MIA Photo Fair, 22/25 Marzo 2019, Milano
Si è conclusa a Milano la IX edizione di MIA Photo Fair, fiera internazionale dedicata alla fotografia d’arte, ideata e diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli, con il patrocinio del Comune di Milano, della Regione Lombardia, della Città Metropolitana di Milano e il contributo del Main Sponsor BNL Gruppo BNP Paribas e degli Sponsor Eberhard & Co. e Olympus.
In questa edizione sono stati conteggiati circa 25mila ingressi, un numero importante che spiega bene i motivi dei riconoscimenti internazionali come fiera di riferimento per qualità e varietà delle proposte. Inoltre è stato positivo anche il riscontro commerciale, circa l’80% degli espositori ha concluso delle vendite.
Per comprendere la portata di questo evento bisogna tradurre dei numeri: per questa edizione lo stesso Fabio Castelli, Gigliola Foschi, Roberto Mutti ed Enrica Viganò, hanno accuratamente scelto 85 gallerie, per quasi un terzo europee (Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Montenegro, Olanda, Romania, Spagna, Svizzera, Ungheria) e 4 extraeuropee (Cina, Giappone, Israele, USA); le restanti proveniente dall’Italia. A queste si aggiungono 50 espositori suddivisi tra progetti speciali, editoria e progetti a 4 mani portando il numero totale degli espositori a 135.
Quest’anno l’immagine simbolo di MIA è del fotografo norvegese Rune Guneriussen, il cui lavoro è stato esposto nel vecchio e nuovo continente, oltre che in importanti fiere internazionali (Paris Photo, Art Basel).
Il comunicato stampa ci ricorda che “Guneriussen utilizza oggetti creati dall’uomo per comporre installazioni temporanee nell’ambiente naturale, rendendole protagoniste delle sue eteree immagini fotografiche. La scelta di Guneriussen è stata guidata, oltre che dalla qualità artistica, anche dall’interesse verso uno dei problemi fondamentali del nostro tempo e cioè l’importanza di mantenere in equilibrio il rapporto tra l’uomo e la natura”.
La fiera in questa edizione è arricchita da approfondimenti che hanno l’obiettivo di avviare una discussione intorno la fotografia attraverso diverse sezioni:
- Beyond Photography, spazio che ospita gallerie che espongono in fiere internazionali non specificatamente dedicate alla fotografia o che propongono artisti che utilizzano altri mezzi oltre alla fotografia. In questo modo si intende costruire un ponte di connessione con l’arte contemporanea;
- Nasce anche la collaborazione con Photo Independent, la fiera di fotografia di Los Angeles, che ha proposto una selezione di autori scelti tra le nuove generazioni di fotografi indipendenti;
- La Corea del Sud è il paese ospite di MIA Photo Fair 2019. Per l’occasione il Consolato Generale della Repubblica di Corea ha presentato Focus Korea, allo scopo di promuovere la realtà fotografica coreana esponendo alcuni dei più importanti artisti contemporanei:
- Fabio Novembre, uno degli architetti e designer italiani più apprezzati a livello internazionale, appassionato collezionista di fotografia, ha composto un percorso particolare selezionando alcune delle opere esposte a MIA Photo Fair;
- La Mostra dei Collezionisti presenta al pubblico un’esposizione unica di opere d’arte di importanti nomi della fotografia mondiale, da Franco Fontana a Vera Lutter, Mario Cresci a Larry Clark, provenienti da prestigiose collezioni;
- Molto ricco il programma culturale incentrato sulle neuroscienze in collaborazione con l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, nuovo partner scientifico.
Settimio Benedusi è stato presente per fotografare 100 fortunati soggetti nell’ambito del progetto RICORDI?, per preservare e recuperare il valore del ritratto stampato.
Eventi di assoluto interesse sono stati sicuramente CODICE MIA, che ha permesso ad una ristretta cerchia di 30 fotografi di incontrare e confrontarsi con esperti del collezionismo internazionale e personaggi di spicco della fotografia, e Proposte MIA, forse l’appuntamento più atteso, dedicato a fotografi indipendenti che hanno la possibilità di presentarsi al pubblico ed alle gallerie.
Folta anche la schiera degli editori, per lo più indipendenti, e librerie specializzate dove trovare chicche e rarità.
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Queste in sintesi sono state le proposte della fiera, ma la fotografia dove sta, vi chiederete?
La visita comincia con un sobrio stand Canon che propone delle stampe di prestigio di Roberto Caielli, insieme a Paolo Verzone e Massimo Sestini, e subito si intuisce una attenzione e cura maggiore nella selezione delle carte e delle cornici che ci accompagna per gran parte del percorso. Fortunatamente la protagonista rimane sempre e solo la Fotografia ed il marketing rimane dietro le quinte.
Le gallerie si susseguono fra immagini di estremo artigianato a livello realizzazione tecnica ad altre di più semplice e tradizionale fattura che puntano al contenuto.
Quando però le due cose si uniscono, ecco, lì nasce il vero capolavoro. Come nelle immagini di Lucretia Moroni, Massimo Pelagagge e Salvatore Abate, dove si percepisce estrema cura e preziosità del prodotto finale.
Felice la constatazione di come le proposte si allontanino dagli ambiti fotografici che oggi in Italia vanno per la maggiore, reportage e fashion, al di fuori dei quali è difficile ottenere riscontro.
Tanta produzione analogica, stampe con procedimenti antichi, fotografia istantanea ribadiscono con forza che l’unica identità possibile della fotografia è per sua natura la materia, di per sé un segnale per tutti di stampare le proprie immagini.
Quando invece il concettuale valica certi confini e ostacola l’interpretazione dell’immagine stessa, oppure quando l’artigianalità e la creatività passano esclusivamente attraverso una massiccia seduta al computer, la soglia di attenzione cala drasticamente e si passa alla galleria successiva.
E’ questa una delle questioni alle quali la fotografia si sta trovando ad affrontare ed è un limite proprio di chi, di vecchia scuola, intende e percepisce la fotografia solo se mantiene e riporta il segno e riconoscimento di un’immagine ripresa con apparecchio fotografico.
E proprio Denis Curti che rileva come “il MIA deve cercare di fare ordine tra passato, presente e futuro della fotografia”.
Le soddisfazioni maggiori arrivano però nel momento in cui la fotografia esprime onestà, personalità e non è fatta per stupire, ma semplicemente fedele a se stessa.
Per questo motivo una menzione va assolutamente fatta per Sofia Uslenghi, Giacomo Infantino, Andrea Tonellotto, Mattia Zoppellaro, Beatrice Speranza, Mario Cucchi, Loredana Celano.
Questi sono solo alcuni fra gli autori italiani maggiormente apprezzati in questa edizione del MIA, per talento, freschezza e personalità. L’invito è quello di andare a vedere i loro lavori e di seguirli nei loro prossimi progetti.
In definitiva, l’occasione di assistere ad una vetrina privilegiata per la fotografia artistica restituisce la sensazione di aver fatto davvero un viaggio su un altro pianeta, inoltre ben sperare per la prossima edizione e per la fotografia italiana!
Mirko Bonfanti