ATHENA: la tragedia contemporanea che racconta le Banlieue

Nella periferia parigina tre fratelli, francesi di origini algerine, reagiscono in maniera diversa alla tragica morte del loro fratello minore Idir. Questa morte, causata da dei poliziotti, scatena un conflitto tra i giovani della comunità e la polizia.

“Athena” (2022) di Romain Gavras è un film che racconta in modo emblematico gli scontri tra polizia e abitanti delle Banlieue di Parigi. Il regista è figlio del famosissimo regista greco Costa-Gavras, premio oscar per il miglior film straniero nel 1970 con “Z”, un film politico contro l’allora Dittatura dei Colonnelli.

Eppure l’incontro più importante della vita artistica di Romain non è con suo padre, che quando aveva 7 anni gli faceva vedere i film di Tarkovskij e altri famosi registi, quanto con Ladj Ly, figlio di uno spazzino del Mali.

Quando ha 14-15 anni Romain fonda con Ladj un collettivo artistico chiamato Kourtrajmé. È il periodo in cui vengono vendute le telecamere Mini DV e i due, insieme ad altri, iniziano a girare piccoli cortometraggi e videoclip.

Crescendo sono diventati due registi famosi.

Ladj Li è anche lo sceneggiatore di “Athena”, il terzo film di Gavras.

LA SCENEGGIATURA: LA TRAGEDIA

Il film ha, per volontà dei due, una struttura da tragedia classica; con chiaramente tutte le particolarità di portare una tragedia nella contemporaneità.

Il film è diviso in sequenze temporali che cercano di mantenere una struttura unitaria, mantenendo quella continuità di cui Aristotele scriveva nella sua “Poetica”. I personaggi sono delle maschere e ognuno risulta abbastanza monodimensionale. Questa è una scelta precisa in fase di scrittura e quindi non si capisce perché spesso si accusi il film di avere personaggi piatti.

Ladj Ly ha precedentemente girato “Les Miserables”, uno spaccato sociologico della popolazione delle Banlieue e della loro violenza, che ha una struttura più complessa dal punto di vista della sceneggiatura e dei personaggi.

Ma in “Athena” la scelta è stata diversa. Se si parte da questo assunto la sceneggiatura funziona benissimo e risulta ben scritta.

La scelta della forma tragedia è derivante dalle origini greche di Gavras.

Ladj Ly porta dalla sua l’aver abitato in una Banlieue.

GLI ATTORI: UN MIX

Gavras ha la tendenza a mischiare attori professionisti con attori non professionisti.

Per il ruolo più importante, quello di Karim, il leader dei rivoltosi, è stato scelto Sami Slimane, un ragazzo che non aveva mai recitato prima ma che ai casting si è dimostrato essere in parte.

Sami è stato aiutato nella sua interpretazione dal fatto di aderire come descrizione al personaggio ma anche da una sceneggiatura in cui accadono molte cose ma ci sono poche battute.

La scena più difficile da interpretare è stato il confronto tra Karim, il suo personaggio e il fratello maggiore Abdel, interpretato dall’attore professionista Dali Benssalah. Dali ha aiutato Sami a interpretare al meglio questa scena, di confronto e in cui prende schiaffi, complessa per un non professionista.

La produzione, per scelte interpretative, etiche e di costi, ha fatto lavorare qualche centinaio di ragazzi delle banlieue: alcuni come poliziotti, altri come ribelli. Questi hanno provato per mesi prima che si iniziasse a girare; così da essere perfetti nei loro ruoli.

Nei due gruppi c’erano due assistenti alla regia a dirigerli nell’azione.

Un altro ruolo centrale ce l’ha un giovane poliziotto Jérome, interpretato dall’attore professionista Anthony Bajon.

Come possiamo vedere Bajon non ha la faccia da poliziotto “stronzo” e credo che sia stato scelto apposta.

Gavras e Ly non hanno scritto una sceneggiatura in cui la polizia è il vero antagonista.

Il dramma, o meglio la tragedia, è tutta interna alla comunità e ancor più tra i fratelli.

Quindi la scelta di Bajon serve a depotenziare la polizia.

Credo che Gavras non possa non aver visto da giovane questo film:

Kassovitz nell’Odio sceglie coscientemente di mostrarci anche lui giovani poliziotti,

Perché il suo film non è contro la polizia ma contro la violenza.

In “Athena” la polizia diventa ancor più una massa indistinta, di cui non vediamo i volti e le cui azioni non sono mai efficaci.

La reazione violenta è in mano ai ragazzi del quartiere.

“L’odio” è sicuramente un film di riferimento, anche per la recitazione.

Il protagonista del film “L’Odio”, il personaggio più forte è:

Vincent Cassel, poi diventato una superstar.

E chi è che ha recitato nei corti di Gavras e recitato nel suo primo film “Notre Jour Viendra” (2010)?

Sì, anche se ha la barba è Vincent Cassel.

LA FOTOGRAFIA: MA CHE C’ENTRA JR?

In breve, JR è il fotografo francese noto a livello mondiale per l’utilizzo della tecnica del “collage” fotografico.

Nel 2004 JR trova per caso una macchina in metropolitana (non sappiamo se questo corrisponda a verità o sia una realtà romanzata) e inizia a scattare delle foto degli abitanti di Les Bosquets, un quartiere “ghetto”. Poi incolla le foto ingrandite come manifesti sui muri delle case del quartiere.

Questa è la sua prima personale dal titolo: Portrait of a Generation

Nel 2005 in questo quartiere la morte di due ragazzini, morti fulminati in una centralina elettrica mentre si stavano nascondendo dalla polizia, provoca disordini che in poco tempo si propagano a tutta la Francia.

I media parlano di disordini, attacchi alla polizia, giovanissimi violenti, molotov…

Nel 2006 JR ritorna nel quartiere con un artista locale, che non è altro che Ladj Ly.

Usando un obiettivo 28mm decide di scattare dei ritratti ai giovani del quartiere.

Chi sono questi ragazzi? Sono il futuro della Francia o futuri delinquenti? Come la società si rapporta a loro? L’unica cosa che gli è stata insegnata è la Violenza?

Possiamo pensare che Gavras non sia stato influenzato da queste foto?

Qui sotto alcune foto da “Athena”

I videoclip girati prima di questo film sono stati un banco di prova per idee, contenuti e tecniche e per creare una crew affiatata.

Sicuramente dal punto di vista contenutistico e documentaristico della violenza si dovrebbe vedere “Stress”, videoclip di una canzone dei Justice, duo di musica electro francese.

Nel video un gruppo di ragazzini appena entrati nella pubertà semina violenza dalla periferia al centro di Parigi e ritorno. Inizialmente un cazzotto nello stomaco in cui poi a poco emerge cosa spinga questi teppistelli ad agire così: un malessere morale.

È l’Abisso che guarda la Francia che li ha resi così con l’emarginazione, povertà…

I ragazzi in rivolta in “Athena” vogliono solo che venga accusato di omicidio chi ha ucciso Idir, ma in poco tempo la violenza dilaga.

Importante banco di prova per “Athena” è ancor più il video “No Church in the Wild” di Jay-Z e Kanye West.

Il film di riferimento per le riprese è stato:

“1917” di Sam Mendes, film che ha la particolarità di essere stato girato tutto in diversi piani sequenza e poi montato per risultare come costituito da due piani sequenza dall’inizio alla fine.

“Athena” è girato in formato IMAX per 80%, il che ha comportato l’uso di una macchina da presa particolarmente pesante.

Molte scene sono girate anche macchina a mano o a spalla, con l’operatore di ripresa che deve gestirne il peso, muovendosi, correndo, per anche 3-4 minuti.

Anche per questo:

Myron Mance ha dei bicipiti che sembra Braccio di Ferro.

Altre scene sono girate con la Steadycam ma solo un operatore pazzo come Aymeric Colas avrebbe accettato di farsi sollevare da una gru per filmare una scena.

Gavras ha provato inizialmente con un gruppo di 20 attori e comparse con cui ha girato tutto il film con una camera leggera per farsi un’idea di come gestire un film così complesso dal punto di vista dei movimenti di macchina e movimenti di attori e comparse.

Poi dopo un mese e mezzo di prove in totale, dopo aver provato anche con tutte le comparse, il film è stato girato in continuità rispetto alla sceneggiatura, tranne la prima scena che è un piano sequenza di più di 10 minuti in cui succede di tutto e che è stato girato per ultimo.

Per darvi un esempio:

CONCLUSIONI e cosa non funziona

“Athena” è un film con scene memorabili, gran scelte di movimenti di macchina e che descrive bene cosa sia la violenza e quali ne siano le cause.

Un problema è che Gavras è un regista di videoclip e spesso questa tipologia di registi sono più innamorati dei movimenti di macchina, delle inquadrature e del far vedere quanto siano bravi piuttosto che scrivere una storia sfaccettata e complessa.

Eppure, ritengo che “Athena” sia un film da vedere e rivedere, colmo com’è di domande, spettacolo e cose che sfuggono ad una prima visione.

Convince poco la musica e il suo uso. I registi di videoclip hanno un utilizzo tutto loro della musica nei film.

Volete capire il perché degli scontri in Francia nelle scorse settimane? Guardate “Athena”

Volete solo divertirvi guardando un film girato benissimo? Guardate questo film.