Так! я буду крізь сльози сміятись,
Серед лиха співати пісні,
Без надії таки сподіватись,
Буду жити! Геть, думи сумні!
Sì! Riderò attraverso le lacrime,
Canterò canzoni in mezzo alle disgrazie,
Spererò senza speranza,
Vivrò! Via, pensieri tristi!
“Contra Spem Spero!” di Lesya Ukrainka
Iryna Maksymova, in mostra fino al 9 novembre da Antonio Colombo Arte Contemporanea a Milano, è un’artista contemporanea ucraina che ha saputo catturare l’attenzione degli esperti e del pubblico con le sue opere che fondono tradizione e innovazione. Le sue creazioni, che spaziano dalla pittura agli arazzi cuciti, offrono una riflessione profonda su temi di identità culturale, resistenza e femminilità. In particolare, i suoi arazzi cuciti emergono come i lavori più interessanti, poiché richiamano una tradizione femminile di produzione tessile e si distaccano per la loro unicità e forza espressiva; distaccandosi in questo modo da temi e soluzioni già descritti anche da pittori uomini.
Maksymova si distingue inoltre per il suo linguaggio visivo che combina elementi del folclore ucraino con una sensibilità contemporanea. La sua opera richiama quella di artisti come Henri Rousseau, noto per il suo stile naïf e le composizioni ricche di simbolismo. Forte è anche la componente neoprimitivista. Entrambi gli artisti condividono un approccio che celebra la semplicità e l’innocenza, pur affrontando tematiche complesse legate all’identità e alla cultura. Il suo uso di colori vivaci e forme espressive ricorda anche artisti contemporanei americani come Kerry James Marshall e Amy Sherald, che esplorano la rappresentazione della figura umana attraverso una lente di critica sociale e culturale. Tuttavia, è nei suoi arazzi cuciti che Maksymova riesce a esprimere in modo più potente la sua differenza come artista.
Gli arazzi cuciti di Maksymova non sono solo opere d’arte; sono un omaggio alla tradizione femminile dell’arte tessile. Utilizzando scampoli di tessuti recuperati, l’artista non solo riduce gli sprechi attraverso pratiche di upcycling, ma crea anche opere che raccontano storie di resilienza e identità. Questo approccio riflette una sensibilità ecologica e un forte legame con le radici culturali, rendendo ogni pezzo unico e significativo. Nei suoi arazzi, la figura femminile è spesso al centro dell’attenzione, rappresentata in modi che celebrano la forza e la vitalità. Le donne nei suoi lavori non sono semplici soggetti; incarnano l’essenza della cultura ucraina e la lotta per l’emancipazione. Questa fusione tra tradizione artigianale e messaggi contemporanei rende la sua opera particolarmente potente.
Un elemento particolarmente interessante della mostra è la presenza dell’arazzo “Abstract 1”, una scelta che si è rivelata fortunata grazie all’occhio attento del gallerista. Mentre Maksymova potrebbe non aver visto immediatamente il valore innovativo di quest’opera, il gallerista ha saputo riconoscere in essa un intrigante lato sperimentale. L’opera si discosta radicalmente dalla figurazione tipica dell’artista, introducendo una composizione geometrica e un vivace gioco di colori che cattura l’immaginazione. Questa intuizione ha aperto uno spiraglio verso nuove possibilità espressive e ha evidenziato il valore delle collaborazioni artistiche.
Per comprendere appieno la portata e la profondità del lavoro di Maksymova, è utile esaminare più da vicino alcune delle sue opere più emblematiche. Due creazioni in particolare, ‘Odesia’ e ‘Motherland’, offrono una finestra illuminante sul suo processo creativo e sul suo messaggio artistico.
Questo dipinto acrilico su tela (200×165 cm) è emblematico dell’approccio di Maksymova. Rappresentando un gruppo di donne nude su un cumulo di teschi, circondate da bacche di Kalyna, l’opera fonde simbolismo nazionale, riferimenti alla guerra in corso e una celebrazione della forza femminile. Il titolo stesso, riferendosi alla città di Odessa, evoca la resilienza di questa importante città portuale di fronte agli attacchi russi.
https://www.artsy.net/artwork/iryna-maksymova-odesia
Questo arazzo in tessuto (196×155 cm) offre una reinterpretazione del concetto di “Madre Patria”. L’uso della tecnica dell’arazzo non solo richiama le tradizioni artigianali ucraine, ma permette anche all’artista di creare una texture ricca e stratificata che aggiunge profondità al simbolismo dell’opera.
https://www.artsy.net/artwork/iryna-maksymova-motherland-2
Un tema centrale nell’opera di Maksymova è la rappresentazione simbolica dell’Ucraina, spesso personificata attraverso figure femminili. Questa scelta non è casuale: l’artista si ispira alla fonetica femminile di parole come “Paese” (країна) e “Ucraina” (Україна), nonché alla personificazione della “Madre Patria” nel monumento di Kiev.
Le figure femminili nei suoi dipinti e arazzi incarnano la forza e la resilienza della nazione ucraina di fronte alle avversità. Opere come “Odesia” e “Symbol” fanno riferimenti diretti alla situazione politica attuale, con simboli come i teschi e il gallo di ceramica divenuto emblema di resistenza dopo i bombardamenti di Borodianka.
Maksymova celebra il corpo femminile come fonte di potere e vitalità. I suoi nudi, come in “Becoming a Swan” e “Muses”, sfidano i tabù tradizionali sulla fisicità femminile, presentando figure forti e assertive. Questo approccio si collega a un più ampio discorso sull’emancipazione femminile, particolarmente rilevante nel contesto delle società post-sovietiche. Questo si ricollega a un concetto di figura femmile che si distacca dalla figurazione e diventa altro. Questo processo è attualmente utilizzato anche da alcune fotografe che tendono a rappresentare la donna, anche la donna nuda, o soprattutto nuda, in un modo molto differente da come siamo abituati a vederla rappresentata.
L’approccio innovativo di Maksymova alla rappresentazione del corpo femminile non si limita alla pittura e agli arazzi, ma offre spunti preziosi anche per altre forme d’arte visiva. In particolare, il suo stile potrebbe ispirare un ripensamento radicale nel campo della fotografia del nudo, aprendo nuove possibilità espressive in questo genere tradizionale.
Oltre alla rappresentazione tradizionale del nudo femminile, spesso oggettivante e sessualizzata, la fotografia può offrire una prospettiva alternativa, ispirandosi all’approccio di artisti come Iryna Maksymova. Attraverso l’utilizzo di una luce morbida e diffusa, che crea un’atmosfera calda e avvolgente, e di composizioni frontali e bidimensionali, il fotografo può trasmettere una visione diversa della femminilità, lontana dagli stereotipi.
Per ottenere questo effetto, la scelta dell’illuminazione è cruciale. Piuttosto che utilizzare una luce dura e direzionale, che tenderebbe a enfatizzare i volumi e le forme fisiche, il fotografo dovrebbe optare per una luce più avvolgente e uniforme. L’impiego di riflettori ammorbiditi o di fonti luminose diffuse, come pannelli Led o softbox, aiuta a creare un’illuminazione delicata e avvolgente, che avvolge le figure senza proiettare ombre nette. Questo approccio crea un’atmosfera calda e quasi mistica, allontanandosi dalla freddezza e dall’oggettivazione tipica di molte rappresentazioni del nudo. Inoltre, il fotografo dovrebbe prediligere composizioni frontali e piatte, evitando inquadrature che sottolineino eccessivamente la tridimensionalità del corpo. Attraverso l’adozione di un punto di vista diretto e privo di distorsioni, le figure acquistano una forza iconica, quasi come fossero dipinte o ricamate su una superficie bidimensionale, in linea con l’estetica neoprimitivista di Maksymova. Questa scelta compositiva, unita all’illuminazione avvolgente, contribuisce a sottrarre le figure femminili dalla semplice oggettivazione, valorizzandone l’aspetto simbolico e la presenza. Infine, il fotografo potrebbe sperimentare con l’uso del colore, adottando una tavolozza vibrante e saturi, simile a quella utilizzata da Maksymova. Attraverso accostamenti cromatici insoliti e l’enfasi su tonalità intense, l’immagine acquisisce una dimensione mitica e archetipica, allontanandosi ulteriormente dai canoni tradizionali del nudo. Questo approccio visivo contribuisce a celebrare la forza e la sacralità dell’esperienza femminile, offrendo una diversa idea di nudo che si discosta dalle rappresentazioni stereotipate.
L’influenza di artiste come Maksymova si estende ben oltre i confini della pittura e degli arazzi. Nel mondo della fotografia contemporanea, diverse artiste hanno sviluppato approcci che risuonano con la visione di Maksymova, pur mantenendo le loro uniche prospettive. Ecco alcune fotografe il cui lavoro riflette, in vari modi, questa nuova estetica del nudo femminile:
- Mickalene Thomas: Artista americana nota per i suoi ritratti di donne afroamericane, caratterizzati da una tavolozza cromatica vivace e da uno sguardo potente e autoriale. Le sue composizioni frontali e bidimensionali creano figure femminili iconiche e cariche di simbolismo.
- Zanele Muholi: Fotografa sudafricana che documenta la comunità LGBTQ+ in Sudafrica, con un focus sulla rappresentazione di corpi neri. Il suo lavoro si distingue per l’utilizzo di una luce soffusa e per l’enfasi sulla soggettività e la dignità delle sue soggetti.
- Lalla Essaydi: Artista marocco-americana che esplora l’identità femminile nel contesto della cultura islamica. Le sue immagini di nudo sono caratterizzate da una luce avvolgente e da uno stile pittorico che richiama l’artigianato tradizionale.
- Cindy Sherman: Sebbene più nota per i suoi autoritratti concettuali, l’opera di Sherman include anche una serie di nudi femminili che sfidano gli stereotipi di genere, attraverso l’uso di inquadrature frontali e l’impiego di una tavolozza cromatica vivace.
- Sheila Pree Bright: Fotografa americana che ritrae donne di colore in pose di forza e dignità, usando una luce soffusa e composizioni che valorizzano la soggettività delle sue soggetti.
Queste artiste, pur provenendo da contesti culturali diversi, condividono un approccio visivo che si discosta dalla rappresentazione tradizionale del nudo femminile. Attraverso l’utilizzo di tecniche come l’illuminazione morbida, le composizioni frontali e l’enfasi sul colore, creano immagini che celebrano la forza, la sacralità e l’autenticità dell’esperienza femminile.
In conclusione, l’opera di Iryna Maksymova rappresenta non solo un importante contributo all’arte contemporanea ucraina, ma anche un catalizzatore per ripensare la rappresentazione del corpo femminile nelle arti visive. Il suo approccio innovativo, che fonde tradizione e modernità, offre nuove prospettive che risuonano ben oltre i confini della tela o del tessuto. Mentre continuiamo a esplorare e ridefinire i concetti di identità, cultura e femminilità nell’arte, il lavoro di Maksymova rimane una fonte di ispirazione e riflessione, promettendo di influenzare generazioni di artisti a venire.