Fino al 9 luglio 2023 sarà possibile visitare a Genova a Palazzo Ducale, nelle suggestive sale dell’Appartamento del Doge, la mostra “Man Ray. Opere 1912-1975″. L’esposizione è frutto della ormai consolidata collaborazione tra Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura e Suazes, impresa culturale e creativa. L’esposizione, curata da Walter Guadagnini e Giangavino Pazzola, raccoglie un totale di trecentoquaranta pezzi tra fotografie, dipinti, sculture, film provenienti da prestigiose collezioni nazionali e internazionali.
La poetica di Man Ray, che ha segnato il Novecento, è stata quella di un artista così poliedrico e dissacrante da risultare parziale qualsiasi sua definizione. Pittore, fotografo, regista, scultore d’avanguardia sempre allergico alle categorie precostituite, la cui forza di significazione si è sviluppata nel porre l’immaginazione al di sopra della forma disinteressandosi delle preoccupazioni di ordine estetico.
Man Ray, al secolo Emmanuel Radnitzky, nasce a Philadelphia nel 1890 e muore a Parigi nel 1976. Stati Uniti ed Europa sono i due poli geografici e culturali attraverso i quali si muove. Pur essendo tra i protagonisti del dadaismo a New York e del surrealismo a Parigi ha sempre cercato di mantenere la propria indipendenza intellettuale.
La mostra si articola in sette sezioni che ripercorrono cronologicamente la biografia dell’artista sviluppandosi intorno a un tema o a un luogo.
Il punto di partenza è la sezione Autoritratto che ci invita a confrontarci con l’immagine e l’identità mutevole di Man Ray. Una sorta di gioco compiuto dallo stesso artista attraverso una serie di autoritratti, come quello con la barba tagliata a metà. Anche i più importanti protagonisti dell’arte del secolo scorso forniscono il loro contributo per mezzo di alcuni ritratti a lui dedicati come quello di Andy Warhol.


La seconda sezione ci porta a New York, città in cui l’artista si trasferisce con la famiglia a sette anni, scopre la passione per il disegno e per la pittura e nel 1915 tiene la sua prima personale alla Daniel Gallery. Troviamo qui esposte opere come “Coat Stand”, che testimonia già il suo interesse per il corpo e “Dancer/Danger”, stampa ai sali di argento della composizione con ruote dentate in cui Man Ray si ispira alle evoluzioni di una ballerina.
La terza sezione mette a fuoco il rapporto tra Man Ray e Marcel Duchamp, che si dimostrò non solo amico, ma anche fonte di ispirazione e complice artistico. Trovano qui spazio due fotografie iconiche, “Elevage de poussiére” e la “Tonsure”. La prima ci mostra una superficie impolverata di un vetro trasformata in un luogo straniante. La seconda è un ritratto di Marcel Duchamp di spalle, in cui è protagonista il taglio di capelli che simboleggia la sua consacrazione alla conoscenza.
La sezione successiva ci immerge nell’atmosfera di Parigi dove Man Ray si trasferisce negli anni Venti spinto sia dallo stesso Duchamp sia dal desiderio di partecipare al fermento creativo della capitale parigina. Nel 1921 tiene la sua prima mostra europea alla Libraire Six in cui compare “Cadeau”, il celebre ferro da stiro con fila di chiodi, esposto in mostra. Troviamo qui anche i ritratti dei principali protagonisti culturali dell’epoca come, ad esempio, la modella Kiki De Montparnasse che possiamo ammirare come soggetto di una delle icone più celebri del XX secolo, “Le Violon d’Ingres”, oppure Lee Miller, assistente, musa ispiratrice e a sua volta grande fotografa. La raccolta di dieci immagini rayografiche dal titolo “Electricité”, presente in mostra, è stata realizzata proprio in collaborazione con Lee Miller.

Gli anni Venti infatti sono il periodo in cui Man Ray sperimenta con la luce attraverso i rayographs, fotografie realizzate senza l’uso della macchina fotografica, esponendo alla luce oggetti di uso comune a contatto con la carta fotosensibile. Sono anche gli anni delle solarizzazioni, un procedimento attraverso il quale i contorni dei soggetti delle immagini risultano accentuati.
Per quanto riguarda il rapporto con la fotografia Man Ray disse: «si possono fotografare le forme che si hanno in mente e si può trasformare una fotografia in uno specchio che catturi e conservi i propri sogni e i propri desideri» lasciando intendere ancora una volta come fosse necessario per lui sperimentare, trovare nuove tecniche per rivelare queste forme.

Le sezioni Corpo Surrealista e Corpo, ritratto e nudo sottolineano l’attenzione di Man Ray per il corpo e per la sensualità come sua fonte primaria di ispirazione come possiamo osservare in “Nudo”, fotografia del 1931, in cui il seno e il ventre di una donna paiono sospesi tra il sogno e il ricordo, oppure in “Larmes” e “La Prière”, tra le immagini più note dell’artista e, ancora, nella “Venus Restaurèe”, scultura in cui si incrociano ironia e fantasia erotica.


Sempre legata al corpo è presente all’interno di questa sezione anche la serie di fotografie “Resurrection des Mannequins” che Man Ray realizzò per l’Exposition Internationale du Surréalisme, mostra manifesto del 1938, in cui gli artisti avevano offerto la propria interpretazione del corpo attraverso il manichino.
Infine, in Da Parigi a Los Angeles e Da Los Angeles a Parigi, possiamo ripercorrere gli anni in cui l’artista torna negli Stati Uniti a seguito dello scoppio del secondo conflitto mondiale per poi spostarsi nuovamente in Europa. Sono anni caratterizzati dal desiderio di lavorare in solitudine e dalla relazione con Juliet Browner, che lo incoraggia a riprendere la pittura. Ritroviamo Juliet in “The Fifty Faces of Juliet”, cinquanta immagini in bianco e nero, ritoccate con pastelli, che danno vita a un libro d’autore.
Continua comunque in questi anni anche la realizzazione di nuovi ready made, così come possibile vedere ad esempio in “Mr Knife and Miss Fork”, una scatola di legno ricoperta di velluto rosso che accoglie coltello e forchetta in metallo argentati e perline di legno avvolte in una rete.
Valeria Valli
Genova, Palazzo Ducale – Appartamento del Doge
Piazza Matteotti 9
11 marzo – 9 luglio 2023
da martedì a domenica 10-19; lunedì chiuso
aperta Pasqua e Lunedì dell’Angelo, lunedì 24 aprile e 1° maggio
www.palazzoducale.genova.it