Al via la quinta edizione del Brescia Photo Festival

Ha inaugurato il 31 Marzo la quinta edizione del Brescia Photo Festival, promossa da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con Ma.Co.f – Centro della fotografia italiana e sostenuta da diversi partner pubblici e privati uniti nell’innovativo patto Alleanza Cultura.

A cura di Renato Corsini, il festival quest’anno ha scelto il tema del ritratto. Come ha avuto modo di spiegare il curatore della kermesse il tema è occasione di riflessione relativamente a tre filoni: la Fotografia, i Fotografi, le Fotografie. Sotto il primo punto di vista le quattordici mostre del festival consentono infatti di percorrere la storia della fotografia, la sua evoluzione tecnica (dal dagherrotipo al selfie), ma anche di genere e corrente fotografici. Nello stesso tempo le esibizioni ci permettono di incontrare lo sguardo di tantissimi nomi, dai primi tempi ad oggi, da Julia Margaret Cameron ai ritratti ad opera di giovani studenti del Corso di Fotografia della Accademia dei Belle Arti LABA. Infine, osservazione molto acuta, le fotografie: i singoli scatti, presenti, acquisiscono una loro storia ed autonomia, fino a diventare vere e proprie icone, come quella del Che presente nella mostra “Lo sguardo restituito”.

I preseni alla conferenza stampa di presentazione del Brescia Photo Festival. Da sinistra l’assessore alla cultura di Brescia Laura Castelletti, il sindaco di Brescia Emilio Del Bono, la moglie del nipote di Edward Weston Matthew e lo stesso Matthew, Cara Weston (nipote di Edward), Renato Orsini (curatore del Festival)0, la presidente Fondazione Brescia Musei Francesca Bazoli e il Direttore Fondazione Brescia Musei Stefano Karadjov; infine Nicolò Sponzilli di Skira (foto ©Luisa Raimondi).

Visitabili sino al 24 Luglio, le mostre della kermesse sono ospitate in vari luoghi della città e della provincia, con fulcro al Museo di Santa Giulia, dove, fiore all’occhiello di questa edizione, troviamo la mostra “WESTON Edward, Brett, Cole, Cara. Una dinastia di fotografi”. Oltre a portare in Italia il lavoro straordinario di questi fotografi, per la prima volta in Italia proposti con questo sguardo trasversale cross-generazionale e riuniti in un’unica esposizione, la mostra è eccezionale anche perché il curatore Filippo Maggia ha collaborato direttamente con la famiglia Weston per la progettazione. Le stampe sono tutte realizzate dalla famiglia, alcune da Edward, altre dal figlio Cole seguendo le istruzioni trasferite dal padre e in collaborazione con la Galleria Weston di Carmel, California.

Come afferma il curatore: «La disponibilità offerta dalla famiglia Weston nel costruire questa mostra si è rivelata un valore aggiunto unico e fondamentale per avere una selezione di opere preziosa e completa, di veri capolavori del padre Edward, un genio assoluto della fotografia, e di opere significative dei figli Brett e Cole che di fatto scopriamo solo ora in Italia, come la nipote Cara ancora in attività» e – aggiungiamo – presente alla conferenza stampa del 30 Marzo scorso, cosa non da poco.

Edward Weston, Tina Reciting, 1924 Gelatin silver print © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents
Edward Weston, Shell, 1927 Gelatin silver print © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents
Edward Weston, Bertha Wardell, Nude, 1927 Gelatin silver print © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents
Edward Weston, Excusado, Mexico, October 1925 Gelatin Silver Print © Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents
Cole Weston, Beach, Wales, 1994 © Cara Weston
Cole Weston, Rocks, Point Lobos, 1998 © Cara Weston
Brett Weston, Garrapata Beach, 1954 © Bridgeman Images
Brett Weston, Cracked Glass, 1955 ©Bridgeman Images
Cara Weston, Bay Inlet, Iceland, 2019 Archival Pigment Print © Cara Weston
Cara Weston, Dune Ridge II, Death Valley, 2012 Archival Pigment Print © Cara Weston

Il catalogo della mostra, edito da Skira, conferma la collaborazione di questa prestigiosa casa editrice con il Festival, anche attraverso la gestione dei bookshop.

Presso la stessa sede, è possibile visitare anche la mostra dal titolo “Lo sguardo restituito”, un viaggio nel genere del ritratto dai primi del Novecento sino ai giorni d’oggi con le foto di Renato Corsini, curatore di questa esposizione insieme a Tatiana Agliani e che riprendono persone intente a scattarsi un selfie. 

Fotografie di anonimi o di grandi maestri in una carrellata che lascia davvero senza fiato; come ha affermato in conferenza stampa Stefano Karadjov, Direttore di Fondazione Brescia Musei, «Vi divertirete a cercare chi manca!”.

Di grande pregio vi segnaliamo, presso il Mo.Ca., la mostra “Pier Paolo Pasolini. Per essere poeti, bisogna avere molto tempo”, a cura di Renato Corsini e Gerardo Martorelli.

In occasione del centenario della nascita del regista, la mostra offre un ritratto privato e quotidiano dell’intellettuale friulano. L’amorevole rapporto con la madre, la sua passione per il calcio, le foto con gli amici, attraverso una sessantina di scatti di importanti fotografi italiani come Gianni Berengo Gardin, Federico Garolla, Aldo Durazzi, Ezio Vitale e Sandro Becchetti.

Di quest’ultimo autore, presso la stessa sede è possibile visitare “Protagonisti” . Del fotografo che ha collaborato per un decennio con il quotidiano “Il Messaggero” possiamo ammirare i ritratti a personaggi famosi: scrittori, registi, attori, artisti, intellettuali e protagonisti, appunto, della cronaca.

Al Mo.Ca. sono esposti, sino al 15 Maggio, anche i ritratti di Stanislao Bragadina, fotografo bresciano attivo tra gli anni Sessanta e Settanta, in “Hollywood a Brescia” a cura di Renato Corsini con Marco e Matteo Rapuzzi. Immagini suggestive che ci riportano il sapore dei fotografi della Paramount Pictures o della Columbia che ritraevano dive quali Rita Hayworth o Ava Gardenr e a cui Bragadina si ispira per le sue donne bresciane.

03. Stanislao Bragadina, ritratto, anni ‘60

Sempre sino al 15 Maggio e nella stessa sede troviamo anche “Sette anni in Eritrea” di Maurizio Frullani, a cura di Renato Corsini e Federica Luser. Dal 1993 fino al 2000 Frullani, con la sua reflex analogica, dà vita a una narrazione di persone, ambienti e intensi ritratti di questa parte d’Africa. 

Dal 23 Aprile al Mo.Ca. sarà visitabile “Tu non mi vedi. Arte e fotografia e cura della mente”, a cura di Chiara Cadeddu e Guido Uggeri per il Fondo “Il Sasso nello Stagno” della Fondazione Sipec, in collaborazione con l’IRCCS – Centro San Giovanni di Dio Fatebenefratelli e A.A.B.  Venticinque immagini realizzati con la tecnica del pin hole: lavorare attraverso l’arte per aprire canali riabilitativi su molte dimensioni.

Tu non mi vedi; mostra al Mo.Ca di Brescia

Dal 17 Maggio e a cura di Renato Corsini, il Mo.Ca ospiterà “Fotolibrai” a cura di Antonio Amaduzzi. L’autore unisce la sua passione per la letteratura con quello per la fotografia selezionando e proponendo in mostra ritratti di bibliofili, venditori di libri come autentiche testimonianze di una professione.

Dal 17 Maggio al 16 Giugno, Fabrizio Garghetti espone al Mo.Ca. “Gli anni delle avanguardie”. Costante presenza sulla scena delle avanguardie, Garghetti è attento testimone delle performance creative dei maggiori artisti internazionali e propone una selezione a cura di Renato Corsini di scatti di artisti quali Yoko Ono, Andy Warhol, Nam June Paik, Arman o poeti come John Giorno o Allen Ginsberg.

Nelle stesse date e presso la stessa sede, Francesca Piazza ha curato la mostra di Franco Pizza “Via Tosio 15b”. Negli anni Settanta e Ottanta Pizza aveva trasformato il suo studio in un luogo di incontro, dove bere, chiacchierare ed elaborare nuove strategie creative. 

02. Franco Piazza, Ritratto di donna, 1976

Dal 18 Giugno e sino al 24 Luglio al Mo.Ca. troveremo anche Diego Di Lorenzo con “Aarti Brahman. Il fuoco dell’India” a cura di Carolini Zani. Di Lorenzo ha visitato l’India negli anni in cui ancora non era meta turistica e ci propone immagini dal taglio originale e diverso da quello forse un po’ superficiale che spesso si coglie nelle fotografie dall’India.

Nelle stesse date e presso la stessa sede N. V. Parekh è in mostra con “Un indiano a Mombasa” a cura di Renato Corsini. Nato nel 1923 da genitori indiani, il giovane Parekh apprende i fondamenti della fotografia da un lontano parente e nel giro di pochi anni diviene un ritrattista affermato e ricercato.

Nello stesso periodo si potrà visitare anche Mauro Raffini con “Scrittori in p(r)osa” sempre a cura di Renato Corsini; l’autore ha puntato il suo obiettivo agli scrittori.

Insieme ai Musei di Santa Giulia e al Mo.Ca, principali sedi del festival, in periodi diversi troviamo anche altre mostre in altre sedi, come il LABA, o il Museo di Scienze Naturali,la Fondazione Vittorio Leonesio a Puegnago del Garda o la Cantina Guido Berlucchi a Corte Franca.

Vi segnaliamo anche il palinsesto BRESCIA PHOTO FRIENDS, che arricchisce il programma coinvolgendo librerie, biblioteche, boutique: quarantacinque realtà cittadine che affiancano la Fondazione Brescia Musei attraverso progetti di comunicazione condivisi; biblioteche, gallerie, associazioni e negozio ci restituiscono un vivace fermento culturale.

La nuova edizione propone inoltre visite guidate, workshop, conferenze, laboratori per bambini e per le scuole.

Vi invitiamo a scoprire il nutrito programma al sito del Festival: Brescia Photo Festival 2022.

Luisa Raimondi