La natura nelle fotografie di Antonio Aleo

Quando si parla di paesaggio nell’ambito della fotografia contemporanea è impossibile non riferirsi al mitico volume “Viaggio in Italia”, curato da Ghirri nel 1984, che divenne il manifesto della “scuola italiana di paesaggio“, riconosciuta a livello internazionale.

Questa preziosa ma ingombrante eredità ha di fatto oscurato le altre interpretazioni del paesaggio, di tradizioni ben più antiche, escludendole dai salotti intellettuali, come quella di natura, considerata dai più una fotografia facile e senza profondità, non incline alla ricerca.

Fortunatamente resiste a questa logica una schiera di fotografi, anche giovani, che scelgono di rivolgere il loro sguardo alla natura.
Come il calabrese Antonio Aleo che, con uno sguardo intimo ed introspettivo, lontano da stereotipi coreografici, costruisce il suo percorso autoriale grazie alla stretta relazione fra uomo ed ambiente naturale.

©Antonio Aleo

Qual è la tua personale storia della fotografia?
Ho iniziato ad interessarmi di fotografia nel 2010. Prima di ciò la mia attenzione era rivolta verso il mondo della pittura e della musica, ma da amante delle arti figurative l’esprimersi nell’arte attraverso le immagini mi ha avvicinato al mondo della fotografia. Ho acquistato cosi la mia prima reflex usata, che di fatto mi ha trasportato in un mondo a me nuovo.

©Antonio Aleo

Come nasce la tua predilezione per la fotografia di paesaggio di natura?
La mia predilezione per la natura nasce e affonda le radici nella mia terra Calabria,  territorio con un’identità naturalistica molto forte, influenzato da uno scarso sviluppo industriale ed abitativo. La mia vicinanza ai luoghi naturalistici del territorio calabro ha reso il mio stato d’animo più forte, ampliando la mia visione della vita a 360 gradi. La fotografia di natura mi ha fatto apprezzare la solitudine e la libertà, l’amore per le piccole cose; in un bosco mi sento libero da ogni oppressione e catene.

©Antonio Aleo

Una delle caratteristiche distintive della tua visione è quella di prendere le distanze dal cliché della fotografia sensazionalista e tecnicista, dettagliata, satura e pop, tanto in voga negli ultimi anni. La natura offre degli spunti profondi osservando la sua semplicità, entrando in relazione con essa, lasciando da parte lo scatto descrittivo alla ricerca della interpretazione personale. Ti ritrovi con questa analisi?
Mi ritrovo pienamente in queste parole, è parte distintiva del mio carattere. Le mie fotografie sono l’interpretazione soggettiva ed intima della natura osservata attraverso i miei occhi e la mia anima,  frutto di anni di escursioni e passeggiate tra i boschi di montagna. Mi servo della bellezza del paesaggio e della sua semplicità per raccontare me stesso elogiando al tempo stesso la natura.

©Antonio Aleo

Uomini e alberi sono simili: tronco eretto, lunghe braccia, piedi saldi a terra. Per alcune culture l’albero è sacro, per altre è la congiunzione fra cielo e terra. Che rapporto hai con gli alberi e perché la tua fotografia è strettamente legata a questo elemento naturale?
L’albero è una delle immagini archetipe che troviamo più frequentemente nel folclore, nei miti e nelle fiabe. Il bosco fa parte della cultura millenaria dell’essere umano e riprendendo quanto detto da Jung ” l’albero evoca risonanze profonde nella nostra psiche e simboleggia la persona, la sua storia, la sua evoluzione”. La mia vicinanza fotografica agli alberi è di tipo spirituale e mentale;  non molto tempo fa ho raccontato questa interconnessione nel mio blog, un discorso molto profondo che merita del tempo per essere letto e compreso: https://www.antonioaleo.it/post/gli-alberi-nelle-mie-fotografie

La solitudine ed il silenzio che il bosco regala è un invito alla introspezione ed alla meditazione. Come è possibile riuscire a parlare di sé tramite la natura?
Per utilizzare un linguaggio fotografico attraverso la natura, bisogna diventare parte di essa, studiarla, contemplarla arricchendosi di ogni sua essenza, una volta entrati in questo meccanismo il nostro rapporto con essa sarà del tutto ”naturale” (per rimanere in tema). Accadeva anche in pittura tra gli artisti romantici ed impressionisti, che passavano intere giornate al cospetto di madre natura creando un legame profondo tra i due mondi.

©Antonio Aleo

Fra le tue opere ci sono immagini che riprendono dei dettagli naturali, che invitano alla lentezza ed alla riflessione: può una passeggiata in un bosco trasformarsi in un esercizio di osservazione?
Certamente, passeggiare in natura amplifica i sensi e rende liberi. Allenando la mente ed i sensi riusciremo ad osservare la natura anche sotto un profilo artistico e fotografico. L’ arte e la creatività credo siano doti innate e che non possono essere ricercate altrove se non scavando nel profondo della nostra persona.

©Antonio Aleo

Quali insegnamenti cerchi di trasmettere ai partecipanti dei tuoi laboratori e con quali aspettative si presentano?
Il mio principale consiglio, rivolto a tutti e non solo ai partecipanti dei miei corsi, è la totale indifferenza verso gli stereotipi, concentrando l’attenzione su di una propria ricerca individuale. I migliori fotografi di paesaggio nella fotografia non cercano la pura e mera estetica, ma concentrano il loro lavoro (progettuale) sul significato e messaggio profondo.

©Antonio Aleo

Cosa non dovrebbe mai fare chi si approccia alla fotografia di natura?Credo, che come in ogni disciplina, anche nell’ambito fotografico naturalistico sia fondamentale l’esperienza. L’errore più comune nell’approcciarsi alla fotografia di natura è il bruciar tutte le trappe nel più breve termine possibile, pur di soddisfare il proprio ego ed ottenere la massima gloria. Spesso si cerca la strada più facile per raggiungere un obiettivo e questo può ripagare nell’immediato, basterebbe vedere i centinaia di fotografi che basano la loro ricerca esclusivamente sui luoghi iconici, ma a lungo temine questa perde valore e si confonde con la massa. Un ricerca personale fatta di determinazione, costanza, studio del territorio, ripaga nel lungo termine oltre a rendere unico il tuo lavoro.

©Antonio Aleo

Come vedi lo stato della fotografia di natura e paesaggio attualmente in Italia?
Sono sincero, nell’ultimo anno ho preferito concentrarmi sul mio lavoro rimanendo a distanza dallo stato fotografico italiano. In linea generale ho seguito sempre fotografi con idee e filosofie simili alle mie e mi rivolgo specialmente ai fotografi territoriali, che hanno creato progetti fotografici di enorme valore naturalistico. Veramente ammirevoli!

Mirko Bonfanti

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