Pellicole ritrovate: KODAK PORTRA 160

Settembre può essere un mese difficile. Ho recentemente letto su qualche blog online che negli ultimi anni è stato ribattezzato come il vero capodanno dell’anno, quel momento in cui si ricomincia a lavorare, le giornate si accorciano, si fanno i buoni propositi che puntualmente non si rispettano mai e in men che non si dica ci si rifugia in letargo – davanti ad un buon film Netflix, normalmente.

Settembre ha però anche un lato positivo: è il mese del rientro dalle vacanze, il mese che, se siete amanti della fotografia analogica come me, potrete dedicare interamente allo sviluppo e alla stampa delle pellicole estive. Il rullino protagonista di questo mese altri non è che Kodak Portra 160, un film che aspettavo di testare da tanto tempo, visto il suo caro prezzo e le mie aspettative decisamente alte.

Sono sicura che Kodak Portra 160 non abbia bisogno di introduzioni. Nonostante ciò, ritengo opportuno fare qualche accenno storico prima di raccontarvi la mia esperienza. La famiglia Portra fu lanciata sul mercato nel 1998 in tre velocità differenti: 160, 400 e 800. Sebbene la 160 sia forse la meno amata della gamma, ciò non la rende una pellicola impopolare, al contrario. Il film come lo conosciamo oggi è stato rilasciato per la prima volta nel febbraio 2011. Quello che rende questa pellicola davvero unica sono i colori, estremamente nitidi e sgargianti allo stesso tempo.

Ho aspettato molto prima di decidermi a caricare il rullino sulla mia Olympus OM-10: volevo le condizioni di luce ottimali, i soggetti ideali e le location perfette. Ma alla fine, dopo quasi un anno di trepida attesa, mi sono rassegnata al fatto che ottenere questi tre elementi insieme è più una questione di fato che di bravura. Per questo motivo ho deciso di tentare la fortuna e testarla durante le vacanze estive, durante un viaggio a Madeira, in Portogallo. Come prevedevo, le condizioni di luce, i soggetti e i paesaggi non erano le migliori. Nonostante ciò, mi sono divertita enormemente a testare questa pellicola, e ora sono pronta per condividere con voi i risultati ottenuti.

© Chiara Cagnan
© Chiara Cagnan

Gli scatti che indubbiamente mi sono piaciuti di più sono quelli ai paesaggi: qui è dove ho potuto sperimentare la vasta gamma di colori che contraddistingue questo film e che, nonostante la giornate particolarmente nuvolose, non è andata perduta a causa della poca luminosità. Tuttavia, gli stessi risultati non li ho ottenuti per altri scatti. È il caso delle foto alle mucche, incontrate casualmente durante un trekking in mezzo alla strada. Sarà che, al contrario, in questo caso di sole ce n’era – e anche parecchio! – ma il risultato ricorda molto quello di una scena uscita da un programma televisivo, oppure da un eccentrico libro di illustrazioni per bambini.

© Chiara Cagnan

Non sono sicura che la resa, in questo caso, mi abbia pienamente soddisfatta. A questo proposito, sono piuttosto certa sicura che il motivo è da ricercare nell’eccessiva quantità di luce presente quel giorno.

© Chiara Cagnan

Sono infatti piuttosto sicura che la tavolozza dei colori di Kodak Portra 160 sia progettata attorno alle tonalità della pelle umana: per questo motivo, ho deciso di non lasciarmi abbattere e di concentrarmi su qualche ritratto per poter avere una valutazione universale della pellicola.

© Chiara Cagnan

Con mia piacevole sorpresa, in questo caso il risultato non mi ha lasciata troppo delusa: i colori sono caldi e accesi, i contorni nitidi e la resa in generale soddisfacente. Allo stesso tempo, però, ho la sensazione di non aver colto appieno il senso della pellicola: non sono riuscita a cogliere quella tonalità pastello tanto decantata, e anche le tonalità della pelle non mi sembrano eccellenti.

© Chiara Cagnan

In conclusione, temo che la mia esperienza con Kodak Portra 160 non sia stata totalmente positiva. Non, chiaramente, per la qualità della pellicola; quanto più per le condizioni poco favorevoli in cui ho deciso di testarla. Situazioni molto ombrose o eccessivamente cupe, che purtroppo non hanno favorito la fuoriuscita dei toni che caratterizza questo intramontabile film. Una pellicola difficile, dalle grandissime potenzialità, che si caratterizza per morbidezza e meravigliosi colori pastello; ma che in cambio richiede maestria, pazienza e condizioni particolarmente ideali. Sicuramente in futuro mi riserverò il piacere di dargli una seconda possibilità e metterla alla prova in condizioni più favorevoli; nel frattempo, darò spazio alle altre Portra della famiglia per testare parallelamente anche le loro caratteristiche.

Chiara Cagnan