Eccomi nuovamente a testare una pellicola per la fotografia in bianco e nero in particolare la Lomography Berlin 400.
Per onore di cronaca, la pellicola sottoposta alla prova è solo commercializzata dalla Lomography, ma prodotta da un’altra azienda, molto probabilmente di una casa tedesca (Orwo?).
Le informazioni tecniche reperibili su questa pellicola sono molto limitate e ciò ne pregiudica l’interesse da parte dei fotografi di bianco e nero più specializzati. Viceversa, fedele alla filosofia Lomography, questo film lascia campo aperto alla sperimentazione ed alla scoperta.
Ad ogni buon conto, ho riscontrato delle tipicità molto interessanti fornite dalla Berlin 400.
Dopo aver sviluppato il negativo ho avuto la piacevole impressione di avere di fronte una pellicola molto ben modulata in tutte le tonalità di grigio, con una eccellente tenuta delle alte luci ed un’ottima lettura delle ombre. L’impressione è stata confermata dopo che ho realizzato sia delle stampe di prova sia che le scansioni del negativo a corredo di quest’articolo.
Aggiungo un’altra considerazione: osservando il negativo e le successive stampe, la Berlin 400 mi ha richiamato alla memoria una pellicola di oltre trenta anni addietro, ossia un film prodotto da una grande azienda tedesca, la AGFA GEVAERT.
La pellicola in questione era la Agfa AP 400 (la versione successiva di questo film si chiamava APX 400). Le pellicole da 400 iso prodotte da Agfa avevano una caratteristica particolare: erano formate da due emulsioni separate, la prima con sensibilità di 25 iso e la seconda con una sensibilità di 400 iso.
La peculiarità della doppia sensibilità restituiva l’opportunità di ottenere un buon dettaglio delle alte luci senza sacrificare la riproduzione delle ombre.
Nel caso della Berlin 400 ho la sensazione, badate bene “sensazione”, che sia una pellicola dalla doppia emulsione, proprio come la Agfa AP 400.
Veniamo ora ai risultati del test. La pellicola è stata esposta alla sensibilità di 400 iso e sviluppata con il rivelatore Bellini Hydrofen alla diluizione di 1+19 a 20° con un tempo di sviluppo di 8’.

La FIG. 1 mostra le condizioni di luce e colore nel momento della ripresa, e la FIG. 2 il suo corrispondente in bianco e nero ottenuto dalla Berlin 400.

I negativi mostrano una eccellente tenuta sia alla sovra che alla sotto esposizione, una alta modulazione dei grigi con un dettaglio delle luci preciso. La grana è piuttosto evidente, leggermente fioccosa e questo penalizza la risoluzione globale, anche se la nitidezza è comunque di buon livello.
Straordinaria è la gradazione tonale che si ottiene e come già segnalato, l’ottima riproduzione dei bianchi è un suo punto di forza. Potete notare queste caratteristiche nella FIG. 3 e nella FIG 4.

Inoltre potete vedere il particolare ingrandito della FIG. 3, dove si nota l’assenza di grana nelle alte luci ma anche la sua visibilità nelle tonalità intermedie.

In conclusione, posso affermare che i punti di forza della Berlin 400 sono: l’elevata gradazione tonale, l’eccellente tenuta delle alte luci ed una buona capacità di incassare errori di esposizione.
Il punto negativo è la grana, visibile e lievemente fioccosa. In realtà, la grana non è di per sé un elemento negativo a tutti i costi, anche se l’estetica contemporanea predominante richiede che le immagini siano nitidissime ed, appunto, prive di grana.
A mio giudizio la grana andrebbe assolutamente rivalutata per molteplici motivazioni, estetiche ed espressive. Aiuta il grafismo globale e fornisce una matericità visiva d’insieme (non del soggetto), spesso carente nelle immagini dalla risoluzione impeccabile (leggi: digitale).

Grazie alla sua estensione tonale ricca e ben modulata, la Lomography Berlin 400 è di certo una pellicola adatta alla street photography di stile “soft” (FIG 5).
Grazie alle sue caratteristiche potrebbe anche essere usata nella fotografia di paesaggio in stile high key: sovresponendo di uno stop e sviluppando normalmente, l’ottima tenuta alle alte luci consente di lavorare proprio in chiave alta per ricercate fotografie, con ampio respiro di luce.
Erminio Annunzi per Discorsi Fotografici
La Redazione