“Le indiscrete”, di Elisabetta Rasy: invito alla lettura

Una donna che indossa un cappello; di lei si vedono chiaramente solo gli occhi, mentre il resto è in ombra e nascosto dietro ad un velo. Sembra spiarci, impertinente, mentre ci punta seria gli occhi addosso, senza concederci di distogliere lo sguardo; di più, sembra quasi interrogarci. 

In basso, il titolo del libro: “Le indiscrete”.

L’ultimo libro di Elisabetta Rasy è il racconto appassionante della vita di cinque straordinarie fotografe e la chiave di lettura è decisamente tutta lì, in quello sguardo e nel titolo scelto.

“Indiscrezione” è un sostantivo dall’accezione negativa: “mancanza di riguardo, di rispetto dell’altrui riservatezza, invadenza” e così via. Lo era peraltro anche “disobbedienza”, quando la Rasy aveva definito “Le disobbedienti” sei pittrici raccontate in un altro suo testo.

Scelte certamente non casuali che stuzzicano il lettore o la lettrice ad avventurarsi nelle pagine del libro: poiché il sottotitolo è “Storie di cinque donne che hanno cambiato l’immagine del mondo” (in “Le disobbedienti” era invece “Storie di sei donne che hanno cambiato l’arte), ci si chiede infatti come un risultato così pregevole abbia tuttavia indotto l’autrice a definirle comunque “indiscrete”.

Forse davvero solo una donna poteva osare tale definizione; solo una donna, infatti, conosce quanta forza dirompente, ribelle e contro corrente sia necessaria per affermare il proprio linguaggio ed il proprio messaggio. Solo una donna può davvero capire che occorre trascendere, nostro malgrado, per affermarsi, semplicemente (si badi, non ho scritto “imporsi”).

Nel corso della narrazione, piacevolissima ed efficace, la Rasy ci confermerà infatti che la sua interpretazione di queste artiste è tutt’altro che negativa, perché tutte le fotografe narrate hanno saputo volgere in positivo la loro indiscrezione, che altro non è che il necessario coraggio non solo nel guardare, il mondo o se stesse, ma soprattutto nel farci guardare attraverso il loro sguardo.

Quella donna in copertina che ci scruta tra ombra e luce è l’emblema della dualità tra forza e fragilità di cinque donne straordinarie che hanno scelto di mostrarci il mondo e mostrarsi al mondo.

Tina Modotti, Dorothea Lange, Lee Miller, Diane Arbus, Francesca Woodman. 

Non è semplice riuscire a raccontare la vita densissima di queste donne nelle poche pagine del capitolo ad ognuna dedicato, ma la Rasy riesce efficacemente a portarci nella vita di ciascuna di loro restituendoci in pieno eventi salienti e personalità; questo lodevole risultato, certamente frutto di ricerche accurate, deriva anche da una scrittura piacevole, scorrevole, decisamente coinvolgente pur nella non facile ma encomiabile capacità di sintesi della Rasy, peraltro già evidente nella scelta dei titoli dei capitoli: “La bellezza a la rivoluzione” per Tina Modotti; “La vergogna e l’orgoglio” per Dorothea Lange; “La seduzione e la guerra” per Lee Miller, “Il desiderio e l’imperfezione” per Diane Arbus ed infine “Il corpo e l’anima” per Francesca Woodman.

Pagina tratta dal libro “Le indiscrete” di Elisabetta Rasy, Mondadori 2021
Pagina tratta dal libro “Le indiscrete” di Elisabetta Rasy, Mondadori 2021
Pagina tratta dal libro “Le indiscrete” di Elisabetta Rasy, Mondadori 2021
Pagina tratta dal libro “Le indiscrete” di Elisabetta Rasy, Mondadori 2021
Pagina tratta dal libro “Le indiscrete” di Elisabetta Rasy, Mondadori 2021

Ho riflettuto molto sull’inserimento anche di quest’ultima fotografa tra le cinque prescelte; se le prime quattro, ognuna a proprio modo, hanno volto lo sguardo sul mondo, la Woodman lo ha fatto invece su se stessa; la sua opera, tuttavia, non è solo riconducibile alla sua persona; la Woodman in realtà getta uno “sguardo indiscreto” sulla donna. Ogni donna dovrebbe esserle grata e non poteva che chiudersi con lei questo meraviglioso libro che tutte, non solo le appassionate di fotografia, dovrebbe scoprire.

A tutti, uomini compresi, a me piace dedicare il titolo del primo capitolo “Il talento e la libertà”: per ognuna delle “sue” fotografe la Rasy racconta il momento della scoperta della fotografia, ma è solo l’incontro con il loro forte desiderio di libertà che diventa «cifra segreta» della loro arte.

Può esistere arte senza libertà? Grazie a queste donne che ci hanno coraggiosamente risposto, caparbie; grazie a Elisabetta Rasy che ha saputo ricordarcelo attraverso le loro storie. 

Buona lettura.

Luisa Raimondi

La fotografia in copertina è di Lee Miller, della serie “Hats” per Vogue, 1942

Il libro “Le Indiscrete” è edito da Mondadori