A ottant’anni dai devastanti bombardamenti che segnarono il cuore di Brescia, la città rivive la propria storia attraverso le immagini. “BRESCIA FERITA (1944-1945). I luoghi della fede dai bombardamenti alla rinascita”, in corso al Museo Diocesano di Brescia dal 1° febbraio al 2 marzo 2025, offre una testimonianza visiva di quel drammatico passato, mettendo in luce la distruzione e il successivo processo di ricostruzione.
L’esposizione nasce dalla collaborazione tra Canon Italia, la Croce Rossa Italiana – Comitato di Brescia e il Museo Diocesano, con la curatela di Carlotta Coccoli (Università degli Studi di Brescia) e Maria Paola Pasini (Università Cattolica del Sacro Cuore), affiancate da un comitato scientifico di esperti. Canon, partner culturale dell’iniziativa, ha realizzato le stampe di tutte le opere, combinando tecnologia e memoria storica in un’unica visione.
Il cuore del progetto si concentra sulle ferite inflitte ai luoghi religiosi di Brescia nei bombardamenti del 13 luglio 1944 e del 2 marzo 1945. Le chiese di San Marco, Sant’Afra (oggi Sant’Angela Merici) e la cupola del Duomo Nuovo furono anch’esse vittime della furia bellica.
La mostra presenta dunque trenta fotografie che raccontano i tragici eventi, non solo attraverso le macerie, ma anche tramite la rinascita di questi spazi, accompagnate da riflessioni sulle opere d’arte che, pur rischiando di essere distrutte, sono riuscite a sopravvivere. Il percorso espositivo, inoltre, è arricchito ulteriormente dal convegno “Protezione, danni e ricostruzione. Il patrimonio artistico ecclesiastico bresciano e la Seconda guerra mondiale”, in programma il 1° marzo 2025 nel Salone Bruno Foresti. Un appuntamento che offrirà uno spazio di riflessione ulteriore sul processo di ricostruzione post-bellica.
L’impegno di Canon Italia si inserisce nel progetto “Uno Scudo per la Cultura”, lanciato nel 2023 dalla Croce Rossa Italiana – Comitato di Brescia, in collaborazione con Comuni ed enti culturali. Il programma ha come finalità quella di proteggere il patrimonio artistico dalla distruzione e dal degrado, sia in tempo di guerra che di pace, attraverso l’apposizione dello Scudo Blu, simbolo internazionale di tutela sancito dalla Convenzione dell’Aja del 1954. Al contempo, si propone di sensibilizzare sull’importanza di un impegno collettivo nella salvaguardia del patrimonio culturale globale, richiamando la responsabilità di governi, istituzioni e cittadini nel preservare la storia e l’identità culturale per le generazioni future.