Nino Migliori – L’arte di ritrarre gli artisti  

Inaugura il 15 ottobre nella magnifica Reggia di Colorno (Parma) la monografica “L’arte di ritrarre gli artisti” di Nino Migliori, indiscusso maestro della fotografia italiana.

La personale, nell’ambito della tredicesima edizione di Colornophotolife, sarà visitabile fino al 10 aprile 2023.

Prerogativa dell’evento sono 86 opere inedite, quasi esclusivamente ritratti di artisti frequentati da Nino Migliori, realizzati negli ultimi settant’anni che ci permettono di apprezzare le diverse tecniche adottate dal fotografo, le sue ricerche, l’esplorazione di cui è fautore.

La mostra a cura di Sandro Parmiggiani, con la direzione di Antonella Balestrazzi, offre un catalogo bilingue italiano/inglese.

L’esposizione si snoda in cinque sezioni: i ritratti in bianco e nero, realizzati fin dagli anni Cinquanta quando Migliori frequentava la casa di Peggy Guggenheim a Venezia; le immagini a colori che talvolta vengono ritagliate e ricollocate nello spazio riposizionando i piani; le sequenze di fotogrammi tratte dal mezzo televisivo che vengono elaborate come immagini in divenire; le “trasfigurazioni” su cui l’artista interviene “pittoricamente” sulle fotografie; i recenti ritratti in bianco e nero “a lume di fiammifero”.

Nino Migliori, Alberto Sughi, 1978 ©Fondazione Nino Migliori
Nino Migliori, Alberto Sughi, 1978 ©Fondazione Nino Migliori

I visitatori riconosceranno, osservando i ritratti, tante figure di spicco della scena artistica tra molti, Enrico Baj, Vasco Bendini, Agenore Fabbri, Gianfranco Pardi, Guido Strazza, Sergio Vacchi, Luciano De Vita, Salvatore Fiume, Virgilio Guidi, Piero Manai, Man Ray, Luciano Minguzzi, Zoran Music, Luigi Ontani, Robert Rauschenberg, Ferdinando Scianna, Tancredi Parmeggiani, Ernesto Treccani, Emilio Vedova, Lamberto Vitali, Andy Warhol, Wolfango, Italo Zannier; Antonio Gades, Bruno Saetti, Lucio Saffaro, Alberto Sughi, Emilio Tadini; Eugenio Montale, Gian Maria Volonté, Giovanni Romagnoli e Franco Gentilini; Karel Appel, Enzo Mari, Fausto Melotti, Tonino Guerra, Pompilio Mandelli, Marisa Merz, Bruno Munari, Fabrizio Plessi, Arnaldo Pomodoro, Lucio Del Pezzo; Mario Botta, Ugo Nespolo, Elisabetta Sgarbi della quale non è possibile, in questa occasione, non citare il film “Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza” che è stato appena presentato, il 14 ottobre, in occasione della Festa del Cinema, al MAXXI di Roma.

Come sottolinea accuratamente Sandro Parmiggiani, dinnanzi all’opera di Nino Migliori niente può essere dato per scontato, né la macchina fotografica, né la pellicola o più recentemente il supporto digitale, anche la carta su cui vengono stampate le immagini non è assoggettata alla sua funzione primaria, può essere esplorata, ridefinita, può prendere nuove direzioni.

Fin dagli esordi, nel 1948, oltre a firmare splendide fotografie neorealiste, una su tutte “Il tuffatore” del 1951, non ha mai cessato di esplorare oltre alle possibilità del mezzo, i procedimenti tecnici, il materiale fotografico; ha sperimentato su carta, su vetro, operato bruciature sulla celluloide e sulla pellicola, ha fotografato muri, manifesti, indagato sulla “faccia nascosta” delle Polaroid e da ultimo sperimentato con caleidoscopi di dimensioni diverse, due delle opere esposte sono realizzate con questa tecnica.

Nino Migliori, Andy Warhol, 1975 ©Fondazione Nino Migliori
Nino Migliori, Andy Warhol, 1975 ©Fondazione Nino Migliori

Con infaticabile ricerca, Migliori viaggia nella fotografia. È uno strumento che gli permette di entrare nelle sue visioni, di vivere quell’intrigo che lo affascina.

Per avvicinarci meglio alla sua opera, alle sue visioni, basterà ricordare la decisione di fotografare lo Zooforo realizzato da Benedetto Antelami sul Battistero del Duomo di Parma, una serie di settantacinque formelle in bassorilievo scolpite nel marmo rosso di Verona secondo i canoni del bestiario medievale.

Migliori immagina di riconsegnare la visione notturna che potevano avere gli abitanti e i visitatori della città, ricrea così, durante alcune notti, utilizzando delle coperture, il buio profondo attorno alle sculture. Muovendo una candela vicino ad esse ne scopre il volto segreto, spesso mai osservato o fotografato.

Nascono così i cicli in cui Migliori ha fotografato al buio alcune rinomate sculture in varie città italiane rischiarandole soltanto con dei fasci di luce e i “ritratti a lume di fiammifero” eseguiti illuminando i volti solo con la luce prodotta, appunto, da un fiammifero. Alcuni sono in mostra a Colorno.

Le parole del curatore sono quelle che meglio esprimono l’essenza di quanto è possibile vedere durante esposizione: «Anche Nino ha sentito di stare camminando sull’incerto crinale tra realtà e dissoluzione, quando il presente che lui pure stava fissando più non sarebbe stato. Credo che in quei momenti anche colui che abbiamo definito “artista-fotografo-sciamano” – protagonista di inesauste ricerche e verifiche alimentate da visioni e da esperimenti condotti nel suo viaggio dentro la fotografia – abbia intuito che si stava collegando a qualcosa di ignoto, che pure gli si andava rivelando come ineludibile essenza dell’esistere.»

Una porta aperta nell’immaginazione, senza confini.

Informazioni e prenotazioni: www.reggiadicolorno.it

Matteo Rinaldi