Questo cortometraggio d’avanguardia è frutto della collaborazione tra Marcel Duchamp e Man Ray.
Il filmato è stato creato nel 1926, posizionando su un fonografo giradischi nove dischi di cartone su cui sono state disegnate delle spirali e dieci dischi di cartone su cui sono incise a spirale delle frasi. I dischi, che Duchamp chiamava “Rotoreliefs”, si alternano iniziando con un disco con disegnate delle spirali che gira in senso orario, a cui succederà un disco con la frase che gira in senso antiorario e così in successione con velocità tra loro variabili.
Potete vedere qui il corto restaurato:
(vi consiglio di vederlo senza il sonoro, che è stato aggiunto dopo il recente restauro del 2022)
Il corto sviluppa le teorie sui fenomeni retinici che Duchamp stava studiando e soprattutto il concetto che:
“La pittura non deve essere esclusivamente visiva o retinica. Deve interessare la materia grigia, il nostro appetito per l’intellettualizzazione”.
Il lavoro sposa in pieno le idee avanguardistiche del Dadaismo: il sovvertimento, lo svuotamento di senso, il non comprensibile.
I dischi a spirale creano un effetto tridimensionale che si scontrano con la ricerca di lettura delle frasi.
Qui il testo delle frasi:
(FR)
«
- Bains de gros thé pour grains de beauté sans trop de Bengué.
- L’enfant qui tète est un souffleur de chair chaude et n’aime pas le chou-fleur de serre chaude.
- Si je te donne un sou me donneras-tu une paire de ciseaux?
- On demande des moustiques domestiques (demi-stock) pour la cure d’azote sur la Cote d’Azur.
- Inceste ou passion de famille, à coups trop tirés.
- Esquivons les ecchymoses des esquimaux aux mots exquis.
- Avez vous deja mis la moëlle de l’épée dans le poële de l’aimée?
- Parmi nos articles de quincaillerie paresseuse, nous recommandons le robinet qui s’arrête de couler quand on ne l’écoute pas.
- L’aspirant habite Javel et moi j’avais l’habite en spirale.»
(IT)
«
- Bagni di tè grosso per nei senza troppo Bengué (Bengué o BenGay era un analgesico inventato dal dottore francese Jules Bengué)
- Il bambino che poppa è un soffiatore di carne calda e non ama il cavolfiore di serra calda
- Se ti do un soldo mi darai un paio di forbici?
- Si chiedono delle zanzare domestiche – mezzo stock – per la cura d’azoto sulla Costa Azzurra
- Incesto o passione di famiglia, tirati a colpi eccessivi
- Schiviamo i lividi degli eschimesi con squisite parole
- Avete già messo il midollo della spada nella padella dell’amata?
- tra i nostri articoli di ferramenta pigra, raccomandiamo il rubinetto che smette di perdere quando non lo si ascolta
- L’aspirante abita a Javel e io avevo l’abitato in spirale»
Ma il senso le frasi non ce l’hanno. Sono senza senso anch’esse.
Le frasi hanno un contenuto sessuale atto a provocare scandalo o anche solo tentativo di comprensione.
Duchamp e Man Ray utilizzarono sempre il sesso nelle loro ricerca artistica.
Man Ray:
Le Violon d’Ingres (Il Violino d’Ingres)
Duchamp:
La sposa messa a nudo dai suoi scapoli (titolo originale Mariée mise à nu par ses célibataires, même), più noto come Il grande vetro (Le Grand Verre)
Se non capite “Le Grand Verre” non preoccupatevi; non siete soli. È forse l’opera d’arte più complessa mai creata.
“ANÈMIC CINÈMA” ci servirà in futuro per comprendere i titoli di testa di uno dei film più famosi, se non il più famoso, della storia del cinema:
“Vertigo” o “La Donna che Visse Due Volte” di Alfred Hitchcock