Questa 43esima edizione, in programma dal 5 al 12 ottobre al Teatro Verdi di Pordenone, promette di essere un’esperienza unica e indimenticabile per gli appassionati di cinema e di storia del cinema.
Il Western come Protagonista
La rassegna si apre e si chiude con due capolavori del western muto, accompagnati da musiche orchestrali. L’apertura è affidata a “3 Bad Men” (1926) di John Ford, il suo ultimo western muto, con la partitura di Timothy Brock eseguita dall’Orchestra da Camera di Pordenone.

Trama
La storia segue Durango Kid (Tom Mix), un pistolero che cerca di portare ordine in un’infestata città mineraria chiamata “Hell’s Hole”. La città è dominata da tre fuorilegge: “One-Eyed” Jack (Franklyn Farnum), “The Kid” (William “Billy” Mason) e “The Duster” (Wallace MacDonald). Durango Kid è determinato a riportare la giustizia in città e a liberare la bella e coraggiosa Helen (Olive Borden) dal potere dei tre fuorilegge.

Curiosità
- Origine della storia: La trama del film è basata su un racconto breve di Clarence G. Badger intitolato “The Outlaws of Red River”. Ford ha adattato e ampliato la storia per il grande schermo.
- Sequenze acrobatiche: Tom Mix era noto per le sue spettacolari sequenze di azione e acrobazie a cavallo. Nel film sono presenti numerose scene in cui l’attore mostra la sua abilità di cavaliere.
- Successo commerciale: Il film fu un grande successo al botteghino, contribuendo a consolidare la fama di John Ford come regista di western di alto livello.
- Riconoscimenti: Nonostante il successo, “3 Bad Men” non ricevette alcuna nomination agli Academy Awards, essendo ancora un periodo in cui i western non venivano considerati alla pari di altri generi cinematografici.

La chiusura è invece dedicata a “The Winning of Barbara Worth” (1926) di Henry King, con una nuova partitura musicale di Neil Brand e l’Orchestra da Camera di Pordenone diretta da Ben Palmer.

Trama:
Ambientato nel selvaggio West, il film racconta la storia di Barbara Worth (Vilma Banky), una giovane donna orfana cresciuta dal ricco allevatore Abe Lee (Hobart Bosworth). Barbara si innamora di un ingegnere ambizioso, Willard Holmes (Ronald Colman), che arriva nella loro comunità con un piano audace: costruire una diga e irrigare la valle, trasformandola in un paradiso fertile.
Tuttavia, il progetto di Willard si scontra con l’opposizione di Abe Lee, che vede la modernità come una minaccia al suo stile di vita tradizionale e al suo dominio sulla valle. Il conflitto tra i due uomini si intensifica, mettendo a dura prova l’amore di Barbara e Willard.

Curiosità:
- Produzione spettacolare: Il film fu uno dei più costosi dell’epoca, con un budget di oltre 2 milioni di dollari. La produzione si distinse per le sue scene spettacolari, tra cui la costruzione della diga e un’imponente alluvione.
- Location e sfide: Le riprese si svolsero in esterni nel deserto del Nevada, con temperature estreme che misero a dura prova la troupe e il cast. Si dice che Vilma Banky, abituata al clima europeo, soffrisse molto il caldo torrido.
- Successo e critica: Nonostante le difficoltà di produzione, il film fu un grande successo di pubblico e critica, lanciando la carriera di Ronald Colman a Hollywood.
- Adattamento: Il film è basato sull’omonimo romanzo di Harold Bell Wright, uno degli autori più letti negli Stati Uniti all’inizio del XX secolo.
Questi eventi musicali non solo arricchiscono la presentazione dei film, ma anche sottolineano l’importanza della musica nell’esperienza del cinema muto.
Omaggi e Retrospettive
Il festival è ricco di omaggi e retrospettive che esplorano diverse sfaccettature del cinema silenzioso.
Anna May Wong: Il festival rende omaggio alla pionieristica attrice cino-americana Anna May Wong, con quattro film che rappresentano vari periodi della sua carriera, tra cui “Dinty” (1920), “Driven from Home” (1927), “May Song, la bambola di Shanghai”(1928), e “Fior d’ombra” (1929). Wong, icona di stile e talento, è anche un simbolo della lotta contro gli stereotipi razziali e di genere.

DF vi consiglia di vedere “May Song, la bambola di Shanghai”(1928); probabilmente il film più bello della ricchissima filmografia di questa attrice sconosciuta ai più. Se siete interessati c’è anche un bel libro su di lei: https://www.penguinrandomhouse.com/books/665562/not-your-china-doll-by-katie-gee-salisbury/


Giacomo Puccini: Per celebrare il centenario della morte di Puccini, il festival presenta “La Bohème” (1926) di King Vidor, con Lillian Gish nel ruolo di Mimì. Questo film è notevole non solo per la sua interpretazione, ma anche per il controllo artistico esercitato da Gish sulla produzione.


Ben Carré: La retrospettiva dedicata a Ben Carré, il famoso scenografo francese, include una dozzina di film che coprono il suo lavoro con registi come Louis Feuillade e Maurice Tourneur, dal 1907 al 1930. Film come Trilby” (1915) e “The Blue Bird” (1918) saranno proiettati, offrendo una visione completa del suo contributo al cinema.
DF vi consiglia “The Blue Bird” (1918)


Retrospettive Geografiche
Il festival esplora anche il cinema di regioni meno conosciute:
America Latina: Curata da Paolo Tosini, questa retrospettiva include 25 titoli provenienti da 16 archivi di 10 nazioni diverse, mostrando il diverso sviluppo dell’industria cinematografica in queste aree.

Uzbekistan: La retrospettiva sull’Uzbekistan, organizzata dal National Film Fund dell’Uzbekistan e dalla Uzbekistan Art and Culture Development Foundation, mette in evidenza il contrasto tra la tradizione secolare e l’influenza sovietica. I film presentati riflettono le contraddizioni di un paese in bilico tra passato e presente.

Classici del Cinema
Il festival presenta anche una sezione dedicata ai classici del cinema, con film di maestri come Carl Theodor Dreyer, Ernst Lubitsch, e Cecil B. DeMille. Tra i titoli in programma ci sono “Pagine dal libro di Satana” (1921) di Dreyer, “Three Women” (1924) di Lubitsch, e “Chimmie Fadden Out West” (1915) di DeMille. Sono i Classici. Non possiamo che dirvi, suggerirvi, esortarvi a vederli tutti se non li avete già visti. Nel caso rivedeteli. Sono sempre belli.
Eventi Speciali
Harold Lloyd: La pre-apertura del festival, il 4 ottobre a Sacile, sarà dedicata a “Girl Shy” (1924) di Harold Lloyd, con un nuovo accompagnamento musicale di Daan van den Hurk e la Zerorchestra.


La Sultane de l’amour: Il 9 ottobre, il film francese “La Sultane de l’amour” (1919) sarà presentato con un accompagnamento musicale speciale, evidenziando la sua spettacolarità e i meriti artistici. È un film molto bello. Speriamo ci sia la versione del 1923 colorata a mano.

Restauri e Preservazione
Il festival è noto per il suo impegno nella restaurazione e preservazione del patrimonio cinematografico. Quest’anno, sarà presentato in prima mondiale il restauro di “The Pearl of the Ruins” (1921), un film promozionale per il Lloyd Triestino, e una sezione dedicata ai film non identificati, intitolata “Sine nomine”, nella speranza di ricevere contributi per la loro identificazione.
Musica e Formazione
La musica è un elemento fondamentale del festival, con pianisti, gruppi e orchestre che accompagnano le proiezioni. Inoltre, il festival offre lezioni quotidiane per aspiranti accompagnatori di film muti, testimonianza dell’importanza della musica nell’esperienza del cinema silenzioso.
Online e In Loco
Grazie alla collaborazione con MYmovies, una selezione dei film sarà disponibile in streaming, permettendo a un pubblico più ampio di partecipare all’evento. Tuttavia, l’esperienza live al Teatro Verdi di Pordenone rimane unica e irripetibile.
The End
Le Giornate del Cinema Muto di Pordenone sono un appuntamento imprescindibile per chiunque ami il cinema e la sua storia. Con la sua ricca programmazione, la sua attenzione alla preservazione e alla diffusione del patrimonio cinematografico, e la sua capacità di unire passato e presente, questo festival è un vero e proprio viaggio nel cuore del cinema silenzioso.
