Progetto Marina di Eboli

Un nostro lettore, Armando, testimonia attraverso i suoi scatti una delle (purtroppo) tante realtà di degrado ambientale che il nostro caro Bel Paese deve subire ormai da anni. Lasciamo alle sue parole e alle sue belle foto l’illustrazione della problematica.

La marina di Eboli è situata a circa 20 km dal centro abitato in una porzione di fascia costiera che la vede esattamente al centro fra la costiera amalfitana e quella cilentana. Tale posizione indurrebbe a pensare che l’ importanza di due delle più belle coste d’italia abbia influito positivamente sulla bellezza del litorale ebolitano, ma chi dovesse capitare anche per una semplice passeggiata verrebbe immediatamente deluso dallo spettacolo che si presenterebbe.

Ho voluto chiamare ironicamente questo lavoro “Campolongo Beach Resort” in quanto Campolongo è proprio il nome della Marina di Eboli ma che ormai di “resort” ha ben poco, fino a qualche anno fa c’era ancora la possibilità di usufruire di qualche impianto balneare, che garantiva un minimo di pulizia della spiaggia, impianti che tuttavia sono stati definitivamente chiusi in quanto nell’intera area regnava l’abusivismo, oggi di quei pochi lidi non resta che qualche cartello o addirittura solo qualche pilastro .

Inoltre la condizione di totale abbandono ha favorito una delle pratiche più comuni adoperate dagli abitanti delle frazioni limitrofe, lo scarico di qualsiasi tipo di rifiuto: televisori, poltrone, servizi igienici, oltre ai classici sacchetti, che consolidano la condizione di degrado, il tutto a pochi metri da uno dei più rinomati centri di riabilitazione dell’intera regione.

Al resto ha pensato la natura, probabilmente per difendersi dalla incapacità dell’uomo di salvaguardare le sue ricchezze, infatti il mare lentamente ha avviato un costante processo di avvicinamento alla vicina pineta, che doveva riparare dalla salsedine i terreni coltivati posti alle sue spalle.

Il mare si sta riprendendo la sua spiaggia risucchiando a se giorno dopo giorno centimetri di arenile che nel giro di qualche anno sarà scomparso completamente e tutto questo avviene senza alcun tipo di interesse da parte degli enti competenti, che hanno già decisamente sottovalutato il problema anche a fronte di recenti studi che hanno effettuato noti geologi della zona in collaborazione con la sezione di Legambiente di Eboli.