San Francisco scende in campo con una mostra che mescola arte, sport e cultura, facendo dialogare due mondi che, a prima vista, sembrano distanti, ma che in realtà condividono la stessa energia e passione. Get in the Game: Sports, Art, Culture, ospitata al SFMOMA fino al 18 febbraio 2025, racconta come lo sport attraversi la vita quotidiana e l’arte, diventando specchio delle emozioni umane e delle dinamiche sociali. Entrare in questa mostra è un’occasione per scoprire come la creatività artistica possa reinterpretare la fisicità dello sport, trasformando il movimento in grafica, il gesto atletico in design e il dinamismo del gioco in esperienze visive coinvolgenti.

Il progetto espositivo, curato da fuseproject di Yves Béhar, è stato pensato per far sentire i visitatori parte di un evento sportivo, come se entrassero in un’arena dove l’arte è protagonista. I pannelli espositivi richiamano i colori e le linee dei campi da gioco, creando un percorso che guida lo sguardo del visitatore in un flusso continuo e immersivo.






“Non mi aspettavo di sentirmi così coinvolto, è come stare sugli spalti e, allo stesso tempo, osservare un’opera d’arte,” racconta Matthew, un giovane designer in visita alla mostra. “I colori sono studiati alla perfezione, e la disposizione delle opere crea un dialogo costante tra l’arte e il movimento. È come se gli artisti avessero catturato l’energia di una partita e l’avessero trasformata in immagini.”
Dai dipinti ispirati alle partite di basket di quartiere alle sculture che immortalano la tensione di un incontro di wrestling, ogni opera invita a riflettere sul significato profondo dello sport nella società contemporanea. Artisti come Rosalyn Drexler e Shaun Leonardo trasformano le loro esperienze atletiche in racconti visivi che parlano di resilienza, sfide e trionfi.
Accanto a opere che richiamano il gesto sportivo, la mostra ospita capolavori di design, dai prototipi delle prime scarpe Nike alle moderne progettazioni di caschi da football che coniugano estetica e sicurezza, oggetti iconici che rappresentano veri cambiamenti tecnologici e culturali, ome il Cheetah Xceed, una protesi per la corsa che diventa simbolo di superamento dei limiti umani.
Non sono solo oggetti funzionali, ma simboli di come lo sport abbia influenzato la moda e la cultura visiva. “Per me, vedere la scarpa d’oro di Michael Johnson esposta accanto a un’opera d’arte è stato illuminante,” racconta Patricia, una visitatrice appassionata di sport. “Mi ha fatto riflettere su come anche un accessorio possa raccontare una storia di design, di sfida e di evoluzione.”






Tra le opere che più sorprendono, ci sono le installazioni interattive come il Ping Pond Table di Gabriel Orozco, un tavolo da ping pong trasformato in una scultura dinamica, dove l’acqua al centro ribalta le regole del gioco, richiedendo ai partecipanti di adattarsi a nuove modalità di competizione. Anche Stadium di Maurizio Cattelan, un enorme calcio balilla da 22 giocatori, diventa una performance collettiva che unisce arte e gioco. Per noi italiani, abituati a parlare di calcio in ogni angolo e a vivere ogni partita con passione viscerale, quest’opera cattura lo spirito della sfida e dell’entusiasmo condiviso. Osservare i visitatori che si sfidano, ridono e si muovono attorno a Stadium fa capire quanto il gioco possa diventare un catalizzatore di relazioni, un linguaggio che unisce e fa sentire parte di qualcosa di più grande. “Mi piace che questa mostra ci metta in gioco, letteralmente,” commenta Amanda, una studentessa in visita da Los Angeles. “Non è solo un posto dove guardare, ma anche dove partecipare, dove senti che puoi far parte del racconto.”




Tra sculture e fotografie, si trovano anche lavori che esplorano il rapporto tra sport e identità con tecniche grafiche innovative. I ritratti di Thenjiwe Niki Nkosi, per esempio, rappresentano atleti in posa, ma le linee essenziali e i colori netti li trasformano in icone senza tempo, che esprimono forza e vulnerabilità. Cheryl Pope, invece, utilizza materiali come i tappeti da wrestling per riflettere su potere e resistenza, mostrando come il design possa diventare un mezzo per parlare di coraggio, ambizione e inclusività.



San Francisco, famosa per il suo spirito progressista e la sua anima culturale, ha un legame profondo con le sue squadre e i loro successi. Dal ruggito del pubblico per i Golden State Warriors al tifo appassionato per i San Francisco 49ers, lo sport non è solo intrattenimento, ma parte integrante della vita cittadina. Un canestro all’ultimo secondo o un touchdown diventano gesti che rimangono impressi nella memoria collettiva, proprio come un dipinto può catturare un istante di bellezza.
Non manca un omaggio alla storia sportiva della Bay Area. Da Gene Luen Yang, che celebra le leggende del basket come Stephen Curry con un murale, a David Huffman, che trasforma il simbolo del pallone da basket in arte astratta, ogni artista si ispira al patrimonio sportivo della città per creare qualcosa di unico e significativo. Questi lavori mostrano come lo sport sia un linguaggio che unisce le persone, superando barriere culturali e sociali.
Il valore dello sport qui è molto più che semplice intrattenimento: è espressione di creatività, mezzo per riflettere su temi cruciali come l’inclusione e la rappresentazione. Get in the Game ci invita a vedere il lato umano delle competizioni sportive, fatto di sacrificio e di emozioni universali. In questo dialogo tra sport e arte, San Francisco emerge come città dell’innovazione tecnologica, ma anche come luogo in cui lo sport si intreccia all’arte per raccontare storie che riguardano tutti noi.



Così, se vi trovate a San Francisco nei prossimi mesi, lasciatevi coinvolgere da questa mostra: scoprirete non solo il lato artistico dello sport, ma anche una città che, tra un canestro e una scultura, sa sempre come farci sognare.
Mariantonia Cambareri
SFMOMA
San Francisco, CA
EXHIBITION: Get in the Game: Sports, Art, Culture
October 19, 2024–February 18, 2025
Floor 7