Sony e i sensori Quad Bayer full frame

Che Sony sia il primo produttore al mondo di sensori non è un mistero. Lo è con una quota di mercato che si avvicina al 50%, grazie a una articolata fornitura nei campi della video sorveglianza, della fotografia, degli apparecchi video, della telefonia. Ciò è stato possibile grazie all’acquisizione della fabbrica di semiconduttori Toshiba, alla fine del 2015, e soprattutto per via della crescente domanda di smartphone e delle telecamere di sicurezza. Proprio questo ultimo segmento è quello che più di tutti impone la concentrazione maggiore di risorse. I risultati ottenuti, se premiati dal mercato, vengono estesi anche agli altri segmenti.

Negli ultimi e recenti anni, ad esempio, i sensori per le fotocamere hanno conquistato il pregio di garantire una qualità dell’immagine accettabile, se non molto buona, in condizioni di luce scarsa, addirittura assente. Destò molto clamore lo spot che la Sony girò per il lancio della A7S, dove il video partiva completamente al buio e progressivamente, all’aumentare della ISO, la scena prendeva forma, fino a diventare giorno al valore, all’epoca strabiliante, di 112.400 ISO. Il girato era di notte con un fuoco acceso sulla spiaggia, questo per intendere che il giorno era dovuto alla sensibilità del sensore.

Una fotocamera capace di registrare video in scarsa luminosità, con una perdita di qualità contenuta, ha permesso a Sony di ottenere importanti riconoscimenti, dalla critica e dai consumatori. Il successo probabilmente nasce tutto dalla video sorveglianza, dove è necessario avere ottima qualità in ovvie condizioni di luminosità scarsa, riuscendo, inoltre, a garantire fluidità dove c’è movimento. Per questa ragione Sony ha introdotto su questi sensori la tecnologia Quad Bayer.

Un sensore converte la luce in elettricità, ragione per cui senza un filtro, registrerebbe la sola intensità luminosa, mentre sarebbe impossibile avere informazioni cromatiche. Per riuscire a ottenere i colori, viene posto il famoso filtro di Bayer sopra la superficie di rilevamento. In questo modo ogni pixel (fotodiodo) cattura informazioni di luce relative a un solo colore specifico.

Il Quad Bayer è una modifica sofisticata del filtro di Bayer, ognuno dei tre colori viene suddiviso in quattro parti, consentendo sia di avere due diverse esposizioni all’interno di un gruppo di quattro pixel, sia di essere usati come un classico filtro di Bayer, per aumentare il dettaglio quando la luce è molto intensa. Questo implica che i sensori forniti di questo filtro devono avere una risoluzione molto elevata per avere una risoluzione effettiva di buon livello, dal momento che nella modalità doppia esposizione viene ridotta di quattro volte.

Qualcuno certamente ricorda il famoso IMX586 di Sony, 8000 X 6000 pixel, introdotto nel luglio 2018 su alcuni smartphone. Si parlava di cellulari con 48 megapixel, vero senza filtro, ma la risoluzione effettiva era ed è di 12 megapixel. Verosimilmente sarebbe il caso di pensare il sensore non come fatto di pixel, ma di Quad.

Recentemente Sony ha introdotto la nuova A7R IV, che ha fatto parlare di sé per il sensore da 61 megapixel. Se su di esso viene posto il filtro Quad Bayer, si ottiene una risoluzione effettiva 4 volte minore. La novità è che Sony lo commercializza, nome in codice: IMX521.

Sony IMX521

Rispetto alla video sorveglianza e agli smartphone, oltre al formato, 35mm, c’è la funzione Quad Bayer Raw che in pratica legge i 4 pixel dello stesso colore, allo stesso modo, quindi non due più due.
Sarà interessante vedere quale brand lo implementerà sulla sua fotocamera, magari anche la stessa Sony.

 

Federico Emmi