In occasione della Fiera mercato della fotografia BIG EVENT, abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistare Loredana De Pace, nota curatrice e giornalista italiana e Culture & Communication Manager dell’evento. Scopriremo insieme a lei cosa significhi un appuntamento del genere e quanta attenzione è stata data ai tanti significati collaterali del “vivere la fotografia”.
Il BIG EVENT vi aspetta a Milano, Officine del Volo il 14 e 15 ottobre, ed è inoltre possibile acquistare a prezzo scontato il biglietto dell’evento cliccando qui!
Come è iniziata e come si è sviluppata la tua personale storia della fotografia?
È cominciata a 15 anni, quindi 32 anni fa con una reflex, dono di mia madre. E prima ancora con mio padre, appassionato video-maker. È evoluta grazie alla frequentazione del circolo della mia città natale, Taranto, poi con gli studi in Accademia di Belle Arti, svolti a Lecce e a Roma e poi con il lavoro come giornalista prima, e come curatrice, docente in seguito. È senz’altro una storia d’amore quella con la fotografia, diventata professione, e che si è ramificata – e continua a farlo – in direzioni che il mondo dell’Imaging mi permette di investigare. Il Big Event – Fiera mercato della fotografia è una di queste vie.
Big Event, di cui tu sei Culture & Communication Manager, non è solo una fiera-mercato, ma una vera e propria Festa della fotografia. Come mai avete scelto di definirla una Festa, e cosa possiamo aspettarci da questo evento?
Tecnica, cultura, linguaggio della fotografia degli autori contemporanei, grandi fotografi di chiara fama che, durante i talk racconteranno le loro storie professionali, ma anche mostre fotografiche di alto livello, occasioni di confronto trasversale fra gli argomenti proposti. Perché festa? Perché il Big Event raccoglie in fiera i contenuti per parlare a tutti; perché oltre alla fotografia vista, scattata, comprata, “ascoltata”, sono previsti momenti di puro divertimento con musica dal vivo e street food, e anche perché chi organizza questa fiera vuole assolutamente che il risultato di tanto lavoro sia davvero una festa per tutti, con contenuti corposi ma in un clima di accoglienza e coinvolgimento!
Questo tipo di evento fa venire alla mente tempi ormai un po’ lontani in cui le fiere-mercato di fotografia erano davvero tra le poche occasioni per aggiornarsi e confrontarsi, pensiamo ad esempio ai vari Photoshow. Nel 2023 come si organizza un evento di questo tipo, cosa resta identico e cosa invece cambia rispetto al passato?
Ho vissuto il Photoshow, come fatto da tanti addetti ai lavori. Quelle fiere appartengono a un altro momento storico e ad altre esigenze di mercato e dei visitatori. Oggi tutto va ricalibrato in base all’attualità, alla sua velocità, al quadro dei cambiamenti di linguaggio e potenzialità degli strumenti che il mercato offre. Il Big Event ha certamente una radice riconoscibile nel passato, ma concretamente è tanto altro, da molti punti di vista. Infatti, è stato appositamente pensato e costruito con una struttura trasversale, in termini di target e di contenuti, con una dimensione professionale e amatoriale che viaggiano – felicemente – sullo stesso binario, pur mantenendo la propria identità e porzione di mercato. E poi, un tempo era possibile produrre una fiera di profilo esclusivamente settoriale, ora ciò sarebbe limitativo. Questa fiera accoglie e raccoglie, presenta e documenta, racconta e stimola la riflessione, mostra e dimostra. Cosa? Che in un solo contenitore fieristico può esserci spazio per interessi diversi, si possono far incontrare le esigenze attuali del pubblico di appassionati e professionisti della fotografia con la proposta del mercato dei brand e autoriale.
Quali sono le aspettative riguardo alla partecipazione del grande pubblico, anche di coloro che potrebbero non essere fotografi professionisti?
Ci auguriamo che questa fiera possa raggiungere l’interesse di un pubblico vasto e diversificato: a partire proprio dai più lontani dal mondo della fotografia in senso professionale. Sono i benvenuti e troveranno argomenti di loro interesse giovani studenti, amatori al primo scatto, nerd, appassionati di tecnologia, di stampa, di immagini realizzate con strumenti straordinariamente performanti. Troveranno argomenti di interesse anche fotoamatori, soci dei circoli fotografici o delle associazioni culturali, ma anche autori alla ricerca del proprio linguaggio, fotografi interessati alla ricerca concettuale, video-maker e molte altre categorie!
Quali sono le principali novità nel campo dell’immagine e della tecnologia che il pubblico potrà scoprire durante l’evento?
In fiera i visitatori avranno la possibilità di testare e toccare con mano le più recenti novità tecnologiche: fotocamere reflex, obiettivi, droni, tavolette grafiche, macchine fotografiche istantanee, stampe fotografiche, accessoristica e attrezzatura, accessori di stampa, di illuminazione e molto ancora che vi invitiamo a scoprire al Big Event!
L’evento vedrà anche la presenza di numerosi talk tenuti da grandi nomi della fotografia, quale filo conduttore ha guidato la scelta dei fotografi e dei professionisti nel mondo dell’imaging che terranno questi talk?
Il filo conduttore è la diversità. Scorrendo il programma dei 14 talk previsti è questa l’idea che volevamo raggiungere. Saranno presentati generi lontani fra loro, storie di autori che hanno raggiunto l’apice della loro carriera e che ci racconteranno come hanno fatto, altri molto affermati che hanno consolidato il proprio ruolo, e non smettono di sperimentare, misurarsi con nuove possibilità tecnologiche ed espressive. Qualche nome? Massimo Sestini, Giulio Di Sturco, Sara Lando, Giulia Parmigiani, Enrico Farro… I temi dei talk affronteranno anche altre tematiche collaterali, come i linguaggi multimediali, il diritto e la fotografia nell’era dell’Intelligenza Artificiale, la fotografia di scena sui set hollywoodiani, la fotografia concettuale, quella sportiva… Quattordici occasioni per stare incollati alla sedia e ascoltare chi ha fatto e sta facendo la storia della fotografia!
Tra le righe del comunicato stampa leggiamo che questo festival punta anche a coloro che ad oggi affidano la fotografia unicamente agli smartphone, che tipo di messaggio vuole essere passato a questo genere di fotoamatori?
Che se vogliono continuare a usare lo smartphone, possono farlo naturalmente, ma sempre partendo dalle loro idee. Tuttavia, se hanno voglia di scoprire le potenzialità degli strumenti proposti in fiera dai principali brand, applicando ad essi le loro stesse idee, probabilmente incontrerebbero una grammatica personale da coltivare, grazie al supporto delle conoscenze culturali e alle giuste scelte tecniche.
Photo credits: Matteo Placucci
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