ARS

Let’s learn and grow together as a photography community”.

Impariamo a crescere insieme come una comunità fotografica, questo il motto di ARS, una piattaforma gratuita di condivisione delle proprie immagini che permette alle persone di ricevere un parere dalla comunità, per l’appunto, se conservare la foto “keep” oppure no “ditch”.
Contrariamente a quello che avviene su tutti i social, ARS mostra le fotografie in forma anonima e allo stesso modo i pareri, ma soprattutto è svincolato dalla logica, ormai perversa, degli algoritmi che si basano sulla popolarità, sull’orario di pubblicazione, sull’interazione con altri social, su parole di tendenza.

Il progetto, infatti, mette le persone al centro: il desiderio di migliorare, di imparare la fotografia, a fare fotografia; dando e ricevendo pareri. Con un atto quasi rivoluzionario viene eliminata la pratica di rendersi protagonisti usando le immagini, al contrario si viene stimolati a osservare meglio le proprie fotografie osservando quelle degli altri; ad avere comportamenti educati, tutto orientato al rispetto delle persone, benché anonime, sia quando si lascia un parere, sia quando lo si riceve.

 

ARS Screenshot Graphic
ARS Screenshot Graphic

L’idea di andare contro il modello social della condivisione delle immagini, per costruire una nuova comunità, anonima, ma rispettosa, è un buon segno, soprattutto perché nasce nella Silicon Valley. Allargando, però, il discorso, con un approccio orientato a un pensiero più ragionato, meno istintivo; viene da chiedere se un numero considerevole di anonimi possa davvero dare un contributo all’apprendimento della fotografia.

In effetti, perché non affidarsi a persone che per lavoro fanno i lettori di portfolio; i critici, quelli che apprezzati e quindi pagati scrivono su giornali, riviste, blog, senza trincerarsi dietro l’anonimato?
Perché per poter esprimere un giudizio, rispettoso innanzitutto delle linee di comportamento, poi ben motivato, scritto con metodo, rigoroso, comunque circoscritto all’essere amatori; è necessario condividere le proprie immagini? Perché chi lascia un parere, che è in fondo una critica, deve essere fotografo e, allo stesso modo, un fotografo, critico? Perché non creare due canali, uno per chi è interessato a sottoporre le proprie immagini e un altro a quelli che invece vogliono limitarsi a esprimere un parere? Perché non togliere l’anonimato a chi scrive, lasciandolo solo a chi espone? Perché chi riceve un parere, può manifestare il proprio dissenso fino a riuscire ad arrivare alla rimozione di quel parere? Perché non stimolare le persone, che siano i fotografi o chi esprime un parere, a mostrare e dimostrare il proprio bagaglio culturale? Perché non si vieta la dannosa prassi di permettere indistintamente a tutti di esprimere un giudizio, quando è di merito? Perché la condivisione, soprattutto del sapere, deve essere gratuita?

Il concetto di comunità, diverso e migliore certamente da quello di rete sociale, non dice però molto. Di per sé, non contribuisce in assoluto a essere positivamente produttivo, anzi, rischia di andare nella direzione opposta. Prediligere la quantità alla qualità può, anche nelle migliori intenzioni, limitare drammaticamente l’obiettivo finale, renderlo quasi superfluo. Diventa alla fine pura autoreferenzialità.

ARS è attualmente in versione beta, in fase di sviluppo, quindi le obiezioni possono, si spera, contribuire a migliorare un progetto interessante.

 

Federico Emmi

 

https://arsbeta.com/