«Fra i piaceri moderni non ve n’è uno che sorpassi o eguagli quello di un viaggio in automobile» (Ada Negri “Secolo XX”).
«Tra gli scopi della Mille Miglia c’è quello di dimostrare che, con le vetture normalmente in vendita, si può viaggiare sulle strade esistenti nel nostro Paese a medie elevate con una certa sicurezza e regolarità…Il nostro compito è pertanto di conferire alla competizione una funzione tecnico sociale e, perché no, turistica» (Giovanni Canestrini, 1927)
Dopo la mostra su Piranesi e Basilico la Fondazione Ugo da Como, in collaborazione con l’Archivio Negri di Brescia, ci regala un altro interessante appuntamento fotografico nella prestigiosa sede della rocca visconteo-veneta di Lonato del Garda (BS): la mostra Mille miglia non stop, che ci riporta indietro nel tempo, tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, con alcuni rari scatti della corsa automobilistica “Mille Miglia”, nota come “la corsa più bella del mondo”.

Ideata a Milano nel 1926 dai “Quattro Moschettieri” (Giovanni Canestrini, Franco Mazzotti, Aymo Maggi e Renzo Castagneto) e cresciuta nel tempo attraverso varie evoluzioni e momenti straordinari, grazie a una complessa organizzazione ad opera del Regio Automobile Club di Brescia, la “Coppa della Mille Miglia” (dal nome della distanza da percorrere, da Brescia a Roma e ritorno, espressa in miglia anziché in 1.600 km) ebbe fin da subito un successo strepitoso che ancora persiste, nonostante lo stop della gara nel 1957, dopo 24 edizioni, a causa di un drammatico incidente a Guidizzolo che costò la vita a 11 persone. Nota in tutto il mondo per le leggendarie gesta delle edizioni di velocità la sua rievocazione storica è ancora oggi un vero e proprio evento dal richiamo internazionale, che si arricchisce ogni anno di numerose iniziative collaterali.
Ma com’era la corsa delle origini? La mostra a Lonato del Garda cerca di dare una risposta a questa domanda nonostante la scarsità di documentazione fotografica delle prime edizioni (per le quali nessuno si aspettava un così grande successo e che venivano immortalate per lo più da fotografi locali lungo il percorso), e lo fa attraverso le immagini di Ferruccio Testi, tra i pochi fotografi professionisti al seguito, anche a causa della difficoltà delle strade, già impegnative per gli stessi concorrenti.

L’archivio di questo fotografo, impegnato a documentare corse automobilistiche, fu ritrovato e salvato dall’alluvione di Firenze da Franco Zagari, e oggi è nelle mani di un collezionista inglese. Grazie a un accordo della Fondazione Ugo da Como con Fondazione Negri di Brescia una parte di queste immagini sono oggi offerte al pubblico nel complesso storico di Lonato del Garda.
La Fondazione Negri, infatti, è originariamente nata – nel 1993 – per salvaguardare e promuovere l’archivio di immagini dello studio fotografico Negri, attivo dalla fine dell’Ottocento e specializzato nella documentazione del mondo delle fabbriche e del lavoro e nella realizzazione di campagne pubblicitarie, divenendo successivamente un punto di riferimento per l’ordinamento e la catalogazione di alcuni archivi fotografici storici. Alla documentazione custodita dalla famiglia, “scrigno dell’immaginario della storia economica e sociale italiana”, negli anni si sono aggiunte ulteriori acquisizioni di materiali fotografici originali (tra cui gli archivi Vincenzo Orlandi e Angelo Orlandi di Brescia, Foto Perosa di Milano, Zampini Salazar di Torino, Archetti di Brescia), oltre al recupero e ordinamento di collezioni pubbliche, aziendali e private, consentendo la realizzazione di studi e ricerche, attività editoriali e mostre fotografiche e documentarie in collaborazione con Enti pubblici, imprese, Fondazioni culturali, Scuole ed Università.
Tra queste la mostra di Lonato, a cura di Mauro Negri, è ospitata nella Sala del Capitano della Rocca, spazio della Fondazione Ugo da Como destinato alle esposizioni fotografiche, con il consueto allestimento sobrio ed essenziale che espone, in ordine cronologico, circa 40 riproduzioni fotografiche in bianco e nero che illustrano e ripercorrono il periodo pionieristico (dal 1927 al 1938) di una competizione divenuta evento di portata mondiale che ha dato lustro alla città di Brescia.


«Poco più di venti ore, nemmeno un giorno e una notte per compiere quasi 1700 km: una media che supera i 77 orari. L’automobile è passata per le strade di mezza Italia come un dominatore di tempo e di spazio. Il successo del mezzo meccanico appare dunque grandioso» (“Corriere della Sera”, 1927)
«Corsa pazza, estenuante, senza soste, per campagne e città, sui monti e in riva al mare, di giorno e di notte. Nastri stradali che si snodano sotto le rombanti macchine, occhi che non si chiudono nel sonno, volti che non tremano, piloti dai nervi d’acciaio» (Giuseppe Tonelli, 1927)

A contendersi la gara erano “i migliori piloti e le migliori macchine del periodo”, contribuendo così ad accrescere la fama e l’aspettativa per una gara che ha dato un enorme impulso al progresso dell’automobile e che ha visto per la maggior parte delle volte primeggiare una Casa italiana.
Nella prima edizione del 1927, infatti, dopo una lunga corsa tra “scrosci di pioggia, banchi di nebbia e turbini di polvere lungo le strade non asfaltate che mettono a dura prova i piloti”, trionfano le auto della bresciana OM con una media di 77 km/h, battendo le Alfa Romeo, le quali l’anno successivo con Campari e Ramponi ottengono la rivincita, in seguito al cambio del Regolamento che ammette vetture sport a due posti. Lo stesso avviene nel 1930, quando Tazio Nuvolari vince con un’Alfa Romeo superando i 100 km/h di media, mentre l’anno successivo sarà la Mercedes di Caracciola ad aggiudicarsi la prima posizione, con un’automobile non più italiana.

Negli anni successivi la squadra Alfa Romeo, gestita dalla scuderia Ferrari e con vetture di anno in anno sempre più performanti, primeggia ad ogni edizione su Maserati, Aston Martin, Fiat, Mercedes, Delahaye e Austin Seven, pilotata da Barzacchini, Nuvolari, Varzi, Pintacuda, Brivio e Biondetti, portando a 135 km/h la media oraria. La gestione da parte di Ferrari, però, termina nel 1938, anche se quell’anno sarà ancora la casa milanese a primeggiare con Biondetti e la sua 8 cilindri 2900 B.


Alla fine degli anni Trenta la gara dovrà purtroppo fare i conti con la guerra alle porte: nel 1936, a causa della carenza di carburante dovuta alla guerra d’Etiopia, sarà istituita una categoria speciale di vetture con carburanti alternativi, tra cui miscela di alcool e metanolo; nel 1939 la corsa non verrà effettuata del tutto, mentre nel 1940, a causa degli eventi bellici, al posto del percorso classico si disputerà un’edizione sul circuito Brescia Cremona Mantova, caratterizzato da tre rettilinei che faranno lievitare le medie orarie, senza però trovare d’accordo Maggi e Canestrini, due degli organizzatori.

Sebbene la mostra termini con le immagini riferite al 1938, corrispondente al primo periodo (anteguerra) con cui si è soliti dividere la corsa, nel dopoguerra essa riprenderà in modo continuativo – grazie all’allora sindaco di Brescia Bruno Boni – a partire dal 1947 fino al 1957, quando avverrà lo stop definitivo, per essere ripresa quale rievocazione storica inizialmente nel 1977, 1982, 1984 e 1986, e poi dal 1987 annualmente nel mese di maggio, seguendo, salvo poche variazioni, il percorso originario, “che continua a rappresentare una delle migliori promozioni del Paese e delle sue eccellenze”, crescendo di anno in anno e facendo diventare Brescia “la città della 1000 Miglia”, cui è stato dedicato anche un museo nell’antico Monastero di Sant’Eufemia della Fonte.
Se siete appassionati di auto oltre che di fotografia storica non potete pertanto mancare questo appuntamento, cui si aggiunge, nella Casa del Podestà di Lonato – fra le più interessanti case museo del Nord Italia – la mostra NINO FERRARI. L’arte del metallo tra tradizione e modernità, con oltre 100 opere del maestro lombardo della lavorazione del cesello e dello sbalzo, che collaborò con artisti come Gio Ponti. Si segnala inoltre, per gli interessati, che la Rocca dall’11 al 13 agosto ospiterà la XII edizione di Lonato in Festival, tradizionale kermesse dedicata al mondo del circo contemporaneo.
Patrizia Dellavedova
Foto di copertina: Locandina della mostra Mille miglia Non Stop (1927-1938). Ove non diversamente specificato le foto sono dell’autore.