The Baltic Ring. Un reportage di Roberto Valentino

Discorsi Fotografici ospita il reportage sul viaggio intorno l’Anello Baltico del fotografo Roberto Valentino, di cui invitiamo i lettori a visitare il sito.


DF: Benvenuto su Discorsi Fotografici e grazie per il tuo contributo! Per iniziare parlaci un poco di te.

RV: Non sono un fotografo professionista, e sinceramente non credo sia nelle mie corde la fotografia intesa come professione. Mi piace molto fotografare però, anche indipendentemente dal risultato finale. Certo quando scatto ho bene in mente cosa vorrei ottenere una volta stampata la foto e mi impegno molto per migliorare i miei risultati ma ciò che realmente mi piace fare non è guardare fotografie ma farle. E’ una cosa che mi rilassa e mi aiuta a comprendere meglio ciò che mi sta intorno. Ho una buona memoria fotografica e sembra che tutto ciò che inquadro attraverso l’obbiettivo rimanga più nitido nella mia memoria indipendentemente dalla foto finale. Mi piace molto viaggiare e fotografare mi aiuta e tenere bene in ordine nella memoria le cose che vedo.

DF: Prima di partire ti sei documentato fotograficamente?

RV: Mi documento molto prima di ogni viaggio e non solo fotograficamente. Cerco di studiare la storia del luogo, di imparare qualche parola parlata dalla gente che incontrerò e magari leggere qualche libro di autori autoctoni. Tutto questo fa aumentare la curiosità e mi mette in sintonia con il viaggio. Quando sono li quindi so cosa cercare e cosa evitare e tutto diventa più facile, anche fare fotografie.

DF: Che attrezzatura hai portato con te?

RV: Viaggiando zaino in spalla non c’è molto spazio per l’attrezzatura e tutto deve essere ridotto allo stretto necessario: per via del peso e per il rischio di eventuali furti. Porto con me un solo corpo macchina ed un paio di lenti: uno zoom tuttofare ed un grandangolo spinto.
Ho cominciato con una Canon 350D, per poi passare ad una canon 40D ed attualmente uso una canon 5D.
Quando viaggio ho sempre montato un canon 24-105: compatto, leggero e stabilizzato copre il 90 per cento delle mie esigenze. Se è possibile porto con me anche un canon 16-35 per le condizioni di scarsa luminosità e per le grandi possibilità compositive che offre un grandangolo. A parte la reflex nel mio zaino non manca mai un treppiede. Ne ho uno in fibra di carbonio che chiuso occupa solo 32 cm e pesa meno di un chilo. Non lo uso spessissimo in viaggio ma mi piace sapere di averlo con me ed in molti casi il piccolo sforzo di portarselo dietro è stato ampiamente ricompensato.

DF: Quali soggetti hai fotografato più frequentemente?

RV: Sicuramente paesaggi, urbani e non. Mi piace come la luce ogni giorno fa cambiare il paesaggio che ci circonda, qualunque esso sia

DF: Hai sperimentato particolari difficoltà?

RV: Dal punto di vista fotografico la difficoltà maggiore è quella di trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Viaggiando spesso non hai la possibilità di fermarti quanto vorresti in un posto per aspettare la luce giusta e ne puoi pensare di ritornarci il giorno seguente. Si farebbe davvero poca strada. Ti trovi spesso nel posto giusto ma con la luce sbagliata e ti rimane l’amaro in bocca quando realizzi che non puoi raccontare quello che vorresti con le tue fotografie. E’ un po’ come cercare di spiegare qualcosa quando non ti vengono in mente le parole giuste: vien fuori un’altra storia.

DF: Se dovessi avere l’occasione di tornare negli stessi luoghi cosa fotograferesti ancora?

RV: Mi piacerebbe fotografare gli stessi posti in stagioni diverse, questo è quello che mi piacerebbe fare. Ogni stagione ha una luce particolare odori e colori assolutamente unici. Sarebbe bello ritornare negli stessi luoghi in un diverso periodo dell’anno, son sicuro che non sembrerebbe più lo stesso posto e ciò che magari mi aveva colpito la prima volta potrebbe risultare banale e non meritare neanche una foto.

DF: Che cosa non sei riuscito a fotografare e avresti voluto?

RV: Mi piacerebbe saper fotografare la gente comune durante la vita di ogni giorno. Purtroppo non mi sento mai a mio agio quando devo puntare la reflex verso altre persone: se sono distratte mi sembra di rubare qualcosa e se si accorgono della foto mi sembra di essere invadente e di violare la loro intimità. Tutto ciò mi rende nervoso e fotografare non mi diverte più.

DF: Hai trovato la forza di spegnere la fotocamera e goderti il viaggio ogni tanto?

RV: Per fortuna non devo fotografare per vivere quindi le due cose non sono mai state in competizione. Fotografo solo per il piacere di farlo. Si quindi mi è capitato, e se mi è concesso risponderei a questa domanda con parole non mie ma di Ansel Adams direi: “When words become unclear, I shall focus with photographs. When images become inadequate, I shall be content with silence”.

DF: Cosa consiglieresti a chi vuole intraprendere il tuo stesso percorso?

RV: L’unica cosa che posso consigliare è quella di lasciar perdere marchi, modelli, mega pixel, velocità di messa a fuoco e grafici MTF. Spesso si parla di attrezzatura fotografica più che di fotografia e questo ti fa rimanere a casa a studiare e confrontare piuttosto che lasciarti libero di uscire e fare le TUE fotografie. Bisogna ricordare che bisogna avere un motivo per fotografare anche se fosse la semplice foto ricordo. Se riguardando la foto ci sembra di aver raggiunto lo scopo allora va benissimo cosi. Se invece no allora bisogna chiedersi cosa non ci piace e come migliorarlo. Tutto il resto viene di conseguenza, piano piano e con il tempo.

VILNIUS

A differenza di Stoccolma ed Helsinki, famose e conosciute capitali europee visitate ogni anno da migliaia di turisti, le altre nazioni che si affacciano sul mar baltico non godono della stessa popolarità. Mediamente non si sa neanche bene dove posizionarle geograficamente e quale di esse sia la Lituania quale la Lettonia o quale l’ Estonia. Le ex repubbliche sovietiche, ormai tornate indipendenti, vengono sempre confuse e stereotipate, approssimativamente posizionate fra Europa e Russia e spesso considerate come un’ unica grossa regione, con un unica storia, e più o meno un unica lingua.In realtà, anche se può sembrare un’affermazione banale, come la Finlandia non è la Svezia, cosi, nonostante le caratteristiche geografiche condivise e i recenti trascorsi storici comuni, le tre repubbliche baltiche si distinguono fortemente tra loro per lingua, cultura e tradizioni. Il seguente reportage contiene immagini e sensazioni raccolte durante un viaggio fatto nell’agosto del 2008 ed iniziato proprio a Vilnius in Lituania e terminato a Stoccolma in Svezia, passando attraverso Riga in Lettonia, Tallin in Estonia ed Helsinki in Finlandia.

Labas!

Prima tappa del viaggio e prima grande sorpresa: Vilnius è un posto davvero incantevole. Capitale di una nazione posta esattamente sul confine fra due grandi civiltà, quella Latina e quella Bizantina, è una città davvero antichissima. Alcune fonti scritte fanno riferimento a Vilnius già nel 323 dc ed il suo meraviglioso centro storico, The Old Town of Vilnius, è patrimonio dell’UNESCO World Heritage dal 1994. La città comunque non è un museo a cielo aperto, ma al contrario è attiva e frizzante, piena di studenti che entrano ed escono dalla antica e famosa università situata proprio nel centro storico. La gente e tranquilla e sorridente, parla mediamente un ottimo inglese e socializza facilmente. Ho trascorso due giorni davvero molto intensi a Vilnius che hanno lasciato un solco davvero profondo nella mia memoria. Non nascondo che mi piacerebbe un giorno ritornare in questa bella e romantica capitale, a riposare sulle sponde del placido fiume Vilnia, che amorevolmente abbraccia la città, a passeggiare lungo il viale che porta al castello di Trakai e a mangiare in uno degli economicissimi ristorantini del centro che con poco ti servono una delle più grandi sorprese culinarie di questa regione: gli “zeppelin”(Cepeline in lituano)!

 

RIGA

Dopo la calma e la tranquillità dei giorni a Vilnus è stato un po’ uno shock arrivare a Riga.
La Città è decisamente grande ed è uno dei porti commerciali più importanti di tutto il Baltico. Siamo in pieno agosto ed il centro storico è un continuo brulichio di turisti curiosi e residenti che si godono la bella stagione.
Dimenticati i gelidi venti invernali provenienti dal mare e le temperature quasi polari in estate la città si trasforma in un vivacissimo centro turistico. Musica sulle strade, cinema e teatri ed ogni ora, visite guidate e shopping per tutti i gusti.
Il centro storico è davvero delizioso, con i numerosissimi edifici in stile gotico e la famosissima varietà di palazzi dello Stile Liberty (chiamato anche il Jugendsti) presenti praticamente in ogni via del centro storico.
Tuttavia se dovessi dire cosa mi ha colpito in particolar modo della città direi che è proprio il brusco salto di atmosfera che si ha abbandonando il chiassoso e divertente centro storico per inoltrarsi nella fredda e moderna città industriale che costituisce la quotidianità per migliaia di persone durante i corti e numerosi giorni invernali. Ma tornando indietro devo ammettere che è stato davvero piacevole perdersi fra le strade di Riga, fermarsi a mangiare zuppe di legumi in uno dei numerosissimi locali in stile medioevale con camerieri in costume d’epoca e pane caldo infornato al momento. Riga è indubbiamente molto più “città” rispetto a Vilnius con tutti i pro ed i contro che questo comporta.

TALLIN

Se Vilnius mi ha dato l’idea di un centro molto vicino alla cultura ed alle forme europee e Riga è classico caleidoscopio culturale e stilistico come solo le grandi città portuali possono essere, Tallin è una città decisamente nordica, molto più in sintonia con le atmosfere ed i colori delle terre finniche che a quelle sud europee. Fisicamente molto più vicina a Helsinki che a Riga vive con la capitale finlandese un rapporto di constante scambio e non a caso per anni è stata come una finestra sul mondo per gli abitanti delle Repubbliche Sovietiche.
Il centro storico è ricchissimo e molto ben curato, attrazione di molti turisti durante i mesi estivi: giovani ragazze in abiti tradizionali si incontrano praticamente in ogni via, sempre preannunciate dal tipico rumore degli immancabili zoccoli in legno che picchiano sulla pietra con coi sono lastricate le strade. E’ sempre difficile giudicare una città in agosto, soprattutto se gli introiti provenienti dal turismo costituiscono per la città una grossa fetta delle entrate annuali ma mi è sembrata anche questa una città davvero molto accogliente e tranquilla.
Siamo sicuramente lontani dalla chiassosa vivacità delle città mediterranee ma la gente sa decisamente come divertirsi e la presenza di tanti turisti è occasione ghiotta per dimostrarlo.
Purtroppo dal punto di vista fotografico è stato davvero un disastro: pioggia e cielo coperto tutto il tempo!

 

HELSINKI

Il traghetto ci impiega poco più di un’ora per raggiungere Helsinki ed il viaggio è piacevole. La barca è piena non solo di turisti che come me hanno scelto di visitare le belle capitali del mar Baltico, ma anche di molti estoni che quotidianamente e con disinvoltura si muovono da una sponda all’altra per fare compere, incontrare amici, passare una giornata diversa.
Helsinki è una città meravigliosa, pulitissima e ordinata, ed è davvero facilissimo muoversi fra le vie del centro, La gente è silenziosa e discreta ma non esita un momento se vede qualcuno in difficoltà che necessita di indicazioni. Più volte simpatici passanti mi si sono avvicinati per chiedermi se avevo bisogno di aiuto mentre nella classica divisa da turista zaino in spalla cercavo di la mia strada.
Due giorni sicuramente sono pochi per conoscere una capitale come questa ma sono stati sufficienti per apprezzare l’eleganza e la pulizia del centro storico, per gioire la pace e la tranquillità del parco naturale sull’isola di Seurasaari (situata a soli 15 minuti di autobus dal centro), per visitare una delle più grandi ed interessanti fortezze marine del mondo fondata nel 1700 sull’isola di Suomenlinna proprio di fronte al porto di Helsinki.

STOCCOLMA

Raggiungere Stoccolma su una delle navi della Viking Line è un’avventura nell’avventura. La nave era piena non solo di turisti, ma anche di ragazzi finlandesi che la usano come discoteca viaggiante. Dotata di ogni comfort molti la scelgono per ballare e festeggiare tutta la notte: si riposa in cabina di giorno mentre la nave fa rifornimento al porto di Stoccolma e poi si ripartire la sera per Helsinki. Ancora una notte di divertimenti e follie.
Come facilmente immaginabile la città in agosto è stracolma di turisti ed è davvero difficile trovare un posto dove dormire, anche perché, onestamente, i prezzi sono decisamente alti nei paesi nordici e Stoccolma non fa certo eccezione.
Nonostante questo la città non è caotica ne stressante, ma al contrario per qualche ora fa piacere farsi trasportare dai flussi di turisti che si fermano in continuazione rapiti da una delle mille attrazioni che la città ha preparato proprio per loro. Capitale moderna ed all’avanguardia con un fascino decisamente particolare che preferisce non ostentare le sue bellezze ma lasciare che vengano scoperte pian piano.
E se si ha voglia di qualche momento di tranquillità non rimane altro che imbarcarsi per una delle centinaia di isolette dell’arcipelago di fronte la città. Posti davvero incantevoli dove trascorrere qualche ora o qualche giorno a contatto con la natura, passeggiando, leggendo, mangiando buon cibo e nel mio caso fotografando.