Sembra una nube dentro l’orologio
una raffica
di stati d’animo sommersi
sotto una coltre di polvere
e un’altezza che si mostra in uno specchio
che di smisurate nuvole trabocca
la sua forma ampia ed infinita.
Il tempo in una lunghezza d’onda,
il suono sulla strada che si alza
nel vuoto formando squame
dove tutto è avvolto
gomitoli in un mercato antico
rotolano lungo il sentiero
intrecciato con i monti
e gli spessi muri cartilaginosi.
Il tempo che nel buio si svuota
di una linfa indelebile dai capillari
vestiti di forme tormentate e simultanee:
la sera sembra severa, una maschera
sommersa in una cupola di cera
e distante dalle spoglie
di un’immagine in distruzione.
Macchina fotografica: Canon EOS 4000 D.
Tecnica: Fotografia povera in bianco e nero a mano libera un solo scatto ( il primo ) per ogni soggetto. Macchina fotografica distante dall’occhio 10 cm. Pensiero asciutto.
Fabio Strinati



