La Sandrocchia

Sandra Milo è stata la finta bionda più famosa del cinema italiano ma non è stata una finta attrice. Per quanto il press agent Enrico Lucherini l’abbia soprannominata con sarcasmo “Canina Canini” per l’interpretazione a suo dire “canina” nel film “Venina Venini” di Roberto Rossellini, non si può oggigiorno non dire che la Milo non fosse una brava attrice; nei film in cui era richiesta la sua straboccante fisicità tutta curve, la sua voce bimbesca ma anche soprattutto la sua ironia e intelligenza.

La Sandrocchia, come era solito chiamarla Federico Fellini, recitava col culo ma quello era il sedere più bello del cinema italiano. Spesso per le maggiorate fisiche o le attrici molto belle era difficile non essere utilizzate solo come oggetto erotico; soprattuto a quei tempi (ma forse questo fa parte del nostro “vedere” gli attori e le attrici). La Sandrocchia, però, ha saputo interpretare egregiamente alcuni personaggi in alcuni grandi film; cosa non sempre così semplice quanto sembra.

Vorremmo consigliarvi 7 film in cui vederla e rivederla per rendervi conto di quanto fosse brava:

T’ammazzo! – Raccomandati a Dio” (1968) di Osvaldo Civirani

Un pistolero senza nome, reduce da una rapina, si rifugia in un convento. Lì incontra un prete che lo aiuta a confessarsi e a trovare la redenzione. Ma il suo passato lo perseguita e lo costringe a un ultimo duello contro il suo nemico.

Uno spaghetti western da vedere quasi solo per l’interpretazione di Sandrocchia.


“L’Ombrellone” (1965) di Dino risi

Enrico odia il mare e la confusione. Raggiunge la moglie Giuliana in vacanza a Riccione. In un clima vacanziero caotico, si ritrova sballottato tra divertimenti obbligatori e i rumorosi compagni di villeggiatura della moglie. Tra equivoci e situazioni comiche, si confronta con la noia della vita borghese e con la sua stessa insoddisfazione.

Dino Risi dirige Sandra Milo e Enrico Maria Salerno in questo film neorealista marittimo estivo in cui le persone parlano, urlano, chiaccherano, rumoreggiano ma non comunicano. Un film estivo colmo di alienazione.


“Il generale Della Rovere” (1959) di Roberto Rossellini

Giovanni Bertone, un truffatore, durante l’occupazione nazista a Genova viene arrestato dai tedeschi. Per evitare la fucilazione, Bertone accetta di fingersi il generale Della Rovere, un eroe della resistenza italiana. Infiltrandosi nel carcere di San Vittore, Bertone si guadagna la fiducia dei prigionieri e si impegna a portare avanti la loro causa.

Tratto da un racconto di Indro Montanelli, il film fu molto discusso. Il tema era molto sentito. È sicuramente uno dei più importanti film del neorealismo. Il primo film in cui Vittorio De Sica recitò, straordinariamente, in un ruolo drammatico. Leone d’oro alla ventesima Mostra del Cinema ex aequo con “La grande guerra” di Monicelli. Pierpaolo Pasolini scrisse: “un avvenimento davvero importante, che mostra che esiste una cultura capace di togliere nuovamente la maschera all’Italia, vedere ancora la sua faccia vera, quindici anni dopo.”

Molto bello il personaggio interpretato da Sandra Milo: Olga, un ex amante di Bardone, che pur essendo stata spesso raggirata, decide con generosità di saldare alcuni suoi debiti.


Classe tous risques” (1960) di Claude Sautet

Abel Davos è un gangster in fuga dalla giustizia che cerca di rifarsi una vita in Italia con la sua famiglia. Per raggiungere il suo obiettivo, organizza un audace colpo ferroviario con l’aiuto di una banda di malviventi tra cui la sensuale e ambigua Gaby. Ma tra tradimenti, imprevisti e inseguimenti, il suo piano si rivela più pericoloso e complicato di quanto pensasse. Abel dovrà affrontare le conseguenze delle sue scelte e il suo nemico di sempre, l’ispettore Blot.

Uno dei migliori Noir Francesi di sempre. Film amato da Jean-Pierre Melville, il famoso regista di “Le Samouraï”.


Giulietta, borghese con un matrimonio infelice, intuisce il tradimento del marito Giorgio. In un percorso di riscoperta di sé stessa, tra sedute spiritiche e psicoanalisi, Giulietta trova la forza di lasciare Giorgio e affrontare un futuro.

Il primo film a colori di Federico Fellini ha una grande interpretazione di quella straordinaria attrice che era la Masina. La Milo interpreta Susy, un’estroversa e sensuale vicina di casa di Giulietta. Sandra Milo inizialmente era stata scelta da Fellini per il ruolo della protagonista (ci devono essere state accese discussioni in casa Fellini). Sandrocchia disse di essersi ispirata a Marylin per creare il suo personaggio.


“Adua e le Compagne” (1960) di Antonio Pietrangeli

Dopo la chiusura della casa di tolleranza in cui vivevano, quattro prostitute, Adua, Milly, Lolita e Marilina, decidono di aprire una trattoria fuori Roma. Tuttavia, la trattoria diventa presto un luogo di ritrovo per clienti in cerca di favori sessuali. Le donne si trovano a dover affrontare le ipocrisie della società e il loro stesso passato, culminando con Adua che decide di ribellarsi.

Sandra Milo è Lolita. Il film è molto bello ma anche molto drammatico e sconfortante. Tutte e quattro le attrici sono bravissime. All’epoca della sua uscita, il film fu oggetto di censura per alcune scene ritenute troppo audaci. In particolare, venne tagliata una scena in cui le protagoniste si spogliavano davanti a uno specchio.


” (1963) di Federico Fellini

No Spoiler. Questo film ha fatto la storia del Cinema. Dovete vederlo se non l’avete mai visto.

Il film ha vinto due premi Oscar: per il miglior film straniero e per i migliori costumi. È stato anche nominato per la migliore sceneggiatura originale.

Sandra Milo fu la seconda scelta per il ruolo di Carla, una giovane donna sensuale che Guido (Mastroianni) incontra in una stazione termale. Il ruolo fu originariamente offerto a Brigitte Bardot che rifiutò perché non interessata a lavorare in un film di lingua italiana.


Se avete letto tutto l’articolo e visto le locandine avrete visto che vi abbiamo detto una mezza bugia: non è stata la bionda più famosa del Cinema Italiano e nemmeno la più famosa finta bionda, Sandra Milo ha recitato da mora in tantissimi film. Ce la ricordiamo bionda per alcuni film e perché nell’ultima parte della sua vita era biondissima. Quello su cui non vi abbiamo mentito è che è stata una brava attrice; molto di più di quanto molti critici e spettatori credevano.

Buona visione e fateci sapere se i film vi sono piaciuti e vi è piaciuta la Sandrocchia.