci e anche dalla mia sempre presente passione per la meccanica, ho voluto affrontare questo salto nel buio forte del fatto che una Leica non perde facilmente il suo valore e che sulla rete le foto scattate mi sono sempre piaciute tanto.
Assieme all’acquisto di una nuova fotocamera ho fissato anche un viaggio con mia moglie a Venezia, un posto senza tempo estremamente adatto a passare dei giorni romantici e per scattare delle belle fotografie in un posto che ha da sempre ispirato fotografi e artisti. Con me ho portato la M8 e la Sony A7 con la sua lente originale 28-70 comprata in bundle.
Ricordo benissimo che il primo scatto fatto con la Leica è stato in un ponte sul canal grande dove alla pressione del tasto di scatto la macchina ha risposto con un suono terribile, un lungo lamento meccanico tipo frullatore rotto, ebbene si, quello era il suono dell’otturatore. Iniziamo bene ho subito pensato, stavolta ho proprio esagerato, un sacco di soldi buttati o da rinegoziare, mi è saltato subito alla mente, il tutto non è poi migliorato quando ho guardato lo schermo posteriore, piccolo e con la risoluzione di un moderno commodore 64.
Ma l’idea di montare una lente costruita quando mio papà andava ancora alle elementari mi intrigava, avere tra le mani una “M” come il grande Berengo Gardin proprio a Venezia dove ha costruito il suo primo libro, era troppo bello. Ho quindi pensato di godermi i miei giorni a Venezia senza pensare ai pixel, al breacketing, all’hdr ecc.. Ho quindi provato ad utilizzare la mia Leica durante la mattina ed il pomeriggio e la notte avrei usufruito della enorme sensibilità della Sony A7 per accorciare il più possibile i tempi di scatto.
Già perche la mia M ha tante cose carine, ma sopra i 640 iso ha molto rumore, è un problema ho pensato all’inizio, è un problema che avrò fino a che non avrò i soldi per comprare l’ultimo modello, poi ho pensato a mio padre, il mio primo fotografo di riferimento che utilizzava una Pentax mx con i rulli della Kodak da 400 iso. Ma se mio padre e tutti i fotografi degli anni della pellicola usavano i rulli da 400 iso perché io non posso fare delle belle foto? io che all’occorrenza posso spingere il sensore anche a 1000 iso? questo pensiero ha cambiato per sempre il mio modo di fotografare.
Vedendo durante le pause della vacanza le mie foto sugli schermi delle macchine mi sono reso conto come le foto fatte con Leica fossero molto diverse da quelle scattate con la Sony, non erano migliori o peggiori, ma semplicemente diverse. Volendo immortalare qualcosa con la Sony, si guarda attraverso uno schermo, che questo sia esterno o interno.. mentre sulla Leica M si guarda attraverso una lente di cristallo, che inquadra una porzione molto maggiore della immagine che andremo a scattare, solamente questo, mi porta a scattare diversamente. Con Leica posso guardare la scena anche per dei minuti aspettando che l’inquadratura sia perfetta, posso controllare se un soggetto sta per entrare nell’inquadratura il tutto senza consumare minimamente la batteria e con una nitidezza ed una luminosità incredibile, insomma la struttura e la forma della macchina mi portava a fare delle foto più ragionate o anche più veloci se la scena lo richiedeva, se infatti la macchina è spenta il tempo di accensione è brevissimo, mentre nella Sony si parla di diversi secondi.
Appena a casa ho controllato il prima possibile i miei scatti, e come per magia quella che all’inizio mi è sembrata una scelta molto azzardata o quasi sbagliata mi ha fatto sobbalzare sulla sedia, la resa cromatica della mia nuova scatoletta borbottante in ottone era stupefacente, i colori restituiti dell’acqua, dei ponti e delle facciate mi ricordavano quelli delle fotografie scattate da mio padre quando guardavamo le diapositive di ritorno dalle vacanze estive o dei miei primi compleanni, colori sinceri, delicati, reali. Da allora la mia macchina principale è una macchina del 2006 che non sorpassa i 1000iso di sensibilità, che fa al massimo 2,5 scatti al secondo che non ha l’autofocus e che semplicemente adoro..
La mia fotografia è cambiata quel giorno, in quei giorni, scoprendo che sotto ad un marchio un po’ fighetto si racchiudevano dei gioielli per “fare” le fotografie strumenti un po spartani dove c’è solo quello che serve e a volte anche un po’ meno. Una sorta di fotografia a pellicola dove al posto di una kodak chrome c’è un Kodak ccd, niente di più, niente di meno. Dove le lenti non sono forse buone, forse no, ma solo molto costose e incredibilmente meravigliose, dove si mette a fuoco a mano e si tiene il respiro per evitare il mosso ad 1/30 di secondo, dove nessun transistor o chip ti puo dare una mano per la tua prossima foto. Dove tutta la corsa alla tecnologia piu estrema è rallentata nella ricerca della qualità e dal rispetto di una tradizione. A chi come me che prima di trovare la mia strada passavo ore su internet leggendo recensioni su software, macchine, lenti strastabilizzate ecc… Consiglio di provare una Leica M, dopo un breve periodo di rodaggio per superare un certo timore reverenziale… Ne vorrete una.