Vivi Felice. Viva l’Italia

Questo è indubbiamente un momento di difficoltà, molti vivono in uno stato di ansia molto forte, altri non percepiscono il pericolo o lo esorcizzano facendo finta di nulla. Sicuramente non è facile, per ragioni differenti da persona a persona, dover cambiare radicalmente le proprie abitudini, con una restrizione della libertà, necessaria e condivisibile, ma impensabile fino a pochi giorni fa. Cosa significa vivere lontano dai propri affetti? Cosa significa poter uscire di casa per limitati spostamenti e validi motivi? Cosa significa vivere con la famiglia al completo, per un periodo di tempo esteso, faticosamente allungato, ma in uno spazio ristretto? Cosa significa vivere da soli, giovani o anziani che sia? Cosa significa vedere morire le persone a cui hai voluto bene fino al giorno prima, senza poterle salutare un’ultima volta? Tutto è fermo, l’economia a picco, i consumi al collasso, in una manciata di settimane il mondo è cambiato e secondo le previsioni, difficilmente tornerà come prima. Covid-19 ha però abbassato drasticamente i livelli di inquinamento, neanche il miglior accordo politico globale avrebbe potuto ottenere risultati del genere in brevissimo tempo; ha riscritto la geografia degli spostamenti, da Global a Local; ha costretto, forzatamente, ad avere comunque rispetto per l’altro: «Umana cosa è aver compassione degli afflitti» scriveva Boccaccio nel proemio di quell’opera che mai come in questo momento andrebbe riletta, se non scoperta.

Si moltiplicano gli appelli a rimanere chiusi in casa, sia per limitare il contagio, sia soprattutto come segno di solidarietà al personale medico e paramedico impegnato nell’arginare l’epidemia. Senza dimenticare coloro, tanti, che stanno lottando eroicamente contro questo virus, per lo più anziani, ma che rappresentano la nostra memoria, assolutamente da conservare, necessariamente da sostenere.
Dunque. Siamo un magazine di cultura fotografica e tra le tante iniziative proposte, anche noi ne avanziamo una. Il nostro invito è quello di aprire il proprio archivio fotografico, che siate fotografi professionisti o meno, che abbiate usato una fotocamera o lo smartphone di tutti i giorni, e scegliere una fotografia che descriva la bellezza che il mondo ci invida. Una bellezza così seducente, così affascinante, così raffinata, una bellezza semplicemente italiana.
Una fotografia, una storia. Quando, dove, perché. Guardiamo al passato per guardare con fiducia al futuro.

La mia scelta.

Quando. La fotografia che ho scelto, l’ho scattata nel maggio 2014.
Dove. Si tratta di Ponte Buriano, a pochi chilometri da Arezzo, famosissimo perché pare essere quello che Leonardo Da Vinci ha raffigurato alle spalle della Gioconda.
Perché. È un ponte finito di costruire nel 1277. Per me è simbolo di unione e quindi di speranza. Ha una geometria semplice, leggera e attraversa con delicatezza il fiume Arno. Lo si può percorrere lentamente, uno alla volta. È circondato dal verde, la natura, quella toscana. Ha il pregio di trovarsi nel quadro più visto e famoso del pianeta. Si trova in Italia!
Crediti. 2014 © Federico Emmi – Ponte Buriano

 

Federico Emmi

 

Invia la tua foto e la tua storia direttamente a info@discorsifotografici.it, la pubblicheremo nella nostra rubrica: la storia di uno scatto e sui nostri social.

#vivifelicevivalitalia