C’era una volta in Europa
un uomo che volava senza scopa
e senza nemmeno un tappeto
quest’uomo aveva un occhio
più nero di un segreto
Da ieri la sua sposa
cammina avanti e indietro in bicicletta
in attesa che una pozzanghera
la rifletta
Si incontrano ogni tanto in un tramonto
dove lei trattiene il pianto
e lui la guarda come un tonto
Bendati immaginano un bacio
che sembri un quadro
prima che il vento o un passante
se lo porti via come un ladro
Un cieco mi racconta quel che accade
facendo attenzione ai dettagli
Traversare coi miei occhi queste strade
è stato il più fatale dei suoi sbagli
***
L’Europa è un aggrovigliatissimo gomitolo di culture, sovrapposizioni e rimozioni. In certi attimi, passeggiando per le sue città magiche, pare realmente di trovarsi altrove, proiettati in altre epoche storiche. Come scriveva Montale nella sua poesia-manifesto I limoni, qui esistono momenti in cui “ogni ombra umana che si allontana” sembra rivelare “qualche disturbata divinità”. In particolare, in certe città medioevali come Praga (foto 1), Cracovia (foto 2), Cremona (foto 3) o Viterbo (foto 5) nelle ore segrete dall’alba, del tramonto o del pieno mezzogiorno, possono d’improvviso spuntare fuori, da qualche cantuccio segreto, persone che portano in sé delle verità, la cui apparizione dura però solo un attimo, giusto il tempo di immortalarle o di lasciarle andare.
Simone Consorti








