“The Gourmand’s Lemon” si rivela un’opera magistrale che trascende il semplice libro di cucina, offrendo ai lettori un viaggio affascinante attraverso la storia, l’arte e la cultura, tutto ruotante attorno a questo agrume dorato. La Taschen ha spremuto il meglio del meglio e ha pubblicato questo incredibile libro. Con una prosa elegante e coinvolgente, il libro intreccia abilmente aneddoti storici, curiosità culinarie e riflessioni artistiche, creando un arazzo ricco e variegato che celebra il limone in tutte le sue sfaccettature. E dopo tutto questo ci sono soprattutto delle incredibili ricette fotografate da Bobby Doherty con lo food stylist Jamie Kimm e la set designer Noemi Bonazzi. Ricette da mangiare anche con gli occhi e grandi fotografie di cibo che non hanno nulla di meno dei grandi quadri del passato.

Lo Scorbuto e l’Ascesa del Limone
Una delle storie più affascinanti del libro riguarda il ruolo cruciale che il limone ha giocato nella storia della navigazione e dell’espansione coloniale. Lo scorbuto, una malattia debilitante causata dalla carenza di vitamina C, decimava gli equipaggi delle navi durante i lunghi viaggi oceanici. Il libro descrive vividamente come, nel corso del XVIII secolo, la Marina Britannica, scoperto che il limone sconfiggeva efficacemente lo scorbuto, iniziò a fornire succo di limone a tutta la sua flotta, rivoluzionando la navigazione a lungo raggio.
Questa svolta medica ebbe ripercussioni enormi non solo sulla salute dei marinai, ma anche sull’economia globale. La domanda di limoni esplose, trasformando regioni come la Sicilia in centri di produzione agrumicola di importanza mondiale. Il libro offre un’analisi approfondita di come questa “corsa all’oro giallo” abbia plasmato le economie locali e influenzato i flussi commerciali internazionali. Un fiume di denaro che influenzerà la storia mondiale e quella italiana.

La Mafia e i Limoni: Un Legame Inaspettato (prima che leggessimo questo libro)
Forse la rivelazione più sorprendente del libro è l’inaspettato legame tra la coltivazione dei limoni e l’ascesa della mafia siciliana. Gli autori presentano una ricerca dettagliata che mostra come l’enorme valore economico dei limoni nel XIX secolo abbia creato le condizioni ideali per l’emergere di organizzazioni criminali.
Il libro spiega come i cosiddetti coschi, inizialmente assunti per proteggere i preziosi limoneti dai furti, si siano gradualmente trasformati in estorsori e mediatori forzati tra produttori ed esportatori. Questo sistema di “protezione” si è evoluto nel tempo, gettando le basi per la struttura organizzativa e le pratiche della moderna Cosa Nostra.
Gli autori tracciano abilmente il percorso di questa evoluzione, mostrando come il controllo del commercio di limoni abbia fornito alla mafia le risorse e l’influenza necessarie per infiltrarsi in altre industrie e istituzioni. È una narrazione avvincente che getta nuova luce sulle origini di una delle organizzazioni criminali più famose al mondo.

Le Arance ne “Il Padrino”: Simbolismo Svelato
Non ce ne vogliano gli autori del libro se ci mettiamo del nostro. La rivelazione del legame tra agrumi e mafia offre una nuova chiave di lettura per uno degli elementi simbolici più discussi della trilogia de “Il Padrino” di Francis Ford Coppola: le arance. Coppola ha utilizzato le arance come un sottile richiamo alle radici siciliane della famiglia Corleone e alla loro connessione con il crimine organizzato.
Le arance appaiano spesso in momenti cruciali, spesso precedendo atti di violenza o morte. Ad esempio, ricordano la famosa scena in cui Vito Corleone acquista delle arance poco prima di essere colpito da proiettili, o come Don Altobello muoia dopo aver mangiato un’arancia avvelenata nell’ultimo film della trilogia.
Questa connessione, ora illuminata dal contesto storico fornito dal libro, aggiunge un nuovo livello di profondità e significato a questi capolavori cinematografici, dimostrando quanto profondamente la storia degli agrumi sia intrecciata con quella della Sicilia e della mafia.

Il Limone nell’Arte e nella Letteratura
“The Gourmand’s Lemon” non si limita alla storia e alla criminalità, ma esplora anche il ruolo del limone nell’arte e nella letteratura. Il libro offre un’analisi approfondita di come questo frutto sia stato rappresentato nei secoli da artisti di ogni epoca, dai pittori olandesi del XVII secolo ai modernisti del XX secolo.

Gli autori dedicano particolare attenzione alle nature morte, spiegando come il limone fosse spesso utilizzato non solo per la sua bellezza visiva, ma anche come simbolo di lusso, esotismo e persino come memento mori. Vengono analizzate opere di artisti come Jan Davidsz de Heem, Édouard Manet e Pablo Picasso, mostrando come il limone sia stato interpretato e reinterpretato nel corso dei secoli.

In ambito letterario, il libro esplora le menzioni dei limoni in opere di autori come Virginia Woolf, Pablo Neruda e Ernest Hemingway, analizzando come questo frutto sia stato utilizzato come metafora di vitalità, amarezza o semplicemente come elemento evocativo di paesaggi mediterranei.
Ci spiace che non ci sia un capitolo sul Cinema ma possiamo fare qualcosa noi, per voi, al riguardo:
Il Limone nel Cinema
Oltre al già citato “Il Padrino” ci altri film, che vi consigliamo, in cui il limone gioca un ruolo significativo:
1. “Lemon Tree” (2008): in questo film israeliano-palestinese il limoneto è una potente metafora del conflitto mediorientale. Il destino degli alberi di limone diventa un microcosmo delle più ampie tensioni politiche e culturali della regione.

2. “Call Me By Your Name” (2017): l’uso sensuale dei limoni in questo film come frutto simbolo dell’amore estivo e della maturazione sessuale del protagonista.

3. “The Secret Life of Walter Mitty” (2013): in cui il protagonista assapora un limoncello in un bar italiano, interpretandola come un momento di risveglio dei sensi e di apertura a nuove esperienze.


4. “James Bond: Casino Royale” (2006): l’uso del limone nel Vesper Martini di Bond, dettaglio che contribuisce a definire l’eleganza e la sofisticatezza del personaggio.

5. “Malèna” (2000): in questo film di Giuseppe Tornatore, ambientato in Sicilia durante la Seconda Guerra Mondiale, i limoni, onnipresenti nel paesaggio siciliano, vengano utilizzati per evocare l’atmosfera mediterranea e la sensualità latente del film. In particolare una scena memorabile è quella in cui il giovane protagonista osserva Malèna mentre raccoglie limoni, un momento che simboleggia il risveglio del desiderio e la perdita dell’innocenza. Chiediamo venia alle nostre lettrici e lettori, siamo consci che il film non sia un capolavoro. Ma chi non si sarebbe voluto limonare Monica Bellucci?

6. “La Dolce Vita” (1960): il ruolo del limone in questo capolavoro di Federico Fellini. Sebbene il limone non sia un elemento centrale del film, Fellini lo utilizza in momenti chiave per simboleggiare l’asprezza nascosta dietro la facciata glamour della “dolce vita” romana. In particolare una scena in cui il protagonista, Marcello, succhia un limone durante una festa decadente, un gesto che va interpretato come un momento di lucida amara in mezzo all’eccesso e alla superficialità.

Attraverso questi esempi cinematografici il limone diventa un potente strumento narrativo e simbolico nel cinema, capace di evocare una vasta gamma di emozioni e significati, dalla sensualità alla disillusione, dalla rinascita all’amarezza della vita.
IL LIMONE IN CUCINA
Non dimentichiamoci che la seconda metà del libro è dedicata alle ricette con il limone come ingrediente. Quasi tutte corredate da splendide fotografie.


Le fotografie dei Piatti
Bobby Doherty utilizza un approccio unico e artistico per fotografare i piatti. Le sue immagini non sono solo rappresentazioni visive dei cibi, ma vere e proprie opere d’arte che catturano l’essenza e la versatilità del limone. Lo stato di grazia si deve anche alle capacità di cuoco di Jamie Kimm, capace di cucinare in modo divino piatti dalle cucine di tutto il mondo e di renderli esteticamente così perfetti che si mangiano letteralmente con gli occhi. Più nascosto ma indubbiamente importante, necessario e più che ottimo è il lavoro della set designer Noemi Bonazzi. Ci piacerebbe intervistarla per chiederle quali piccoli accorgimenti abbia preso per rendere i piatti e le foto così accattivanti e riusciti.


Doherty si distingue per l’uso di colori vivaci e composizioni minimaliste che mettono in risalto i dettagli e le texture degli ingredienti. Le sue fotografie spesso presentano contrasti forti e giochi di luce che esaltano la freschezza e la luminosità del limone. Questo approccio visivo non solo rende i piatti appetitosi, ma trasmette anche un senso di eleganza e semplicità.


Inoltre, Doherty riesce a creare un dialogo tra il cibo e l’arte, facendo riferimento a opere di grandi maestri come Picasso e Matisse. Le sue immagini evocano una sensazione di nostalgia e contemporaneità, rendendo ogni piatto non solo un’esperienza culinaria, ma anche un viaggio visivo.
Le fotografie di Doherty nel libro “Lemon” sono un esempio perfetto di come l’arte e la gastronomia possano intersecarsi, creando un’esperienza multisensoriale che celebra la bellezza e la complessità del limone.

Le Ricette
Potremmo stare ore a descrivervi le singole ricette ma preferiamo darvi la ricetta dei “Tagliolini al Limone” così che capiate com’è ben scritta anche la preparazione dei piatti:
Questa salsa al limone burrosa si abbina bene con la maggior parte delle forme di pasta, secca o fresca, ma è ideale con i tagliolini freschi; i fili sottili assorbono la salsa permettendo al sapore di limone di permeare la delicata pasta. La salsa si prepara idealmente con burro non salato per la sua capacità di aderire alla pasta cotta, ma si può usare anche un buon olio extravergine d’oliva o una miscela dei due. Questo piatto può essere gustato da solo o guarnito con capesante scottate o mescolato con grossi e succosi gamberi.

Porzioni: 4 porzioni come antipasto o 2 porzioni come piatto principale
Ingredienti:
- 2 limoni grandi
- 125 g di burro non salato (o metà olio extravergine d’oliva e metà burro)
- Sale e pepe nero macinato fresco
- 200 g di tagliolini freschi
- 50 g di pecorino o parmigiano grattugiato
- Pecorino o parmigiano a scaglie o grattugiato extra (per servire)
Attrezzatura:
- Grattugia Microplane
Preparazione:
- Grattugiare la scorza dei due limoni, assicurandosi di non grattugiare anche la parte bianca amara. Spremere un limone e mescolare il succo con tutta la scorza grattugiata.
- Sciogliere lentamente il burro in una padella di acciaio inossidabile, antiaderente o in un altro tipo di padella non corrosiva che non alteri il sapore del limone. Aggiungere il succo e la scorza di limone, mescolando bene. Lasciare a fuoco molto basso o in un luogo caldo per far infondere per almeno due ore, mantenendo il burro liquido in modo che assorba il sapore.
- Riscaldare la salsa, poi filtrare, aggiungendo sale e pepe a piacere.
- Cuocere la pasta in abbondante acqua salata bollente. La pasta fresca sarà cotta non appena l’acqua tornerà a bollire dopo averla immersa. Scolare, conservando 2-3 cucchiai di acqua di cottura per mantenere la pasta umida; l’amido nell’acqua aiuta anche la salsa a rivestire e aderire alla pasta.
- Condire con la salsa al burro e limone, il formaggio e altro pepe nero macinato fresco a piacere. Servire immediatamente, cospargendo con pecorino o parmigiano a scaglie o grattugiato.
Il Sorbetto al Limone ovvero la Conclusione
“The Gourmand’s Lemon” è un libro squisito. Scritto benissimo, con grandi storie e curiosità, gustose ricette da tutto il mondo e, cosa che non guasta per Discorsi Fotografici, magnifiche foto.
Un’opera straordinariamente ricca e multiforme, che trasforma un semplice frutto in una lente attraverso cui esaminare secoli di storia, arte e cultura. il limone emerge come un protagonista inaspettato della storia umana.
Il libro non solo informa, ma invita anche alla riflessione, spingendo il lettore a riconsiderare il ruolo che questo umile agrume ha giocato nello sviluppo della nostra civiltà. È un’opera che saprà deliziare non solo gli appassionati di gastronomia, ma anche gli amanti della fotografia, della storia, dell’arte e della cultura in generale.
Il libro è scritto in lingua inglese.
