Il Concorto Film Festival è un evento cinematografico unico e appassionante che si tiene ogni anno a Piacenza, in Italia. La sua missione principale è quella di dare dignità al cortometraggio come forma espressiva completa e di offrire una piattaforma per la scoperta di nuovi talenti e la promozione della creatività cinematografica.
In questo articolo, esploreremo la storia e la filosofia del Concorto Film Festival, dalle sue origini alla sua evoluzione nel corso degli anni. Scopriremo come il festival seleziona i suoi cortometraggi, come sceglie i membri della giuria e come determina il vincitore dell’Asino d’Oro. Inoltre, parleremo con i responsabili del festival per conoscere le loro esperienze e le loro visioni per il futuro dell’evento.
Il Concorto Film Festival è un’esperienza unica che offre ai suoi partecipanti la possibilità di scoprire nuovi talenti, di esplorare nuove forme di espressione cinematografica e di vivere un’atmosfera di creatività e di passione per il cinema.
Qual è la missione principale del Concorto Film Festival?
La missione del Festival rimane sempre quella, quindi rimane quella di dare dignità al cortometraggio che è una forma espressiva completa. Non è soltanto la palestra, perché poi dopo si vuole girare dei lungometraggi, ma è un mezzo di espressione veloce, sintetico, e questa velocità lo fa essere un mezzo perfetto per la contemporaneità. E infatti i cortometraggi rispecchiano proprio, come si può dire, i mostri della contemporaneità. Molto spesso ciò che non ci piace, ci dà fastidio, sia a livello personale, quindi di sviluppo o di psicologia personale, sia a livello, diciamo, di inconscio collettivo. Il cortometraggio è una cartina tornasole perfetta per l’inconscio collettivo.
Quali sono stati i momenti più significativi nella storia di Concorto, sia positivi che negativi?
Beh, positivi, diciamo, ogni edizione è straordinaria. Abbiamo avuto ospiti meravigliosi, cito per esempio Ciprì, ma abbiamo avuto anche dei concerti veramente meravigliosi, come i concerti di Teho Teardo che è un compositore italiano che ha veramente un’anima legata al cinema. Abbiamo avuto Murcof l’anno scorso, una musicazione stupenda delle “Avventure del Principe Ahmed”, la prima animazione della storia musicata dal collettivo Soundtrack di Modena, capitanato da Karin Cuccuru che è batterista degli Zen Circus, ma anche insomma artista musicale veramente completo. E momenti negativi di Concorto? Beh, possiamo altro che citare, diciamo, il 2020 che è stato un anno molto complesso. Temevamo di non riuscire a fare il Festival via pandemia eccetera. Poi durante l’estate si è aperta questa finestra per cui siamo riusciti a fare il Festival in presenza. È stato stupendo perché la gente proprio si vedeva che aveva voglia di uscire, di stare insieme. Quindi il 2020, anno che ci ha fatto molto preoccupare, ma è stato anche un anno con enormi soddisfazioni.
Cosa c’è di nuovo nell’edizione 2024 di Concorto Film Festival?
Ogni anno Concorto ha un ricchissimo una ricchissima offerta di film fuori concorso. Ogni anno con dei temi che ritornano e invece delle nuove prospettive. Quest’anno il Focus Geographic è dedicato alla Palestina. Perché almeno vogliamo dare voce a questi registi che tra l’altro girano in condizioni inimmaginabili. Poi abbiamo il Focus Mnemosyne che è dedicato al Found Footage della memoria, in collaborazione anche con l’archivio aperto di Bologna. Abbiamo i Focus Lessici Familiari che analizza le nuove dinamiche familiari contemporanee, torna il Focus Kill Chip Pleasures sulla sessualità diciamo non convenzionale, non binaria, e il Focus Ubi che è un grande classico del Festival con film sperimentali come il Focus Supernature che dedicato a tematiche ambientali. The World Dance è un nuovo focus dedicato alla danza anche come espressione di istanze sociali. Quest’anno c’è Concortissimo, una rassegna con i corti più brevi e più belli che abbiamo avuto in questa edizione del Festival. Focus Indocili in collaborazione con l’associazione Tafano di Milano. Deep Night è il nostro, il nostro famosissimo veramente longevo focus dedicato alle storie horror in collaborazione con Cine Underground, per cui film a bassissimo budget sempre a tema. Wired horror e altre amenità, the Frame Beyond che è un focus dedicato alla realtà virtuale. E poi torna per la terza edizione concordo Kids che è tre giorni di Festival per bimbi all’interno di Concorto. Quest’anno il tema è ambiente e sostenibilità e ci sono laboratori, merende, proiezioni. La cosa bella è che. Concorto Kids offre tutto questo gratuitamente e quest’anno è stato sostenuto dalla Fondazione Piacenza Vigevano. Abbiamo vinto anche il bando ambientazioni di Iren, per cui insomma siamo molto contenti di aver trovato un modo per parlare di sostenibilità ai più piccoli, senza essere insomma paternalisti.
Potete parlarci dell’iniziativa della Giuria Giovani?
La giuria giovani è nata quasi 10 anni fa, l’idea è quella di dare la possibilità a giovani cinefili non solo di visionare i corti di Concorto e quindi far parte per qualche giorno del Festival, ma anche di avere una formazione in ambito critico. Infatti, ogni anno la giuria giovani è abbinata a un workshop di seminario di critica cinematografica. Abbiamo avuto Marina Spada nei primi anni, poi c’è stato Menarini, e da tanti anni la collaborazione è con Giulio Sangiorgio. L’anno scorso c’è stato Ilaria Fevole, ma quest’anno torna Giulio Sangiorgio (Direttore di FilmTv). I giovani che possono partecipare sono dai 18 ai 26 anni. Il bando è nazionale. Offriamo alloggio e pass: alloggio per chi non fosse di Piacenza e pass per tutto il Festival. Ogni anno riceviamo veramente tantissime candidature, oltre 50. Tra l’altro, quest’anno abbiamo ricevuto anche una candidatura dall’estero e siamo felici di aver selezionato una giurata non italiana. È sempre molto, molto difficile perché più passano gli anni più i profili dei candidati alla Giuria Giovani sono veramente di eccellenza.
Come è nata l’idea del workshop “Audiovisiva – Storie del reale” e quale ruolo gioca all’interno del festival?
L’idea di workshop audiovisiva è nata anche questa anni fa, quasi più di 10 anni fa, nel Festival. Sono molti anni che il workshop di audiovisivo è tenuto da Thomas. L’idea è quella di avvicinare i giovani al mondo della cinematografia e del documentario. Con una full immersion completa durante il Festival, per cui durante il Festival si crea lo script del documentario, si gira, si monta, si presenta il prodotto finale e anche questa è un’iniziativa gratuita per noi fondamentale perché devono non superare tutti, devono avere la possibilità di partecipare a workshop di questo genere e anche in questo caso la partecipazione è sempre molto ampia.
Come gestite il processo di selezione dei cortometraggi, considerando che ricevete oltre 3.500 iscrizioni?
Il processo di selezione dei cortometraggi è molto complesso. I cortometraggi ci vengono inviati tramite la piattaforma di sottomissione Shortfilmdepot. Riceviamo anche link privati inviati direttamente. Poi noi stessi andiamo a cercare alcuni cortometraggi.
Tutto questo lavoro è possibile grazie a un grande sforzo dei selezionatori, che guardano centinaia e centinaia di film, per poi arrivare a una selezione di 40-50 titoli in concorso. È davvero una scrematura molto, molto severa.
Quali sono i tre cortometraggi che considerate più memorabili nella storia del festival?
Abbiamo avuto cortometraggi anche di Pippo Delbono e Blu, artista visivo. Fare una classifica è veramente molto complesso. Possiamo citare, ad esempio, che abbiamo avuto anche cortometraggi di Herzog. Possiamo soltanto dire che ogni anno c’è veramente un valore aggiunto nei cortometraggi che proiettiamo. Fare una classifica è sempre sbagliato e quindi in questo caso non ce la sentiamo.
Quale impatto ha avuto la partecipazione di registi famosi come Denis Villeneuve o Werner Herzog sul festival?
ll nostro Festival è stato arricchito enormemente da film di registi noti, anche se non hanno partecipato direttamente. Ricordiamo che tra i cortometraggi che abbiamo avuto al Festival, c’è stato anche uno dei primi cortometraggi di Ruben Östlund. Östlund, dopo alcuni anni, ha vinto ripetutamente due Palme d’Or al Festival di Cannes con i suoi lungometraggi. (DF: come ad esempio The Square nel 2017 e Triangle of Sadness nel 2022)
Come scegliete i membri della giuria ogni anno e qual è il loro ruolo nel determinare il vincitore dell’Asino d’Oro?
Il processo di selezione dei membri della giuria ogni anno è guidato da un intento specifico: unire persone che sono all’interno del mondo dei festival, quindi direttori di festival, programmatori, registi, ma anche artisti provenienti da altri campi come le arti visive e la musica. Abbiamo avuto, per esempio, DEM dalle arti visive e Theo Teardo dal mondo della musica. Ci piace avere una visione alternativa. Abbiamo avuto anche Tano D’Amico, il grandissimo fotografo italiano, tra i giurati. Ci piace che non siano soltanto addetti ai lavori, ma che la visione sia ampia.
L’intervista che avete appena letto è la trascrizione di un podcast pubblicato da Discorsi Fotografici ad agosto 2024. Essa offre uno sguardo approfondito sul festival, la sua storia, la sua missione e le novità dell’edizione 2024. Abbiamo esplorato i momenti più significativi nella storia di Concorto, sia positivi che negativi, e abbiamo scoperto le iniziative uniche come la Giuria Giovani e il workshop “Audiovisiva – Storie del reale”. Questa trascrizione cattura l’entusiasmo e la passione che animano il festival, offrendo ai lettori un’immagine vivida di uno degli eventi più importanti nel panorama del cortometraggio italiano e internazionale.
Il podcast originale: