Al Mudec di Milano ieri mattina si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della mostra “Henri Cartier Bresson. Cina 1948-49 | 1958”, in apertura l’indomani.
Da oggi è dunque possibile ammirare a Milano un’esposizione di grande rilevanza artistica e storica con oltre cento stampe originali ed una raccolta di documenti e materiali d’archivio (riviste d’epoca, libri e lettere) dai reportage scattati in Cina dal grande fotografo francese, fondatore della celeberrima agenzia Magnum, in due momenti chiave: la caduta di Kuomintang (1948-49) e il “Grande balzo in avanti” di Mao Zedong (1958).
La mostra, dopo l’enorme successo a Parigi, approda per la prima volta in Italia e sarà visitabile sino al 3 Luglio.
Presentati da Simona Serini responsabile Mudec 24 ORE Gruppo 24 ORE, tutti i presenti hanno manifestato grande soddisfazione per un evento culturale straordinario e di notevole significato in un momento storico, l’attuale, che certamente ha sofferto moltissimo per le chiusure e le restrizioni causa Covid; si sono inoltre congratulati con la nuova direttrice del museo milanese, Marina Pugliese.
Insieme ad altri poli museali, come la Triennale, i Musei Civici o Palazzo Reale, al Mudec il comune di Milano conferma l’importanza della Fotografia in ambito culturale. Nel cuore di una sorta di “cittadella della cultura” (nei pressi troviamo BASE e i laboratori de La Scala), come l’ha definita l’Assessore alla Cultura del Comune di Milano Tommaso Sacchi, la mostra di un fotografo occidentale che volge il proprio sguardo verso un paese così lontano e diverso da noi incarna in pieno lo spirito del Mudec (Museo delle culture) che fa da ponte tra culture diverse.
Anche Federico Silvestri, A.D. di 24 Ore cultura che ha prodotto la mostra, e Guido Borsani, presidente della Fondazione Deloitte, sponsor del Museo, si sono espressi con entusiasmo per questo evento straordinario e coraggioso in un periodo non certo facile per programmare mostre di questo spessore.


M.Francois Hébel, Presidente della Fondation Henri Cartier-Bresson ha sottolineato l’importanza di questa mostra sia perché considera un periodo storico rilevante a livello mondiale come il dopo-guerra, sia perché immediatamente successivo alla fondazione, nel 1947, dell’Agenzia Magnum, sia perché getta uno sguardo su di una nazione, la Cina, che oggi riveste un ruolo di primo piano nell’economia mondiale e la cui comprensione è più agevole grazie anche allo studio della storia, cui certamente i reportage di HCB contribuiscono efficacemente.
Impressionato favorevolmente dagli allestimenti della mostra (grazie a Corrado Anselmi e Francesco Morano, che hanno curato rispettivamente progetto di allestimento e di illuminotecnica), così come dalla collaborazione tra pubblico e privato nella realizzazione della stessa, il Presidente della Fondation Henri Cartier-Bresson ha intrattenuto la sala con il racconto di qualche aneddoto relativo al Maestro (come la sua proverbiale riservatezza durante le inaugurazioni delle sue personali, o, in occasione di una mostra in Cina al suo lavoro fatto nella nazione orientale, il compromesso con le autorità cinesi relativamente a tre foto di nudo che il fotografo non volle togliere dal lavoro in mostra, ma fu costretto ad accettare che fossero disposte dietro ad una tenda).

Il reportage cinese di Cartier-Bresson parte su commissione di “Life” e se all’inizio il fotografo avrebbe dovuto fermarsi solo due settimane, in realtà si fermerà per dieci mesi contribuendo alla realizzazione di più d’una pubblicazione sulla rivista americana e su altre testate (in sala sono presenti anche riviste d’epoca). In prossimità del decimo anniversario Cartier-Bresson tornerà in Cina e per quattro mesi, obbligatoriamente accompagnato da una guida, visiterà luoghi selezionati come fabbriche, pozzi petroliferi, dighe, paesi rurali, per testimoniare “il Grande Balzo in avanti”, l’esito della Rivoluzione e dell’industrializzazione forzata delle regioni rurali. Nonostante il controllo serrato sulla sua produzione, l’occhio e la sensibilità di HCB gli consentiranno di riuscire comunque a raccontare anche gli aspetti meno positivi della situazione, come lo sfruttamento del lavoro umano, il controllo militare e la propaganda onnipresente.
Il catalogo della mostra (in cartonato olandese, 80 pagine a colori, € 20,00), è disponibile nel bookshop, è edito da 24 Ore Cultura.



Luisa Raimondi
MUDEC Via Tortona 56, tel. 02/54917 (lun-ven 10.00-17.00)