Columbia Pictures: un secolo di cinema

This is part of a contact sheet of photos of Jenny Joseph posing for a reference photo to be used by illustrator Michael Deas when he painted the Columbia Pictures logo. July 17, 1991, ©1991 Kathy Anderson

Fin dalla sua fondazione nel 1918, Columbia Pictures ha rappresentato molto più di una casa di produzione: è stata un creatore di sogni, un laboratorio di innovazione narrativa e visiva che ha contribuito a definire il linguaggio cinematografico moderno. Lo studio ha attraversato le principali stagioni della cinematografia americana, dalla Golden Age di Hollywood fino alle contemporanee produzioni globali, testimoniando e interpretando i cambiamenti culturali di oltre un secolo.

Director George Stevens holding film in the cutting room in a publicity portrait from the film ‘Shane’, 1953. (Photo by Paramount Pictures/Getty Images)

Il significato culturale di questa narrazione risiede nella capacità di restituire non solo una storia aziendale, ma l’evoluzione stessa del cinema come forma d’arte e industria. Attraverso i film di Columbia, possiamo leggere le trasformazioni sociali, i mutamenti degli immaginari collettivi, le tensioni e le speranze di diverse generazioni. Da film iconici come “Accadde una notte” di Frank Capra fino ai blockbuster contemporanei, lo studio ha costantemente ridefinito i confini dell’esperienza cinematografica. Assouline, con la sua consueta maestria editoriale, trasforma questo racconto in un documento storico che supera i confini della cronaca, diventando un’esperienza intellettuale. Il libro invita il lettore a un viaggio affascinante dentro una delle più importanti fabbriche di sogni del secolo scorso, restituendo la magia, la complessità e l’incredibile eredità di Columbia Pictures.

Hollywood, Ca.: Exterior view of Grauman’s Chinese Theater at night, from a rooftop angle. Famous movie premiere sight and often home of the Annual Academy Awards Ceremony. People are shown filing in and out of the theater for the opening of a new picture.

Aspetti Positivi

Il volume di Assouline si distingue innanzitutto per un apparato visivo straordinariamente ricco e documentato. Le oltre 200 immagini non sono un semplice corredo illustrativo, ma un vero e proprio racconto parallelo che integra e arricchisce il testo scritto. Ciascuna fotografia, poster o documento d’archivio diventa una finestra privilegiata su un’epoca cinematografica, permettendo al lettore di immergersi visivamente nella storia di Columbia Pictures. Questi materiali iconografici offrono una panoramica estremamente dettagliata, includendo fotografie originali dei set più celebri, ritratti dei registi e degli attori che hanno fatto la storia dello studio, foto dei casting, locandine originali dei film più iconici, documenti d’archivio come contratti, comunicazioni interne e bozzetti, nonché immagini rare che documentano l’evoluzione tecnologica e stilistica del cinema.

Assouline è universalmente riconosciuta per la cura maniacale nella produzione editoriale, e questo volume conferma tale reputazione attraverso la scelta accurata della carta e dell’impaginazione. La carta utilizzata è patinata di pregio, con una grammatura che esalta la qualità delle immagini e garantisce una fruizione tattile e visiva di altissimo livello. L’impaginazione dialoga costantemente tra testo e immagini, alternando pagine piene e doppie pagine, con un layout che valorizza i contenuti e una rilegatura che garantisce resistenza e pregio. Il volume non si limita a una cronistoria superficiale, ma offre un’analisi storica articolata e profonda che contestualizza Columbia Pictures nel più ampio scenario della storia del cinema e della cultura americana. La ricostruzione storica abbraccia i passaggi cruciali: dalla fondazione nel 1924, attraversando la Grande Depressione, la Seconda Guerra Mondiale, alla Guerra Fredda… L’opera offre una ricostruzione puntuale che inquadra le scelte artistiche e produttive nei loro contesti socio-culturali, presentando i profili dei fondatori, dei registi e dei produttori che hanno definito l’identità dello studio.

La vera maestria del volume risiede nella capacità di raccontare Columbia Pictures come un organismo vivo e in continua trasformazione. L’evoluzione dello studio viene analizzata in tutte le sue sfaccettature: dalle trasformazioni tecnologiche (dal muto al sonoro, dal bianco/nero al colore, dall’analogico al digitale) ai mutamenti nei modelli produttivi, dai cambiamenti nei generi cinematografici all’evoluzione dei rapporti di produzione e distribuzione. La narrazione invita il lettore a un viaggio affascinante dentro la fabbrica dei sogni di Columbia Pictures, restituendo non solo la cronologia degli eventi, ma l’essenza stessa di un’istituzione che ha profondamente segnato l’immaginario cinematografico mondiale.

Ogni pagina diventa una finestra che si apre su decenni di creatività, innovazione e racconto cinematografico. Nel libro vengono trattati moltissimi film tra cui: 

Capolavori Artistici

Taxi Driver (1976)

Diretto da Martin Scorsese, interpretato da Robert De Niro

Taxi Driver è molto più di un semplice film. Rappresenta un momento cruciale nella cinematografia americana degli anni ’70, un periodo di profonda disillusione sociale e rinnovamento artistico. Il protagonista Travis Bickle (Robert De Niro) è l’emblema dell’alienazione urbana, un reduce del Vietnam schiacciato dalla solitudine di New York. La regia di Scorsese cattura l’atmosfera cupa e frammentata della metropoli, utilizzando una fotografia notturna che trasforma la città in un incubo esistenziale. Il monologo celebre “Are you talkin’ to me?” è diventato un’icona culturale che trascende il cinema, simboleggiando la frustrazione di un’intera generazione. Il film esplora temi profondi: isolamento, violenza come forma di redenzione, e la sottile linea tra salvezza e follia. La performance di De Niro è un punto di svolta nel metodo recitativo, incarnando una vulnerabilità e una tensione psicologica mai viste prima.

The Social Network (2010)

Diretto da David Fincher, sceneggiatura di Aaron Sorkin

Un ritratto cinematografico della rivoluzione digitale, The Social Network racconta la nascita di Facebook attraverso gli occhi del suo fondatore Mark Zuckerberg. Il film non è solo una biografia, ma un’analisi acuta dell’innovazione tecnologica e dei suoi costi umani. La sceneggiatura di Aaron Sorkin è un capolavoro di dialoghi serrati e intelligenti, che trasformano una storia di codice e algoritmi in un dramma shakespeariano contemporaneo. Jesse Eisenberg interpreta Zuckerberg come un genio asociale, la cui brillantezza tecnica maschera una profonda solitudine. Fincher utilizza una tavolozza visiva fredda e digitale, perfettamente in sintonia con il mondo dei social media. Il film anticipa la discussione globale sull’impatto delle tecnologie digitali sulle relazioni umane, sulla privacy e sul concetto stesso di connessione.

Mr. Smith va a Washington (1939)

Diretto da Frank Capra, interpretato da James Stewart

Un manifesto cinematografico dell’ideale democratico americano, il film racconta la storia di Jefferson Smith, un giovane senatore che combatte contro la corruzione politica. James Stewart incarna l’innocenza e l’integrità morale contro un sistema politico cinico. La regia di Capra è un inno alla speranza civica, utilizzando una narrazione che bilancia sapientemente pathos e impegno politico. Il lungo discorso di filibustering di Smith, che dura ore per dimostrare la sua onestà, è diventato un simbolo della resistenza democratica. Il film fu rivoluzionario per l’epoca, criticando apertamente la corruzione politica in un momento di grande trasformazione sociale, proprio alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale.

Film Rivoluzionari

Spider-Man: Into the Spider-Verse (2018)

Animazione Sony Pictures

Un punto di svolta nel cinema di animazione, questo film rompe completamente gli schemi tradizionali. La sua estetica visiva è un caleidoscopio di stili che omaggia i fumetti, creando un’esperienza visiva completamente nuova. Miles Morales, primo Spider-Man afrolatino, rappresenta un cambio di paradigma nella rappresentazione dei supereroi. Il film celebra la diversità non come un elemento secondario, ma come nucleo centrale della narrazione. La tecnica di animazione, che miscela fumetto, street art e animazione digitale, ha ridefinito l’estetica dell’animazione contemporanea, meritando l’Oscar come miglior film d’animazione.

Easy Rider (1969)

Diretto da Dennis Hopper, con Peter Fonda

Simbolo definitivo della controcultura degli anni ’60, Easy Rider cattura lo spirito di ribellione di una generazione. Il film segue due motociclisti attraverso l’America, sfidando convenzioni sociali e narrazioni cinematografiche tradizionali. La colonna sonora rock, l’estetica documentaristica e i temi di libertà individuale lo rendono molto più di un film: è un manifesto generazionale. Hopper utilizza una narrazione frammentata che riflette la rottura con i valori tradizionali. Ha aperto la strada al Nuovo Cinema Americano, dimostrando che film a basso budget potevano essere sia commercialmente che artisticamente rilevanti.

Film Commerciali di Qualità

Men in Black (1997)

Diretto da Barry Sonnenfeld, con Will Smith e Tommy Lee Jones

Un perfetto equilibrio tra commedia, fantascienza e azione. Il film reinventa il genere sci-fi con umorismo intelligente e una premessa originale: agenti segreti che gestiscono un’immigrazione extraterrestre nascosta. Will Smith e Tommy Lee Jones formano una coppia comica memorabile, con una chimica che trascende i generi. La regia di Sonnenfeld mantiene un ritmo serrato, bilanciando umorismo e suspense.Ha dato vita a un franchise globale, dimostrando che la commedia sci-fi può avere appeal internazionale.

Ghostbusters (1984)

Diretto da Ivan Reitman, con Bill Murray

Un fenomeno culturale che ha ridefinito la commedia soprannaturale. Bill Murray e gli altri attori, con il loro umorismo sarcastico, trasformano il film da semplice  commedia a culto generazionale. La combinazione di umorismo intelligente, effetti speciali innovativi e una colonna sonora memorabile lo ha reso molto più di un semplice film: un evento culturale.

Biopic e Drammatici

A Beautiful Mind (2001)

Diretto da Ron Howard, con Russell Crowe

Un’esplorazione profonda della vita di John Nash, matematico geniale affetto da schizofrenia. Russell Crowe offre una performance tridimensionale che umanizza la malattia mentale. Il film sfida gli stereotipi sulla salute mentale, mostrando il genio e la vulnerabilità di Nash. Howard utilizza tecniche narrative innovative per rappresentare le allucinazioni di Nash. Ha vinto 4 premi Oscar, incluso Miglior Film, legittimando l’attenzione cinematografica verso la salute mentale.

Capitan Phillips (2013)

Diretto da Paul Greengrass, con Tom Hanks

Basato sul dirottamento reale di una nave cargo americana da parte di pirati somali nel 2009. Tom Hanks offre un ritratto intenso e umano del capitano Richard Phillips. Greengrass, maestro del cinema documentaristico, utilizza una regia che massimizza la tensione, quasi come un thriller in tempo reale. Offre una prospettiva complessa sulla globalizzazione, mostrando le dinamiche economiche e umane dietro un episodio di pirateria.

Little Women (2019)

Diretto da Greta Gerwig, con Saoirse Ronan

Una rilettura femminista e contemporanea del classico di Louisa May Alcott. Gerwig utilizza una struttura narrativa non lineare che sfida le convenzioni del periodo. Saoirse Ronan interpreta Jo March come un’eroina moderna, simbolo di emancipazione e desiderio di autodeterminazione. Il film dialoga con il femminismo contemporaneo, mostrando l’attualità del testo originale. Ha ricevuto numerose candidature agli Oscar, celebrando una narrazione femminile complessa e profonda.

Saoirse Ronan and Timothée Chalamet in Greta Gerwig’ LITTLE WOMEN.
BTS: Director/Writer Greta Gerwig DP Yorick LeSauxon the set of Columbia Pictures’ LITTLE WOMEN Location: The Crane Estate Ipswich MA”

Difetti

Nonostante i numerosi pregi, il volume di Assouline presenta anche alcuni limiti, primo fra tutti una tendenza a idealizzare troppo la storia di Columbia Pictures, mostrandone solo gli aspetti positivi, i grandi successi e i film riusciti. Inoltre alcuni lettori potrebbero trovare l’approccio eccessivamente celebrativo, desiderando un’analisi più critica e approfondita delle scelte artistiche e commerciali dello studio. Mancano le analisi tecniche. Prendendo come esempio “Lawrence d’Arabia”, il volume non menziona l’importanza innovativa del film nella fotografia cinematografica notturna. La pellicola è nota per aver utilizzato tecniche rivoluzionarie, come girare le scene notturne di giorno per ottenere effetti visivi straordinari. Questa mancanza di approfondimento tecnico limita la comprensione del contributo artistico e innovativo di Columbia Pictures al panorama cinematografico.

La storia della Columbia Pictures ha i suoi insuccessi. Ad esempio:

Ishtar (1985): Probabilmente il flop più famoso della Columbia, questa commedia con Warren Beatty e Dustin Hoffman è stata un disastro sia dal punto di vista critico che commerciale. La trama complessa, il budget elevato e le recensioni negative hanno contribuito al suo insuccesso.

Spider-Man 3 (2007): Sebbene sia stato un successo al botteghino, questo terzo capitolo della trilogia di Sam Raimi è stato spesso criticato per la sua trama affollata, l’eccessiva presenza di villain e l’interpretazione di Venom.

Sucker Punch (2011): Questo film d’azione fantastico di Zack Snyder, nonostante la sua estetica visivamente accattivante, ha diviso la critica e il pubblico. La trama complessa e il tono oscuro hanno limitato il suo appeal.

Passengers (2016): Con Jennifer Lawrence e Chris Pratt, questo film di fantascienza prometteva molto, ma non è riuscito a conquistare il pubblico come previsto. La trama è stata giudicata prevedibile e il film è stato accusato di essere troppo simile ad altri film dello stesso genere.

Men in Black: International (2019): Questo spin-off della popolare saga degli Uomini in Nero, con Chris Hemsworth e Tessa Thompson, non è riuscito a replicare il successo dei film precedenti. La trama è stata giudicata poco originale e il film è stato criticato per aver mancato l’umorismo e l’energia dei film originali.

Conclusioni

Per gli appassionati di cinema e i collezionisti di libri d’arte, ‘Columbia Pictures: 100 Years of Cinema’ rappresenta un acquisto imperdibile. La qualità editoriale di Assouline, unita alla ricchezza di contenuti e alla bellezza delle immagini, ne fanno un volume destinato a diventare un pezzo pregiato nelle biblioteche di tutto il mondo. Un omaggio degno di un secolo di storia del cinema.

CROUCHING TIGER, HIDDEN DRAGON, (aka WO HU CANG LONG), from left: CHOW Yun-Fat, Michelle Yeoh, 2000. ©Sony Pictures Classics / Courtesy Everett Collection