BAFF 2025: i primi passi verso un futuro di eccellenza tra i festival cinematografici italiani

Il BA Film Festival 2025 di Busto Arsizio sta iniziando nuovamente il suo cammino, dopo anni di incertezze e difficoltà economiche, con la consapevolezza che ogni grande viaggio comincia dai primi piccoli, ma fondamentali, passi. Il festival, che si svolgerà dal 29 marzo al 5 aprile, con la direzione artistica di Giulio Sangiorgio, ha già saputo orientarsi verso traguardi ambiziosi, scegliendo con cura ospiti e proposte. E proprio con l’intento di iniziare in grande…

The big first step: David Cronemberg

David Cronenberg, regista canadese simbolo di audacia e originalità, famoso per film entrati nella storia del Cinema come “La Mosca” (1986) e “Videodrome” (1983), apre il festival con l’anteprima italiana del suo nuovo film “The Shrouds” (Segreti sepolti). Una carriera fatta di opere che esplorano l’oscuro intreccio tra mente e corpo, Cronenberg incarna anche l’idea che innovazione e coraggio siano essenziali anche agli inizi di un percorso cinematografico. La sua presenza sottolinea come il BAFF 2025, in questa sua nuova giovinezza, abbia scelto di affidarsi a voci che hanno il potere di spingere i confini del possibile, tracciando così una rotta ambiziosa e fuori dagli schemi. Ma di cosa parla il suo nuovo film?

The Shrouds (2024) è un film che affronta temi profondi e complessi come il lutto, la tecnologia e la mortalità. La trama segue Karsh, un uomo che, dopo la perdita della moglie, sviluppa una tecnologia per monitorare la decomposizione dei corpi nelle tombe. Tra i pregi del film, spiccano l’esplorazione coraggiosa di tematiche difficili, la creazione di un’atmosfera inquietante tipica del cinema di Cronenberg e le interpretazioni intense del cast, in particolare Vincent Cassel e Diane Kruger. I difetti non difetti del film sono: le tematiche trattate e la rappresentazione grafica della decomposizione potrebbero risultare ripugnanti per alcuni spettatori, il ritmo narrativo lento e riflessivo, e in generale un tema forte difficile da digerire. E dopo un’anteprima così ambiziosa, il festival continua con un altro grande nome del cinema italiano.

Primi passi autarchici: Nanni Moretti

Nanni Moretti, regista amatissimo dai francesi e in parte dagli italiani, porta il suo contributo raccontando i “primi passi dei maestri”. “Io sono autarchico” (1976) offre un tuffo nei ricordi di un artista che ha saputo osare girando, ventitreenne, un film in super 16mm, senza produttori e santi, in quella città eternamente di amici e parenti di, che è Roma. L’enorme successo tra i giovani dell’epoca, che videro nel film un rispecchiamento sincero e non indulgente, gli permisero di girare ancora e di avviare una carriera ormai costellata di successi internazionali. La sua narrazione, intrisa di passione e sincerità, diventa un concetto importante per il festival, dimostrando che anche le imprese più grandiose nascono da scelte coraggio e a volte sconsiderate. Il racconto dei suoi esordi è un messaggio potente per i giovani cineasti e per tutti coloro che credono che il futuro si costruisca con impegno e dedizione fin dall’inizio.

Io sono un autartico (1976) è un film che ritrae uno spaccato della gioventù romana degli anni ’70, attraverso la storia di Michele Apicella, poi personaggio cult di Moretti, interpretato dallo stesso Nanni Moretti. Michele è un giovane uomo alle prese con le incertezze della vita, tra una moglie che lo ha lasciato, un figlio piccolo da crescere e le difficoltà nel trovare il proprio posto nel mondo. Il film si sviluppa in una serie di episodi frammentati e surreali, che riflettono la confusione e il disorientamento della generazione di Moretti. L’umorismo grottesco e l’autenticità delle situazioni rendono il film un ritratto sincero e non convenzionale della gioventù dell’epoca.

Il film ha in sé l’essenza dell’autorialità di Nanni Moretti. Il super 16mm fu una scelta che rifletteva sia le restrizioni di budget che un’estetica cinematografica grezza e autentica. La produzione venne interamente autofinanziata, senza il supporto di produttori tradizionali, conferendo al film un’impronta fortemente personale. Moretti coinvolse amici e familiari nella realizzazione, creando un’atmosfera di collaborazione e improvvisazione. Le riprese si svolsero principalmente a Roma, in ambienti familiari e quotidiani, contribuendo a creare un ritratto intimo e realistico della vita dei giovani dell’epoca. La narrazione frammentata e l’umorismo surreale del film riflettono l’approccio non convenzionale di Moretti alla regia, segnando l’inizio di una carriera cinematografica caratterizzata da un’inconfondibile voce autoriale. E di esordi difficili, ma di successo, ne sa qualcosa anche Giuseppe Tornatore.

Un giusto inciampo: Giuseppe Tornatore e il coraggio di sbagliare

Giuseppe Tornatore, Premio Oscar per “Nuovo Cinema Paradiso” (1989), porta al BAFF 2025 un’opera chiave del suo esordio: “Il camorrista” (1986). Un debutto audace e controverso, che segnò un “passo falso” solo in apparenza. Il film, ritirato precocemente dalle sale per pressioni legali e reazioni ambivalenti, rappresenta infatti un gesto coraggioso: raccontare senza filtri il potere brutale della camorra attraverso la figura del boss Raffaele Cutolo, interpretato da un magnetico Ben Gazzara. Nonostante le difficoltà, quell’esordio ruvido e senza compromessi conteneva già i semi del cinema epico e viscerale di Tornatore, capace di fondere impegno civile e spettacolarità. La sua presenza al festival, in dialogo con il direttore artistico Giulio Sangiorgio, è un omaggio alla tenacia di chi trasforma gli ostacoli in trampolini, mantenendo intatta la fede nel cinema come strumento di verità e bellezza, anche quando scomoda.

Il camorrista (1986) Liberamente ispirato al libro di Giuseppe Marrazzo, Il camorrista ripercorre l’ascesa e il declino di Raffaele Cutolo, soprannominato ’o professore, fondatore della Nuova Camorra Organizzata. Ben Gazzara incarna il boss con una carica tragica e carismatica, mentre la macchina da presa di Tornatore scandaglia i meccanismi del potere criminale, tra violenza, solitudine e paranoia. La pellicola, premiata con un Nastro d’Argento e un David di Donatello, fu però ritirata dopo accuse di diffamazione, diventando quasi un film maudit. Curiosità: fu lo stesso Tornatore a definire quell’esperienza “un apprendistato nel fuoco”, fondamentale per forgiare il suo stile narrativo, sospeso tra realismo e lirismo. Oggi, a distanza di quasi 40 anni, Il camorrista rivive al BAFF non solo come documento storico, ma come prova che anche un esordio turbolento può nascondere un futuro luminoso: di lì a tre anni, infatti, sarebbe arrivato il capolavoro che consegnò Tornatore all’Olimpo del cinema mondiale.

Passi verso il futuro del Cinema: D’Anolfi e Parenti

Il duo formato da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti rappresenta la promessa di un cinema rivolto al futuro. Con la loro Masterclass, il BAFF 2025 offre un laboratorio di idee e sperimentazioni che valorizza le nuove tendenze narrative. Le loro opere, caratterizzate da una ricerca estetica e concettuale all’avanguardia, dimostrano che il festival non si limita a guardare al passato, ma investe concretamente nelle nuove voci e nelle idee fresche. Questo approccio dinamico evidenzia come le scelte del festival siano già orientati nella direzione giusta, aprendo la strada a un dialogo costante tra innovazione e tradizione.

Bestiari, erbari, lapidari (2024) rappresenta un’opera d’esordio affascinante e innovativa, capace di fondere in modo sinergico la narrazione documentaristica con una visione poetica e simbolica della natura. Il film, diviso in tre atti distinti, esplora il mondo degli animali, delle piante e delle pietre, offrendo uno sguardo profondo sulle relazioni intrinseche tra l’uomo e gli elementi naturali. Con un approccio che ricorda un’enciclopedia visiva, D’Anolfi e Parenti trasportano lo spettatore in un viaggio che va oltre la mera rappresentazione della realtà, invitandolo a riflettere sul significato profondo della vita e sulla trasformazione perpetua della materia. In questo percorso, ogni immagine si trasforma in un simbolo, rivelando la bellezza e la complessità del mondo che ci circonda.

Le nuove voci del cinema: il concorso internazionale e la giuria giovani

Per la prima volta nella sua storia, il BAFF 2025 inaugura un concorso internazionale dedicato alle opere prime, selezionate dal direttore artistico Giulio Sangiorgio e presentate in anteprima italiana. Accanto a questo, il festival prosegue la sua tradizione di valorizzazione dei nuovi talenti con il concorso italiano, mettendo in competizione cinque esordi cinematografici nazionali. A decretare i vincitori non saranno singoli giurati, ma due tra le riviste più autorevoli nel panorama critico: Cineforum per il concorso italiano e Sentieri Selvaggi per quello internazionale. Inoltre, una giuria giovani, composta da studenti coinvolti in un workshop formativo, assegnerà un riconoscimento speciale, dimostrando l’attenzione del festival alla formazione delle nuove generazioni di cinefili.

Le masterclass: imparare dai maestri

Il BAFF 2025 non è solo un luogo di visione, ma anche di approfondimento e dialogo con i protagonisti del cinema. Oltre alla masterclass di Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, il festival ospiterà incontri con Michelangelo Frammartino, autore di Le quattro volte e Il buco, che racconterà il percorso dei suoi esordi, e con Andrea Caccia, regista e docente esperto di linguaggio visivo. A chiudere il ciclo di incontri sarà Donato Sansone, artista dell’animazione sperimentale e autore della locandina e della sigla del festival, che proporrà una selezione dei suoi lavori e dialogherà con il pubblico su tecniche e ispirazioni.

Eventi speciali: tra cinema, musica e fumetti

Il BAFF 2025 non si limita alla celebrazione dei grandi nomi del cinema, ma abbraccia anche altre forme di espressione artistica. Il festival renderà omaggio alla produzione cinematografica di Elisabetta Sgarbi, proponendo tre dei suoi film più rappresentativi. Un altro evento imperdibile sarà la proiezione di Jesus Loves the Fools, documentario sulla scena musicale underground degli anni ’80, seguita da un live set di Mauro Ermanno Giovanardi e Marco Carusino, con ospite speciale la cantautrice Cristina Donà. Inoltre, il 2 aprile, il pubblico avrà l’occasione di scoprire Amichemai, il nuovo film di Maurizio Nichetti, un’opera che segna il suo ritorno alla regia con una commedia on the road dal sapore nostalgico. E per celebrare i 50 anni di Lupo Alberto, il leggendario fumettista Silver incontrerà il pubblico il 5 aprile, raccontando la storia del celebre lupo azzurro e svelando i segreti della sua incredibile longevità editoriale.

BAFF OFF: il lato sperimentale del festival

Accanto al programma ufficiale, torna anche la sezione BAFF OFF, in collaborazione con il Circolo Gagarin di Busto Arsizio. Il 30 marzo sarà la volta di Un sogno che abbiamo fatto, una performance per pellicole e suoni realizzata dal collettivo Separato Magnetico, un viaggio poetico tra immagini d’archivio e improvvisazione sonora. Il 4 aprile, invece, la scena sarà occupata dalla band Maisie, storica realtà della musica indipendente italiana, che con il loro ultimo album hanno riscritto i confini tra musica e narrazione.

Contest Visioni Future: spazio ai giovani talenti

Dopo il successo della scorsa edizione, il BAFF rilancia il contest Visioni Future – Primi Passi d’Autore, in collaborazione con l’Istituto Cinematografico Michelangelo Antonioni e Milano Film Network. Un’opportunità concreta per i giovani cineasti di confrontarsi con il mondo professionale, acquisendo strumenti e competenze per emergere nel settore audiovisivo.

Il gran finale con Nino Frassica

Il festival chiuderà in grande stile con Nino Frassica, attore e comico amatissimo, che sarà protagonista della serata finale del 5 aprile. L’evento sarà l’occasione per presentare il suo nuovo libro “Piero di essere Piero” (Mondadori), con il consueto umorismo surreale che caratterizza la sua carriera. La serata si concluderà con la proiezione di “Il bi e il ba” di Maurizio Nichetti, in un connubio tra cinema e comicità capace di celebrare con leggerezza il talento italiano.

Un cammino promettente, fatto di scelte coraggiose

In un panorama festivaliero in continua evoluzione, in un’Italia ormai dei mille e più festival cinematografici, il BAFF 2025 si distingue per aver scelto fin da subito il percorso della qualità e della sperimentazione. Ogni scelta, dalla partecipazione visionaria di Cronenberg, alla testimonianza bruciante di Moretti, passando per il “passo falso che si rivela giusto” di Tornatore, fino all’energia innovativa di D’Anolfi e Parenti, è un segnale forte: il festival sta facendo i suoi primi passi, ma quelli giusti, per iniziare a correre. Questi momenti di confronto e scoperta sono il seme da cui germoglierà una futura eccellenza, capace di ispirare e guidare nuove generazioni di appassionati e professionisti del cinema. Il pubblico bustocco e varesino premierà queste scelte?

Biglietti e informazioni

Gli abbonamenti e i biglietti per partecipare agli eventi e alle proiezioni del BAFF 2025 sono disponibili online su oooh.events