Il Giappone fotografico: Haruhiko Kawaguchi

Continua la serie di articoli dedicati ai fotografi giapponesi ed al modo variegato di questo popolo nel vivere la fotografia come espressione artistica. Dopo aver conosciuto la delicata “pittura con la luce” di Sato, ci spostiamo su altri tipici argomenti, spesso riportati come fondamentali se si vuole arrivare davvero a comprendere la cultura nipponica: i sentimenti e l’ossessione.

Conosciuto anche come Fotografo Hal, Haruhiko Kawaguchi è nato e ha studiato a Tokyo, dove risiede. Durante il periodo universitario, era costantemente alla ricerca di incontri con persone diverse da altre culture in tutto il mondo. Non appena ne ebbe l’opportunità, lasciò il Giappone ed iniziò un viaggio con un’attenzione particolare in Medio Oriente e in India. Fu lì che per la prima volta si rese conto della sua passione per la fotografia. La fotocamera diventa la chiave per superare la timidezza, e le limitate competenze linguistiche, permettendogli di  comunicare, su piani diversi, con le persone che incontrava. Dopo la laurea entra a far parte di una società di produzione pubblicitaria a Tokyo, pubblicando servizi dedicati alle celebrità e alle icone della moda. Ma ben presto l’attenzione nel suo lavoro è rivolta in special modo all’essere umano, al comprendere ed interpretare i sentimenti più antichi, esplorandone anche le ramificazioni più profonde.

Vasche da bagno, foto di coppie, amore e sfida alla vita sono temi forti che si ritrovano in tutte le opere del fotografo con molti elementi chiave tra cui individualità, stile, comunicazione e intimità. Con il progetto Pinky & Killer ha utilizzato un piccolo spazio per fotografare coppie che si sono prestate al suo lavoro, seguito presto da Couple Jam, che ha avvicinato ancora di più i soggetti, messi insieme in una vasca da bagno.

Voglio catturare l’amore così com’è, e la vasca da bagno è il veicolo ideale per racchiudere la realtà vivente nelle mie immagini… Attualmente sto cercando nuove dimensioni nella fotografia di ritratto sfidando il grande tema dell’umanità, vissuto attraverso l’amore.

Con queste parole Kawaguchi spiega gli intenti che sottostanno a fotografie che al nostro occhio occidentale potrebbero sembrare ai limiti della sanità mentale, ma che invece vogliono proprio portare a riflettere sui differenti modi di esprimere un sentimento, sulle vie silenziose dell’amore tra due esseri umani.

L’ultimo progetto del fotografo Hal, Flesh Love Returns, immortala le coppie in una confezione sigillata sottovuoto, in un luogo importante per la loro storia. Anche in questo caso, viene da chiedersi se sia necessario spingere due esseri umani a restare fino a 40 minuti chiusi in una busta trasparente, per raccontare cosa sia l’amore. Anche in questo caso, le parole del fotografo sono illuminanti:

Quando abbracci il tuo amato, a volte vuoi scioglierti proprio in lui. Per realizzare questo desiderio, ho fotografato coppie in piccoli spazi angusti. Presto ho raggiunto il punto di fotografare le coppie in confezioni sigillate sottovuoto. Man mano che il mio lavoro si è fatto sempre più intenso, ho notato quanto sia indispensabile la comunicazione, anche e soprattutto non verbale, tra i due. Le coppie sembrano riunirsi, “attaccarsi” fino a raggiungere il limite. Sto cercando la possibilità che possano attaccarsi ancora di più, che possano trascendere il concetto di unione.

Per quanto estrema possa sembrare, la fotografia di Kawaguchi resta uno degli esempi meglio riusciti di sperimentazione e ricerca, un modo originale di raccontare storie e concetti ormai spesso banalizzati o considerati quasi non più interessanti per il mondo artistico. La voglia di stare insieme, vicini, così come l’ossessione dell’altro, che sappiamo poter divenire anche soffocante, risaltano senza filtri interpretativi in queste immagini; il messaggio è chiaro, immediato, parla un linguaggio che conosciamo benissimo, ci coinvolge come se dovessimo essere noi i prossimi ad entrare nella busta sottovuoto.

Silvio Villa