In Italia il suo nome è ancora tutto da scoprire, ma negli Stati Uniti Ruth Asawa è già leggenda. Il San Francisco Museum of Modern Art (SFMOMA) le dedica oggi una grande retrospettiva: un viaggio intenso e commovente nell’opera di un’artista capace di reinventare la scultura moderna con la forza semplice di un filo intrecciato.

San Francisco è stata per lei casa, laboratorio, orizzonte. Qui ha formato il suo stile unico, grazie anche all’influenza di maestri come Josef Albers—uno degli artisti più influenti del XX secolo, noto per il suo lavoro astratto e per la profonda influenza esercitata sull’insegnamento dell’arte e sulla teoria del colore —intrecciando non solo fili metallici ma anche legami profondi con la comunità cittadina. La città, in cambio, ha adottato Asawa come una delle sue anime più luminose.
Nata nel 1926 a Norwalk, in California, da una famiglia di immigrati giapponesi, Ruth Asawa ha vissuto sulla propria pelle l’ingiustizia dei campi di internamento durante la Seconda Guerra Mondiale. Ma da quelle radici difficili è sbocciata una creatività potente, nutrita da studio, determinazione e una sensibilità straordinaria verso il mondo naturale.



La retrospettiva del SFMOMA racconta, attraverso oltre cento opere, la sua visione incantata: sculture leggere come aria, intrecci metallici (acciaio, rame, bronzo) che si librano nello spazio creando geometrie fluttuanti e ombre magiche. Non si tratta solo di arte, ma di una vera esperienza visiva. Le sculture realizzate con fili annodati, ora sospese, ora adagiate a terra, sono capaci di instaurare un dialogo intimo e diretto con lo spettatore. Davanti ai suoi lavori si ha l’impressione infatti di entrare in un mondo sospeso, dove la gravità è un concetto relativo e ogni nodo racconta una storia di resistenza, pazienza e poesia.
Guardando le sue opere ci si rende conto di quanto l’uso delle mani sia fondamentale. Usiamo tanto le parole ma ci dimentichiamo che le mani sono spesso la concretizzazione delle idee. In questo, le sue sculture sono manifesti tangibili di un pensiero antico e profondamente umano. Con un magico intreccio rinasce e si reinventa l’antica arte di fare i cesti, trasfigurata in una dimensione artistica nuova e vibrante.





C’è qualcosa di profondamente commovente nella poetica dell’intreccio che attraversa tutta la sua opera: una magia che richiama alla memoria antichi mestieri e, al tempo stesso, anticipa la leggerezza visionaria dell’arte contemporanea. Come nei racconti delle antiche botteghe artigiane, ogni nodo, ogni curva è il frutto di un gesto consapevole, di una mano che sa dialogare con la materia senza mai dominarla.






La retrospettiva include anche una ricostruzione evocativa della casa-studio di Noe Valley, cuore della sua vita creativa e familiare per oltre cinquant’anni. Tra appunti, esperimenti in argilla, rame e bronzo, e sculture appese alle travi del soffitto, Asawa coltivava un’idea di arte come parte integrante della quotidianità. In mostra anche le porte originali intagliate a mano e opere di artisti a lei vicini come Josef Albers e Ray Johnson.
Non manca un omaggio alle sue miniature: una dozzina di sculture minuscole, alcune grandi appena un paio di centimetri, che invitano a uno sguardo ravvicinato e attento. La mostra si chiude con una sezione dedicata ai disegni floreali degli ultimi anni, ispirati al suo giardino domestico.






Oltre alle celebri sculture aeree, la retrospettiva racconta anche la dimensione pubblica e sociale del suo lavoro: fontane, murales, progetti educativi che animano San Francisco. Video, fotografie e modelli ripercorrono la genesi delle sue opere pubbliche più iconiche, come Andrea a Ghirardelli Square (1968), San Francisco Fountain a Union Square (1973) e Aurora all’Embarcadero (1986).
A corredo della mostra, il SFMOMA pubblica un ricchissimo catalogo illustrato di 336 pagine, con testi di studiosi come Anne Anlin Cheng, Janet Bishop, Cara Manes, Jennie Yoon e Marci Kwon.
Dopo il SFMOMA (dal 5 aprile al 2 settembre 2025), la mostra sarà ospitata al MoMA di New York (ottobre 2025 – febbraio 2026), al Guggenheim di Bilbao (marzo – settembre 2026) e alla Fondation Beyeler in Svizzera (ottobre 2026 – gennaio 2027), a conferma della portata internazionale del progetto.
Oggi, mentre l’arte cerca nuovi linguaggi per raccontare un mondo complesso, l’eredità di Ruth Asawa è più viva che mai. Le sue opere ci ricordano che la bellezza nasce dalla pazienza, dall’intelligenza delle mani, dalla capacità di tessere connessioni vere tra le persone e con il mondo.
Nell’attesa che anche il pubblico italiano possa ammirare da vicino le sue opere, vi invitiamo a scoprire l’universo poetico di Ruth Asawa e, se ne avete l’occasione, a vivere l’emozione di visitare uno dei musei che ospiteranno questa mostra straordinaria.
Mariantonia Cambareri
SFMOMA
San Francisco, CA
EXHIBITION: Ruth Asawa: Retrospective
April 5–September 2, 2025
Floor 4