Paul Strand e Zavattini. Un viaggio nella fotografia italiana

Tra i tanti libri fotografici pubblicati e auto pubblicati, vorrei consigliarne uno che merita di essere sfogliato con molta lentezza, parlo di “Un paese” edito da Einaudi nel 1955 e riproposto da qualche anno nello stesso identico formato di settanta anni prima. È un libro molto semplice, di poche fotografie di Paul Strand e di buone parole di Cesare Zavattini, eppure profondamente intenso e vivo. Un esperimento che alterna immagini a parole per offrire un ritratto intimo e autentico dell’Italia del dopoguerra. Non si tratta di una cronaca qualunque, ma di un’immersione profonda nella vita di Luzzara, che poi è il paese natale di Cesare Zavattini, un luogo che l’autore stesso ha riscoperto e imparato a conoscere proprio grazie a questo progetto. L’idea nacque da Paul Strand, che nel 1953 propose a Cesare Zavattini, “con la sua calma parlata da patriarca”, di fare un libro su un luogo italiano. Curiosamente, vengono citati alcuni piccoli centri che ancora oggi probabilmente dicono poco a molti, ma che per qualche ragione erano considerati interessanti da un punto di vista editoriale. Alla fine, Zavattini scelse Luzzara, ma prima di accettare Strand volle vederla. 

Ma confesserò subito che non sapevo niente di Luzzara e supponevo di sapere tutto” scrive Zavattini, tanto che la felice collaborazione con Strand lo costrinse a una convivenza “sul serio” con i suoi compaesani, un’esperienza che da faticosa divenne “meravigliosa“. “Un paese” è l’unica pubblicazione che avrebbe dovuto far parte di un progetto più ampio che Zavattini aveva in mente con l’editore Einaudi, una collana intitolata «Italia mia» e dedicata a esplorare fotograficamente la vita quotidiana di persone comuni, mosso da una profonda convinzione: “dovunque si fermeranno [i giovani fotografi] va bene, con chiunque parleranno va bene”.

Il volume propone circa novanta fotografie di Paul Strand, scattate durante un lungo mese trascorso a Luzzara, con quella che Zavattini definisce “la sua macchina fotografica dall’aspetto antico”, catturando volti, case e paesaggi, trovando “il punto di luce e di linea”. Le fotografie, però, non bastano a raccontare un mondo, quel mondo che molti hanno anche imparato a conoscere leggendo Giovannino Guareschi o più semplicemente guardando le avventure di Don Camillo e Peppone al cinema o in televisione; perché la bellezza del libro è nelle parole di Cesare Zavattini, con il suo stile diretto e poco letterario, ma soprattutto in quelle degli abitanti di Luzzara che raccontano storie che le fotografie da sole non sarebbero in grado di raccontare, a partire dalla bellissima fotografia di copertina.

“Strand ha battuto Luzzara e dintorni per un lungo mese e infine mi ha messo sul tavolo prati facce case e dopo io sono andato sulle sue orme con l’aiuto di un contadino, Lusetti, Valentino Lusetti.”

Luzzara, in questo libro, diventa il simbolo di un paese e di una terra di profonde contraddizioni, tipica dell’Italia di quell’epoca: fertilissima e generosa di prodotti come cereali e formaggio, ma segnata da una disoccupazione dilagante, dall’esito del secondo conflitto mondiale, dalle disparità sociali, dalla fatica dei braccianti contrapposta alla ricchezza degli agrari. A questi brevi racconti sono anteposte le parole di Zavattini, ispirate dai propri ricordi d’infanzia, dall’amore per il fiume Po, dal ciclo delle stagioni e dei mesi che scandiscono ogni aspetto della vita contadina. “Un paese” è un capolavoro che va oltre il locale per diventare un documento universale sulla condizione umana. È la prova che, come sperava Zavattini, in ogni angolo d’Italia si nasconde una ricchezza di storie straordinarie, basta solo fermarsi, ascoltare e guardare con “una vera carità di tempo di occhi di orecchi.” È una lettura e una visione che oggi, ancor più di allora, ci invita a riflettere su cosa voglia dire vivere in una comunità, in un paese, con i suoi ritmi, le sue aspirazioni, le sue gelosie, la sua lingua, a misura d’uomo, a contatto con la natura, dove puoi lasciare la bicicletta sotto i portici “non le ruba mai nessuno, anche perché si conoscono le biciclette come le facce.”

Il fascino di questo libro è ulteriormente alimentato dalla mostra romana a ingresso libero Strand – Zavattini. La fotografia è un ponte, negli spazi di Palazzo Poli, che tutto il mondo conosce per la famosa Fontana de’ Trevi, in programma dal 9 al 28 settembre 2025, seconda tappa temporale dedicata in parte al libro “Un paese”. L’esposizione si propone di mostrare al pubblico un’importante acquisizione realizzata dall’Istituto centrale per la grafica nell’ambito del progetto Strategia fotografia 2023, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura: un corpus di opere fotografiche e documenti, provenienti dall’archivio di Arturo Zavattini, riconducibili al lavoro comune di Paul Strand e Cesare Zavattini. Come spiegala direttrice dell’Istituto centrale per la grafica Maura Picciau: La mostra Strand/Zavattini ricorda e celebra, a 70 anni dalla pubblicazione del libro Un paese, l’amicizia e la condivisione d’intenti del fotografo americano e del nostro scrittore. Il volume ha lasciato una fondamentale eredità nella fotografia italiana successiva, i suoi presupposti culturali e sociali restano validi e forti. Nella nostra lingua il termine paese rimanda a villaggio e a nazione. Luzzara così, borgo padano semplice e certamente non da cartolina, diventa, a partire dal caso particolare di una società rurale tipica e caratteristica, emblema dell’universalità del vivere, del mondo”.

Le fotografie esposte sono circa 50, sono tutte in bianco e nero e di ottima stampa, affiancate da una selezione di documenti, libri e contributi audiovisivi che raccontano l’intenso rapporto di amicizia e collaborazione tra Paul Strand e Cesare Zavattini, che portò, per l’appunto, alla pubblicazione nel 1955 del libro fotografico Un paese”. All’interno della mostra, inoltre, è possibile anche godere del Portfolio Four, una raccolta di dieci scatti realizzati da Strand in diversi luoghi del mondo: dalla Sicilia ai Pirenei, dalla Francia all’Egitto fino alle Isole Ebridi, che rappresenta una sintesi del suo lavoro dal 1950 al 1973. Portfolio Four, considerato quasi un testamento artistico, fu curato con meticolosa dedizione dallo stesso Strand fino agli ultimi giorni della sua vita e pubblicato poi postumo. In mostra le stampe originali sono accompagnate da testi di Hazel Kingsbury e Cesare Zavattini, oltre a documenti d’archivio, come il dattiloscritto con correzioni autografe dello stesso Zavattini e il carteggio tra lui e la Fondazione Strand.

L’esposizione rappresenta anche l’occasione per celebrare i cinquant’anni dalla fondazione dell’Istituto Centrale per la Grafica che, fin dalla sua nascita, si è dedicato alla tutela, allo studio e alla valorizzazione della fotografia, e con l’occasione ricorda anche la mostra Paul Strand. 58 anni di fotografia, ricordata all’inizio del percorso, curata nel 1976 dall’allora direttore Carlo Bertelli nelle sale della Calcografia Nazionale. Rispetto al libro, nella mostra sono presenti anche una serie di dieci stampe fotografiche realizzate da Paul Strand nel 1953, tratte dalla prima tiratura originale e poi donate a Cesare Zavattini, alcune del tutto inedite e alcune invece che testimoniano il momento in cui il fotografo sperimentò l’uso del piccolo formato, esplorando nuove soluzioni espressive. Interessante anche la sezione che propone tredici scatti di Arturo Zavattini, figlio di Cesare, che nel maggio del 1953 ritrasse il padre insieme a Strand. Alcuni scatti, come quelli che ritraggono il mercato del lunedì, sono sovrapponibili a quelli di Strand. Altri, al contrario, mostrano la grande sensibilità di Arturo, allora giovane fotografo e sono dieci fotografie realizzate a Tricarico in Lucania, nel giugno del 1952, durante la celebre spedizione etnografica condotta da Ernesto de Martino e stampate in occasione della mostra a partire dai negativi originali. Infine, un’ulteriore prospettiva sul lavoro svolto nella cittadina emiliana viene offerta dalla presenza di cinque fotografie di Hazel Kingsbury Strand, donate da Cesare Zavattini al Comune di Luzzara e oggi custoditi dalla Fondazione Un Paese.

Federico Emmi


Cesare Zavattini, Paul Strand: Un paese, 2021 – Frontiere – pp. XII – 92 – € 40,00 – ISBN 9788806250065

ISTITUTO CENTRALE PER LA GRAFICA
Sale espositive di Palazzo Poli – via Poli 54
9 – 28 settembre 2025
martedì – domenica 10,00 – 19,00 (ultimo ingresso 18,30)
Chiusura: tutti i lunedì.
INGRESSO LIBERO / Free entrance

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