USA West Coast. Un reportage di Andrea Biagianti

Discorsi Fotografici ospita quest’oggi il reportage del fotografo Andrea Biagianti, incentrato sulla famosa e bellissima West Coast americana.

DF: Benvenuto su Discorsi Fotografici e grazie per il tuo contributo! Per iniziare parlaci un poco di te.

AB: Fin da quando ero poco più che un bambino ho sempre amato scattare delle foto, con il tempo questa è diventata una vera passione che unita alla altra mia passione, quella per i viaggi, mi ha portato alla realizzazione di diversi reportage di viaggio ma io preferisco chiamarli “album”. Mentre sono in giro scatto a quello che mi attira, quello che mi piace e poco importa se sono persone, paesaggi, o scorci urbani, quello che mi importa è riportare l’atmosfera del posto a qualche amico che vede le mie foto.

DF: Prima di partire ti sei documentato fotograficamente?

AB: Prima di partire ho pianificato maniacalmente il viaggio attraverso guide specifiche, siti internet, dal punto di vista prettamente turistico e cercando tra le foto su flickr i posti in cui intendevo andare per capire meglio quali potevano essere i punti “irrinunciabili” del viaggio, sperando sempre di non trovare una foto meravigliosa per non farmi influenzare su quello che andrò poi a fotografare.

DF: Che attrezzatura hai portato con te?

AB: Diciamo che ho viaggiato pesante! con me ho portato una Nikon D300 con obiettivo nikon 18-200, tokina 12-24f4, tokina 10-17 fisheye, sigma 120-400, flash SB600, circa 60gb di schede di memoria, cavalletto 190xproB manfrotto, monopiede manfrotto, una serie di filtri ND e GND cokin serie P, polarizzatore circolare, cavo di scatto remoto, 3 batterie, kit di pulizia, il tutto contenuto in un grande zaino.

DF: Quali soggetti hai fotografato più frequentemente?

AB: I paesaggi, e perdo parecchio tempo nel comporre l’inquadratura, cerco di usare sempre il treppiedi, sperimento con i filtri sia ND/GND che polarizzatore.

DF: Hai sperimentato particolari difficoltà?

AB: Si, ma niente di non risolvibile, nell’antelope canyon a causa del vento e della sabbia finissima ho avuto problemi dato che parecchia polvere è entrata nella reflex sporcando inevitabilmente il sensore, ho dovuto ricorrere a soluzioni di emergenza per pulirlo, per fortuna non è stato così difficile reperire una bomboletta di aria compressa e con molta pazienza ho rimosso, quanto potevo, la polvere.

DF: Se dovessi avere l’occasione di tornare negli stessi luoghi cosa fotograferesti ancora?

AB: Sicuramente antelope canyon che consiglio a tutti coloro che andranno in questi posti di visitare dato che è un posto meraviglioso, anche se per visitarla è necessario partecipare ad un tour fotografico che costicchia, e poi mi raccomando di andare con il sole a picco… il grand canyon, e la strada stessa che è una componente affascinante di questo viaggio.

DF: Cosa non sei riuscito a fotografare ed avresti voluto?

AB: Le persone, purtroppo durante il viaggio non ho incontrato quasi nessuno di interessante, anzi, devo dire che durante una discreta parte del viaggio siamo stati da soli, ho percorso centinaia di chilometri senza incontrare altre macchine lungo la strada. Inolte, avrei voluto fare alcune delle foto che ho fatto in altri orari con altra luce, ma purtroppo non potevo stare li tutto il tempo che sarebbe stato necessario e alla fine bisogna fare i conti con la tabella di marcia.

DF: Hai trovato la forza di spegnere la fotocamera e goderti il viaggio ogni tanto?

AB: Sapessi quante volte ho estratto e intenzionalmente riposto la fotocamera, per poi dopo pochi minuti riestrarla perchè c’era qualcosa di interessante, alla fine in macchina la tenevo nel tunnel centrale, per averla a portata di mano dato che molto spesso durante il viaggio c’erano scenari molto suggestivi e particolari che sicuramente meritavano di essere immortalati.

DF: Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

AB: Sicuramente di farlo! Non ci sono particolari controindicazioni, ne particolari rischi, quello che sinceramente consiglio è di restare di più accorciando il giro e magari dormire qualche notte dentro ad uno dei parchi per fare delle escursioni a piedi un pò fuori dall’itinerario turistico.

DF: Al di là dell’aspetto puramente legato alla fotografia, hai qualcosa da aggiungere riguardo questa esperienza?

AB:Questo è uno dei viaggi più belli che ho mai fatto, considerate che una parte di esso (monument valley, grand canyon) già l’avevo fatta nel 1996, ma ne vale talmente la pena che ho voluto ripercorrere una parte dell’itinerario. E’ un viaggio che tutti possono fare e possono organizzare da soli, basta prenotare voli e macchina dall’italia e pianificare il viaggio, dormire e mangiare non sono un problema negli USA, resto a disposizione di chiunque voglia il mio programma di viaggio dettagliato.

Discorsi Fotografici ringrazia Andrea Biagianti, e si augura vivamente di ricevere al più presto altri suoi contributi da condividere con i lettori.